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Lo smartphone che avete in tasca è più potente del computer che ha portato l’uomo sulla Luna con la missione Apollo 11 del 1969. Può sembrare incredibile come affermazione, ma è assolutamente vera: le tecnologie hardware e software del vostro telefono sono infinitamente più avanzate rispetto a quelle dell'AGC (Apollo Guidance Computer), il cuore pulsante della missione spaziale. Il computer utilizzato da Neil Armstrong e Buzz Aldrin per portare a termine il primo allunaggio della storia, aveva una memoria RAM di appena 32.768 bit e 72 kilobyte di memoria di sola lettura, la cosiddetta ROM, usata per conservare programmi immutabili. A confronto, un telefono moderno dispone di gigabyte di RAM e ROM, con potenze di calcolo che superano di centinaia di migliaia di volte quelle dell'AGC.
Smartphone e AGC dell’Apollo 11 sulla Luna: il confronto
Iniziamo mettendo a confronto l'hardware dell'AGC con quello degli smartphone moderni. Il computer che ha guidato l'Apollo 11 sulla Luna, aveva una memoria RAM (Random Access Memory) da 32.768 bit totali, in grado di memorizzare 2048 parole da 16 bit l'una. In informatica, una parola è un insieme di bit, di lunghezza definita, che viene trattato come un'unità singola dal processore e dal suo set di istruzioni. La dimensione di questa parola rappresenta un elemento fondamentale nell'architettura di un computer, influenzando direttamente la quantità di dati che il sistema può elaborare in un singolo passaggio. Altra puntualizzazione: la RAM è la memoria temporanea che i computer usano per lavorare con i dati correnti; si perde se il dispositivo si spegne. L'AGC disponeva, inoltre di 72 kilobyte di memoria ROM (Read Only Memory), usata per contenere il software “fisso”, cioè il codice che non poteva essere cambiato durante la missione.
Oggi uno smartphone di fascia “medio-bassa” dispone di almeno 4 gigabyte di RAM ovvero 4 miliardi di byte, equivalenti a oltre 34 miliardi di bit. Questa quantità è più di un milione di volte superiore a quella del computer della missione Apollo 11. Per quanto riguarda la memoria permanente, alcuni modelli possono arrivare a 512 gigabyte, cioè più di 4 trilioni di bit, ovvero oltre 7 milioni di volte quella dell'AGC.
Se passiamo invece alla potenza di elaborazione, il processore dell'Apollo lavorava a una frequenza operativa di circa 0,043 megahertz (o MHz), mentre un attuale processore di smartphone solitamente ha una frequenza operativa di almeno 2000 MHz. Questo significa che il vostro telefono, anche se dovesse essere un modello di fascia medio-bassa, sarebbe oltre centomila volte più veloce nell'eseguire calcoli rispetto al computer impiegato per il primo allunaggio. Strabiliante!
Non solo la memoria e la velocità di calcolo sono diverse: i computer moderni hanno chip specializzati che si occupano di compiti specifici, come la gestione del display o l'elaborazione di immagini e suoni, aumentando ulteriormente la loro efficienza e capacità di compiere azioni complesse.
Altro dettaglio legato all'hardware che non possiamo non passare sotto la lente riguarda il peso dell'hardware: mentre l'Apollo Guidance Computer, stando a quanto affermato su questa pagina del sito della NASA, pesava la bellezza di 29,5 kg, gli smartphone difficilmente superano i 200-250 grammi di peso.
E che dire della complessità dell'interfaccia utente del computer? Si basava su un sistema chiamato DSKY (Display Keyboard), che funzionava inserendo codici numerici tramite una tastiera molto rudimentale, che ricorda quella delle calcolatrici. Secondo Graham Kendall, professor emerito dell'Università di Notthingam, se al tempo della missione Apollo 11 fosse stato possibile disporre delle tecnologie attuali «quasi certamente [l'AGC, NdR] non avrebbe avuto una tastiera, ma avrebbe usato comandi di scorrimento su un touchscreen. Se ciò non fosse stato possibile a causa della necessità di indossare i guanti, l'interazione sarebbe potuta avvenire attraverso gesture, movimenti oculari o qualche altra interfaccia intuitiva».
Per non parlare, poi, delle funzioni sempre più avanzate, basate sull'intelligenza artificiale, di cui dispongono i sistemi operativi moderni degli smartphone: ai tempi dell'Apollo Guidance Computer tutto questo era pura fantascienza.
Anche le calcolatrici scientifiche più potenti del computer AGC
Concludiamo con una piccola curiosità: prima ancora dell'avvento dei potenti smartphone odierni, anche semplici calcolatrici scientifiche degli anni '90 avevano superato la potenza dell’AGC. Prendendo come esempio la TI-73, questa calcolatrice prodotta da Texas Instruments aveva 8 volte più RAM e una velocità di calcolo 140 volte superiore a quella del computer usato nella missione Apollo 11; il modello successivo, la TI-84, aveva addirittura 32 volte più RAM e una velocità quasi 350 volte superiore. Questo dimostra quanto siano stati importanti i passi da gigante fatti nel campo nell'elettronica in nemmeno tre decenni.