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10 Ottobre 2024
19:30

Han Kang vince il Premio Nobel per la Letteratura 2024. Chi è la scrittrice sudcoreana

Il Premio Nobel per la Letteratura 2024 è stato vinto dalla scrittrice sudcoreana Han Kang e celebra la sua intensa prosa poetica che offre riflessioni profonde sulla fragilità e la resilienza umana. Attraverso i suoi libri, Han Kang invita i lettori a esplorare il dolore e la speranza con uno sguardo intenso e poetico.

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Han Kang vince il Premio Nobel per la Letteratura 2024. Chi è la scrittrice sudcoreana
premio nobel per la letteratura 2024 Han Kang

La scrittrice sudcoreana Han Kang (nata a Gwangju il 27 novembre 1970) è la vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2024. Il premio le è stato assegnato dall'Accademia Svedese in riconoscimento del suo stile di scrittura, che intreccia poesia e prosa, e delle tematiche affrontate nelle sue opere, che offrono riflessioni profonde sulla fragilità e la resilienza umana. Il Nobel è una delle più alte onorificenze nel mondo della letteratura, assegnato a scrittori e scrittrici di prosa e poesia che hanno arricchito il patrimonio culturale mondiale con la loro arte. Han Kang non era fra le favorite alla vigilia e la sua vittoria è stata accolta con entusiasmo e curiosità, unendosi alla lista dei grandi autori premiati in passato, come Gabriel García Márquez, Kazuo Ishiguro, Annie Ernaux o, per citare solo alcuni italiani,  Giosué Carducci, Luigi Pirandello e Grazia Deledda. Han Kang è la seconda più giovane vincitrice del Nobel dopo Rudyard Kipling, che lo vinse nel 1907, a 41 anni, ed è la 17esima donna della storia a ottenere il premio.

Chi è Han Kang: biografia e principali opere letterarie

Han Kang (nata a Gwangju, in Corea del Sud, il 27 novembre 1970) ha 53 anni, è figlia del romanziere Han Seung-won ed è nota soprattutto per romanzi come La Vegetariana, Atti umani e L’ora di greco, in cui vengono raccontate storie complesse e profondamente umane. L'autrice ha iniziato a scrivere fin da giovane, ma il suo debutto ufficiale risale agli anni ’90 con il suo primo racconto, Red Anchor, pubblicato nel 1993 su una rivista letteraria sudcoreana. Fin da subito mostrò una profonda sensibilità nel trattare i temi della sofferenza umana, della memoria e dell’identità, caratteristiche che hanno poi definito le sue opere più mature e famose.

La Vegetariana (2007) ha vinto il Man Booker International Prize nel 2016. Il romanzo racconta la storia di Yeong-hye, una donna sudcoreana che decide di smettere di mangiare carne. Da qui l’autrice esplora il rifiuto della violenza e la ricerca di un'esistenza alternativa attraverso il rifiuto del cibo, tramutandosi in una ribellione personale contro le norme sociali e familiari, e della metamorfosi, con una prosa che rende il quotidiano inquietante e surreale.

Atti Umani (2014) affronta il massacro di Gwangju del 1980. Il libro raccoglie le testimonianze di coloro che hanno vissuto quella tragedia, mescolando le voci dei vivi e dei morti in un racconto che esplora il trauma, la perdita e la memoria. È un’opera che tratta con delicatezza il dolore collettivo e riflette profondamente sulle cicatrici lasciate dalla storia, contribuendo a far emergere il valore universale della scrittura di Han Kang. Questa capacità di trasformare la tragedia storica in una riflessione poetica e universale si collega strettamente alle motivazioni dell'Accademia Svedese, che ha riconosciuto nella sua opera la forza di “affrontare traumi storici e rivelare la fragilità della vita umana”.

L'ora di greco (pubblicato in coreano nel 2011) è un'opera che si sofferma sull’intimità della memoria e della perdita, utilizzando la metafora del linguaggio classico per esplorare i legami familiari e i vuoti lasciati da chi non c'è più. La riflessione sulla lingua come strumento per affrontare il dolore e il passato si intreccia con le tematiche care all’autrice, come la fragilità dell’esistenza e la capacità di trovare bellezza anche nelle esperienze più dolorose.

I motivi della vittoria di Han Kang

L'Accademia Svedese ha assegnato il Nobel per la Letteratura 2024 ad Han Kang

“per la sua prosa poetica intensa che affronta traumi storici e rivela la fragilità della vita umana”.

Si tratta di un elogio che riassume l’essenza della scrittura dell'autrice sudcoreana, capace di esplorare i lati più oscuri della condizione umana e di gettare luce su tematiche difficili con una sensibilità rara. Lei stessa ha detto:

“Come molti scrittori della mia generazione sento di aver ottenuto la libertà di investigare gli aspetti più intimi e nascosti degli esseri umani senza il senso di colpa di chi sente di dover fare proclami politici attraverso la letteratura”.

La sua narrazione si sviluppa così, spesso, in maniera non lineare, come un flusso di coscienza che scava nei ricordi e nelle esperienze traumatiche. Questa modalità espressiva è ciò che ha portato l'Accademia Svedese a definire la sua prosa come "poetica", capace di trasformare la sofferenza in arte.

Nel conferire a Han Kang il Premio Nobel per la Letteratura 2024, l'Accademia ha voluto riconoscere così una scrittura che sfida le convenzioni e che trova la sua forza nell'esplorazione della vulnerabilità umana. Il suo lavoro non offre risposte semplici ma invita chi la legge a confrontarsi con le ambiguità della vita, la violenza silenziosa e i segreti che plasmano la nostra identità.

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