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Elementi caratteristici dell'architettura gotica francese e tedesca del Medioevo, i gargoyle (particolarmente iconici sono quelli della chiesa di Notre-Dame a Parigi) sono doccioni aggettanti solitamente modellati con sembianze fantastiche o animalesche dalle fauci spalancate. Nelle chiese medievali questi terminali scolpiti e riccamente ornati compaiono in corrispondenza degli scarichi dei canali di gronda, così da suddividere il flusso in più punti. La loro funzione originaria era sia pratica sia simbolica. In primo luogo, servivano a scaricare l’acqua piovana dal tetto o dai cornicioni facendola defluire a distanza dalle pareti murarie per evitare fenomeni di infiltrazione ed erosione; in secondo luogo, fungevano da “guardiani” delle cattedrali: le loro sembianze grottesche erano concepite per allontanare gli spiriti maligni e – secondo altre teorie – per incutere timore nei fedeli, che avrebbero trovato scampo in chiesa, e ricordare i tormenti dell’inferno a chi peccava durante la vita terrena.
Come è nata la tradizione dei Gargoyle e qual è la loro funzione
Una curiosa leggenda francese spiega a suo modo l’origine dei gargoyle. Il mito narra che nell'anno 520, nei pressi della Senna, vicino Rouen, vivesse un terribile drago acquatico: la Gargouille, conosciuto anche come Grand'Goule. Il mostro, che sputava acqua e non fuoco, devastava la regione inondando i campi e veniva placato solo con sacrifici annuali. Nel VII secolo, il coraggioso sacerdote Romano – futuro arcivescovo di Rouen e santo – decise di affrontare la bestia e promise di liberare il paese in cambio della conversione di tutti i cittadini e la costruzione di una chiesa. Accompagnato da un condannato a morte, giunse nella tana del mostro e riuscì a domarlo con un segno della croce; successivamente lo trascinò in paese con un guinzaglio fatto con la sua tonaca. Grand'Goule venne bruciato su un rogo dai cittadini, ma solo la testa e il collo non arsero; furono quindi posti sulle mura della città come monito e protezione dagli spiriti maligni.
Leggenda a parte, molti storici hanno cercato di interpretare l’iconografia dei gargoyle spingendosi oltre la loro mera funzione apotropaica – cioè per allontanare il maligno. L'idea di posizionare sculture dalle fattezze animali a guardia di templi e palazzi non è certo una novità e ricorre infatti in numerose culture del mondo antico (fra i molteplici esempi: i leoni di pietra "Shishi" cinesi). Va tuttavia ricordato che non tutti i gargoyle nascevano con un intento allegorico preciso: spesso gli scultori si concedevano libertà formali per puro gusto estetico o per esercizio di fantasia. Una teoria più articolata attribuisce alle figure grottesche un valore didattico e morale; secondo alcuni studiosi, i gargoyle avevano anche lo scopo di incutere timore nei credenti, ricordando loro le pene dell’inferno e spingendoli a cercare rifugio nella fede, varcando la soglia della chiesa. Le cattedrali medievali, del resto, erano il “libro di pietra” con cui istruire un popolo in gran parte analfabeta: facciate, portali, cornicioni ecc. erano quasi sempre ornati con scene apocalittiche di dannazione e redenzione. In questo grande teatro sacro, ogni scultura, mascherone o bassorilievo contribuiva a impressionare e guidare la coscienza della comunità di fedeli, come una sorta di monito a ravvedersi e non cadere nel peccato.

L’origine del termine “gargoyle” e significato
Gargoyle, in italiano "gargolla" o "garguglia", deriva dal francese antico gargouille, che significa “gola” o "garganta". A sua volta questa parola proviene dal latino gurgulio, un termine onomatopeico che richiama il "gorgogliare" dell’acqua. Già nell’antichità classica esistevano doccioni decorativi: nei templi greci, ad esempio, erano diffusi i gocciolatoi scolpiti a forma di testa di leone per incanalare l’acqua piovana. Gli architetti medievali ripresero dunque questa tradizione, ma ne ampliarono notevolmente il vocabolario formale: se inizialmente i gargoyle erano infatti associati proprio ai terminali con protomi leonine, col tempo il termine finì per indicare qualsiasi doccione scolpito con sembianze bizzarre. In seguito, si estese anche a tutte le figure mostruose sporgenti da cattedrali e castelli, anche quando prive della funzione idraulica: basti pensare all’architettura neogotica dell’Ottocento, che riportò "in auge" le gargolle quasi esclusivamente come elementi decorativi, talvolta a figura interna, grazie all’introduzione di nuovi sistemi di drenaggio e pluviali integrati negli edifici. Ancora oggi, nel linguaggio comune, chiamiamo “gargoyle” qualunque creatura di pietra appollaiata sui cornicioni degli edifici gotici.
Esempi famosi di Gargoyle a Parigi e Milano
I gargoyle rientrano a pieno titolo nell’immaginario gotico e contribuiscono a intensificare l’aura austera, mistica e ombrosa, tipica delle chiese medievali, che già di per sé caratterizza lo stile architettonico. Quelli della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi sono forse i più noti, complici il romanzo di Victor Hugo Notre-Dame de Paris (1831) e il film d'animazione Disney Il gobbo di Notre Dame (1996). In realtà, è bene precisare che non si tratta né di elementi originali né di doccioni: sono infatti chimere di pietra a sola funzione decorativa, aggiunte nella seconda metà del XIX secolo da Eugène Viollet-le-Duc, durante il restauro della cattedrale. L’intervento, volto a riparare i danni subiti durante la Rivoluzione francese e le sommosse anti-legittimiste degli anni Trenta dell’Ottocento, mirava a restituire all’edificio le sue caratteristiche medievali originarie, secondo la visione idealizzata e l'estetica rivisitata proprie del periodo neogotico. Benché celebri figure come la Stryge – la creatura pensierosa appoggiata sui gomiti e appollaiata sulla galleria delle chimere – siano effettivamente delle reinvenzioni ottocentesche, Notre-Dame è senza dubbio la cattedrale con i gargoyle più famosi al mondo.
Un esempio particolarmente interessante in Italia è sicuramente il Duomo di Milano, che conserva ben 96 gargoyle, molti dei quali con funzione di doccioni e dalle marcate sembianze demoniache; alcuni risalgono alle primissime fasi della costruzione, avviata nel 1386. Una leggenda legata alle origini della cattedrale racconta che il duca Gian Galeazzo Visconti decise di edificare il Duomo dopo aver fatto un brutto incubo: il diavolo gli sarebbe apparso in sogno minacciandolo di strappargli l’anima, a meno che non avesse fatto costruire una delle chiese più grandi del mondo, popolata di immagini del male. Nonostante la determinazione, Visconti non vide mai completata la sua cattedrale: morì nel 1402, pochi anni dopo l’inizio dei lavori. D’altronde, sarebbe stato quasi impossibile assistere al compimento dell’opera, destinata a richiedere quasi sei secoli di costruzione.

I gargoyle tra curiosità e cultura pop
Cartoni animati come Gargoyles – Il risveglio degli eroi (anni ’90) li hanno immaginati come creature che di giorno sono statue e di notte prendono vita per proteggere la città; la Disney, con il già citato Gobbo di Notre Dame, in simpatici consiglieri di Quasimodo. Queste rivisitazioni moderne testimoniano quanto i gargoyle, sebbene nati in epoca medievale, siano entrati nell’immaginario collettivo e nella cultura pop, anche fuori dall'Europa. Caso emblematico è quello della Washington National Cathedral, costruita nel XX secolo in stile neogotico e adornata da molti gargoyle e mascheroni, la maggior parte dei quali costituiti da volti di personaggi celebri. Tra questi ultimi, uno è diventato famoso per avere le fattezze di Darth Vader: l'universalmente noto "villain" di Star Wars. La sua presenza si deve a un concorso di disegno indetto negli anni Ottanta dalla stessa cattedrale, attraverso la rivista per ragazzi National Geographic World, e che invitava i giovani lettori a immaginare una delle statue che avrebbero ornato le torri ovest allora in costruzione. L'iconica maschera di Vader si piazzò al terzo posto e venne proposta da Cristopher Rader, un ragazzino di Kearney, Nebraska.

Gargoyle di Darth Vader. By Cyraxote – Own work, Public Domain via Wikimedia Commons