Nel Monte Rosa e nelle valli adiacenti si trovano alcuni tra i giacimenti d'oro più grandi d'Italia. Anche se in passato hanno permesso di estrarre qualche decina di tonnellate d'oro, al momento questi giacimenti non vengono più estratti. Per quale motivo? La risposta, come vedremo a breve, ha a che fare con la loro effettiva grandezza e con la loro inaccessibilità.
Le caratteristiche dei giacimenti auriferi del Monte Rosa
Sul Monte Rosa non è presente un unico giacimento d'oro ma ce ne sono diversi in tutta l'area – per quello è più corretto definirlo "distretto aurifero" – e i principali si trovano soprattutto nelle valli adiacenti al rilievo: parliamo ad esempio della Valle Anzasca o della Valle Antrona.
Concettualmente, la loro formazione può essere spiegata così: le rocce si fratturano e al loro interno circolano fluidi caldi che contengono una certa quantità di oro. Questo pian piano si deposita, dando vita nel corso dei tempi geologici a livelli poco spessi ma molto estesi che prendono il nome di vene e filoni.
Nella mappa sottostante sono riportati in giallo i principali filoni individuati nella Valle Anzasca. L'area più ricca, a sinistra, è quella di Pestarena.
Quest'oro è spesso associato a minerali come pirite e arsenopirite, ricchi in zolfo e arsenico. Complessivamente, per ogni tonnellata di roccia estratta, si ricava da qualche grammo a qualche decina di grammi d'oro e nell'Ottocento questo valore (chiamato "tenore") si aggirava attorno ai 7-12 g/t. Solo in pochissime aree si è arrivati attorno alle centinaia di g/t, ma si è trattato di casi piuttosto isolati.
Breve storia estrattiva
L'attività estrattiva prende il via tra il 1200 e il 1300 ma il primo grande impulso arrivò solamente attorno alla metà del ‘700. A inizio ‘800 vengono individuate alcune zone particolarmente ricche d'oro che permisero di raggiungere una produzione annua attorno ai 200 kg tra il 1868 e il 1870: questo sarà uno tra i momenti più prolifici della produzione, visto che poi dal 1875 si iniziò a registrare un calo.
I filoni infatti diventavano sempre più profondi e la quantità di arsenico presente risultava essere sempre maggiore – rendendone quindi più complesso il trattamento. A questo si aggiunsero anche altri problemi, come il crescente costo del trasporto del materiale estratto dalle miniere agli impianti, le due guerre mondiali, e alcuni tragici incidenti che costarono la vita a 4 operai. Alla fine, dopo una produzione altalenante per oltre un secolo, si decise di chiudere definitivamente l'impianto nel 1961. Oggi l'attività mineraria è solamente un ricordo e, al suo posto, sono stati aperti musei minerari per raccontare ai visitatori com'era la vita dei minatori a quei tempi.
Perché non si estrae più oro dal Monte Rosa?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo per prima tenere a mente che è vero che questi giacimenti sono tra i più grandi d'Italia… ma solo perché nella nostra penisola non ce ne sono molti altri. E soprattutto, in assoluto, sono da considerare piccoli per la categoria di giacimento (cioè giacimenti orogenici in vena). Infatti si stima che le miniere del Rosa abbiano prodotto qualcosa come 25 tonnellate d'oro in totale – che è un valore piuttosto ridotto, soprattutto se confrontato con le migliaia di tonnellate di Canada e Australia.
Tuttavia, dobbiamo sempre tenere a mente che le operazioni minerarie dipendono da vari fattori, come ad esempio il valore di mercato dell'oro e i costi di produzione – che includono tasse, costi d'esplorazione, di realizzazione eccetera. Quindi se ci fosse ancora abbondante oro sulle Alpi (da chiarire con opportune esplorazioni) e se la vendita dell'oro permettesse di coprire tutte le spese, la ripresa dell'attività mineraria sarebbe quantomeno possibile.
A questo bisogna aggiungere però che molte miniere si trovano a circa 2000 metri di quota e quindi la realizzazione delle infrastrutture potrebbe essere non solo complessa dal punto di vista tecnico ma anche problematica da un punto di vista ambientale e burocratico.
Per approfondire, ecco un video che abbiamo realizzato in merito all'attività mineraria in Italia: