Oggi, martedì 14 giugno 2022, la Russia ha annunciato di aver tagliato con effetto immediato il 40% circa delle forniture di gas naturale dirette in Germania attraverso il Nord Stream 1. Questo gasdotto, che arriva in Europa attraversando il Mar Baltico, è in grado di portare in Germania circa 55 miliardi di m3 all’anno, soddisfacendo idealmente la domanda annuale di gas di più di 26 milioni di abitazioni.
Stando a quanto riportato dalla compagnia statale russa Gazprom in una nota ufficiale, il taglio nella fornitura di gas è da attribuire alla Siemens: l'azienda tedesca avrebbe dovuto fornire alcuni pezzi di ricambio per la stazione di Portovaya ma questi componenti non sarebbero mai stati consegnati. Ciò avrebbe quindi costretto Gazprom a ridurre del 40% circa le forniture di gas naturale, passando dai 167 milioni di metri cubi giornalieri a circa 100 milioni.
In realtà questo calo non è arrivato del tutto inaspettato: solo pochi giorni fa la giornalista ed ex-funzionaria della Banca di Russia Alexandra Prokopenko aveva dichiarato che "la probabilità che sia Mosca a fare la prima mossa sta aumentando". Questo taglio attraverso il Nord Stream sta causando proprio in queste ore un aumento del prezzo del gas naturale in Europa, facendo registrare incrementi nelle quotazioni tra il 9 e il 10% circa.
In realtà da quando è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina il Cremlino ha già ordinato lo stop di altri gasdotti: è il caso ad esempio dello Yamal l'11 maggio scorso, chiuso per bloccare i 33 miliardi di metri cubi di gas naturale diretti verso Germania e Polonia ogni anno – nonostante il gasdotto fosse già sostanzialmente inattivo da diverse settimane.