La Russia ha firmato nel maggio del 2014 un contratto trentennale con la Cina per l'approvvigionamento di gas naturale tramite il gasdotto Power of Siberia. Aperta nel 2019, quest'infrastruttura è in grado di trasportare circa 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno (grossomodo la stessa quantità che ogni anno l'Italia importa dall'Azerbaijan tramite il gasdotto TAP) ma entro il 2025 questo valore salirà fino ai 38 miliardi annui. La struttura nei prossimi anni sarà probabilmente affiancata da un secondo gasdotto, il Power of Siberia 2, che riuscirà a trasportare fino a 50 miliardi di metri cubi all'anno.
Quali sono allora le caratteristiche di questi due gasdotti? E quali percorsi compiono per arrivare dalla Russia in Cina?
Il gasdotto Power of Siberia
Avviato il 2 dicembre 2019, il Power of Siberia è il principale gasdotto che permette il passaggio di gas naturale dalla Russia alla Cina.
La struttura attraversa le regioni russe di Irktusk, Jacuzia e Amur e, al momento, è attiva solo la prima sezione del gasdotto, cioè un tratto lungo circa 2200 km che va dal campo di Chayanda (cioè il principale centro produttivo della Jacuzia) fino a Blagoveshchensk, al confine tra Russia e Cina. Al termine del 2022 è prevista l'inaugurazione del secondo tratto che permetterà di ricevere gas naturale dal campo di Kovykta, il principale nella regione di Irktusk. Quando il gasdotto sarà a pieno regime raggiungerà approssimativamente i 3000 km di lunghezza e potrà raggiungere una capacità massima di 38 miliardi di metri cubi di gas naturale annui.
Il Power of Siberia 2
Per rafforzare ulteriormente il proprio legame energetico con la Cina, la Russia ha in cantiere un secondo gasdotto, il Power of Siberia 2. Si tratta di un progetto ancora in corso ma che, se approvato, potrebbe trasportare in Cina circa 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno – da sommare ai precedenti 38 del Power of Siberia 1. Ma quale percorso farebbe? Idealmente l'infrastruttura dovrebbe partire dai campi di Yamal (in Russia settentrionale), tagliare in diagonale il Paese per raggiungere poi il confine con la Mongolia. Qui si supererebbe poi la capitale Ulan Bator e si arriverebbe alla fine in Cina.