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29 Settembre 2025
6:00

Com’è nata la ginnastica? Ecco da quanto tempo gli uomini praticano attività motorie

Le attività motorie esistono fin dall’antichità: i Greci le usavano per formare i cittadini, i Romani le praticavano meno. Il Cristianesimo ne frenò la diffusione, ma nel Rinascimento rinacquero. Tra ‘800 e ‘900 ginnastica e sport si diffusero fino a diventare un fenomeno di massa.

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Com’è nata la ginnastica? Ecco da quanto tempo gli uomini praticano attività motorie
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Attività ginniche praticate all’inizio del XX secolo, via Wikicommons

Le attività motorie – includendo in questa definizione sia la ginnastica, sia lo sport competitivo – sono diffuse sin dall’epoca antica. Nelle città-stato greche, per esempio, erano considerate uno strumento per la formazione dei cittadini. L’avvento della religione cristiana costituì un ostacolo alla diffusione delle attività fisiche: infatti i primi cristiani credevano che l’uomo dovesse occuparsi principalmente della cura dell’anima piuttosto che del corpo, e per questo motivo guardavano con disprezzo agli esercizi fisici, che dal IV secolo d.C. persero popolarità. Ripresero però a crescere all’epoca del Rinascimento e tra Seicento e Ottocento gli esercizi ginnici iniziarono a essere considerati utili per sviluppare il patriottismo poiché consentivano di allenare il corpo per diventare cittadini e soldati migliori, come sosteneva anche il pedagogista tedesco Friedrich Ludwig Jahn.

Oggi lo sport e la ginnastica sono popolarissimi in tutto il mondo. Il nostro Paese non fa eccezione, ma in media gli italiani sono meno sportivi degli altri popoli europei.

Ginnastica e sport nel mondo antico

Le attività ginnico-atletiche hanno alle spalle una lunga storia, risalente alle prime società umane. Già alcune civiltà antiche ritenevano che gli esercizi ginnici fossero utili per il progresso sociale e politico e per la formazione dei cittadini: i greci, per esempio, attribuivano grande importanza alla ginnastica, che consentiva di fortificare il corpo e di plasmare la mente, abituando gli uomini a impegnarsi per conseguire i risultati voluti.

Scena di corsa su un vaso greco
Scena di corsa su un vaso greco; via Wikimedia Commons

Nelle città-stato greche esistevano i ginnasi, una sorta di palestre nelle quali i cittadini si allenavano. Insieme alle attività ginniche, si affermò il principio della competizione, che diede origine allo sport. I greci introdussero anche le prime competizioni di alto livello, nelle quali gareggiavano gli atleti migliori: le Olimpiadi e altri Giochi dello stesso genere. Le attività motorie, però, non erano aperte a tutti e la maggioranza degli abitanti ne era esclusa: donne, schiavi, cittadini stranieri che non godevano dei diritti di cittadinanza. La ginnastica si diffuse anche nella civiltà romana, sia pure con un ruolo meno importante rispetto a quello riservatole nelle città-stato greche. Le attività motorie trovarono un ostacolo nell’ascesa del Cristianesimo, che nel IV secolo d.C. divenne la religione ufficiale dell’Impero romano. I primi cristiani ritenevano che gli uomini dovessero curare l’anima, invece che il corpo, e perciò disprezzavano gli esercizi fisici, che nei secoli seguenti andarono incontro a un sensibile regresso.

La riscoperta del corpo nel Rinascimento

Per tutto il Medioevo, la civiltà europea prestò poca attenzione alla cura del corpo e alla ginnastica. L’atteggiamento della società iniziò a cambiare tra Quattrocento e Cinquecento grazie allo sviluppo di movimenti culturali come l’Umanesimo e il Rinascimento. Gli intellettuali umanisti attribuivano maggiore importanza all’uomo in quanto tale e alla vita terrena. Di conseguenza, le opinioni sul corpo iniziarono a cambiare, sia pure in maniera molto lenta, ed ebbe luogo una sorta di riscoperta delle attività motorie. Il cambiamento trovò anche un importante teorico: il medico forlivese Girolamo Mercuriale, che nel 1569 pubblicò il trattato De Arte Gymnastica, nel quale mise in evidenza i vantaggi delle attività fisiche.

Il De Arte Gymnastica
Copertina del De Arte Gymnastica; via Wikimedia Commons

Negli anni del Rinascimento, la ginnastica era praticata solo da ristrette élites aristocratiche, ma il cambiamento nell’atteggiamento della società era irreversibile e avrebbe avuto conseguenze profonde nei secoli successivi.

L'età contemporanea: ginnastica e nazione

Tra Settecento e Ottocento, la ginnastica andò incontro a maggiore diffusione. Uno dei fattori che ne favorirono la crescita fu il legame con l’idea di nazione, cioè il principio per il quale le gli abitanti di un territorio che hanno le stesse tradizioni e la stessa lingua costituiscono un popolo e hanno diritto di formare uno Stato indipendente. Gli esercizi ginnici erano considerati utili per sviluppare il patriottismo, perché consentivano di allenare il corpo per diventare cittadini e soldati migliori. Principale sostenitore di questa tesi era Friedrich Ludwig Jahn, un pedagogista tedesco che nel 1810, quando la Prussia (principale stato germanico) era occupata dalla Francia di Napoleone, iniziò a organizzare attività ginniche per i giovani.

Friedrich Ludwig Jahn
Friedrich Ludwig Jahn; via Wikimedia Commons

La ginnastica si diffuse, gradualmente, nell’Europa continentale e raggiunse anche la Penisola italiana: nel 1833 il maestro svizzero Rudolf Obermann fu chiamato a Torino, capitale del Regno di Sardegna, come istruttore di ginnastica presso la scuola d’artiglieria dell’esercito. Alcuni anni più tardi, nel 1844, Obermann fondò la Reale Società Ginnastica di Torino, considerata la prima società sportiva italiana.

I progressi in Italia e nel mondo

Nella seconda metà dell’Ottocento la ginnastica e lo sport si affermarono in tutto il mondo occidentale, sia pure con differenze a seconda dei casi. In linea di massima, nei Paesi anglosassoni prevalevano gli sport competitivi (rugby, calcio, tennis, ecc.), mentre nell’Europa continentale era più popolare la ginnastica. Gradualmente, però, i «giochi inglesi», come erano chiamati gli sport competitivi, giunsero anche sul continente, diffondendosi in misura sempre maggiore. Nella Penisola italiana si affermò prima la ginnastica: le associazioni ginniche si diffusero sul territorio e nel 1869 diedero vita a una federazione nazionale. Nel 1878, su proposta del ministro dell’istruzione Francesco De Sanctis, il governo sancì l’obbligatorietà della ginnastica nelle scuole. Nei decenni successivi, però, in Italia giunsero anche gli sport competitivi, che gradualmente divennero più popolari degli esercizi ginnici.

La ginnastica e lo sport nei secoli XX e XXI

Fino all’Ottocento le attività motorie, sia ginniche, sia sportive, erano praticate solo dagli esponenti delle élite benestanti, ma con il passare del tempo, grazie ai cambiamenti economici e sociali, sono sono diventate un’attività di massa, praticata da vasti settori della popolazione in tutto il mondo. Sono cambiate anche le sedi: in passato le attività erano praticate soprattutto nelle scuole o in istituzioni pubbliche, ma con il passare degli anni si sono affermate società sportive e palestre private.

La crescita è stata davvero notevole. In Italia, per esempio, stando ai dati del Italian Exhibition Group, nel 2021, 5.500.000 persone hanno sottoscritto un abbonamento in palestra. Ancora più elevato è il numero di coloro che praticano attività sportive: nel 2023 è stato pari a quasi 20 milioni di persone, cioè oltre un terzo della popolazione. La percentuale, però, è più bassa rispetto alla media europea, che è quasi il doppio.

Fonti
Origin and historical evolution of sports as a common European cultural activity
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