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17 Ottobre 2024
7:00

Qual è stato il primo computer della storia? Dipende da cosa intendiamo per “computer”

La storia del computer inizia con Babbage (1820) per il calcolo meccanico e con l'ABC di Atanasoff (1941) per l'elettronica. ENIAC (1945) fu il primo computer programmabile della storia, seguito da Apple I che fu il primo primo a vantare una scheda a circuito singolo (1976) e da Apple Lisa che fu il primo con interfaccia grafica (1983).

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Qual è stato il primo computer della storia? Dipende da cosa intendiamo per “computer”
ENIAC
Il computer ENIAC. Credit: TexasDex at English Wikipedia., CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Che stiate leggendo questo articolo da un PC o da uno smartphone, state in ogni caso usando un computer. Con questo termine, infatti, intendiamo «una macchina che è in grado di accettare e immagazzinare al suo interno una grande mole di informazioni in una forma determinata, di elaborarle e di fornire i risultati dell’elaborazione sotto forma di dati digitali», per usare la definizione di “computer” del vocabolario Treccani. Ecco perché per rispondere alla domanda che fa da “traccia” di questo articolo – Qual è stato il primo computer della storia? – rispondiamo “dipende”.

Se ci si riferisce al computer come a una macchina elettronica, l'ENIAC (1945) – un bestione di 30 tonnellate che conteneva 18.000 valvole e occupava una stanza di 140 metri quadri, realizzato da John W. Mauchly e J. Presper Eckert nell'Università della Pennsylvania – rappresenta difatti il primo elaboratore della storia a rientrare in questa categoria, cioè fu il primo computer programmabile interamente elettronico. Se ci si riferisce al concetto di automazione del calcolo, invece, la storia del computer inizia molto prima, con le macchine di Babbage (1820) o Atanasoff (1941). Ripercorriamo insieme le tappe fondamentali che hanno portato allo sviluppo di quello che oggi chiamiamo “computer”.

1820-1958: dal primo computer “meccanico” della storia alla nascita dei circuiti integrati

Il Difference Engine, ideato nel 1820 dal matematico inglese Charles Babbage, è considerato il primo computer “meccanico” della storia. Alimentato a vapore tramite una manovella, la macchina era in grado di calcolare una serie di valori e stamparne i risultati in una tabella.

Computer di Babbage
Difference Engine di Babbage. Credit: geni. CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Oltre un secolo più tardi, nel 1941, John Vincent Atanasoff, professore di fisica e matematica alla Iowa State University e il suo studente laureato, Clifford Berry, progettano il primo computer elettronico digitale, che passò alla storia come ABC (Atanasoff-Berry Computer). Fu il primo computer a memorizzare informazioni nella sua memoria principale.

Il primo computer elettronico e programmabile della storia, invece, fu la gigantesca macchina ENIAC (Electrical Numerical Integrator And Calculator), ideata nel 1945 da John W. Mauchly e J. Presper Eckert presso l'Università della Pennsylvania. Questa macchina è considerata il primo «computer digitale decimale, elettronico, automatico, di uso generale», almeno secondo il libro Milestones in Computer Science and Information Technology di Edwin D. Reilly. ENIAC utilizzava una parola di 10 cifre decimali (anziché binarie) e fu la prima macchina a utilizzare 18.000 valvole termoioniche, facendogli occupare oltre 167 metri quadrati di superficie.

ENIAC
ENIAC. Autore sconosciuto. Credit: U.S. Army Photo, via Wikimedia Commons (foto di pubblico dominio).

Negli anni '50, l'uso del transistor – inventato nel 1947 da William Shockley, John Bardeen e Walter Brattain dei Bell Labs – mandò in pensione le valvole termoioniche nei computer, oltre che nelle radio e in altri dispositivi elettronici. Questo perché le valvole termoioniche erano altamente inefficienti, richiedevano molto spazio e dovevano essere sostituite spesso. E dal momento che i computer degli anni '40 e '50 contenevano 18.000 valvole, che producevano un enorme calore che bisognava raffreddare, utilizzare i transistor risolse molti di questi problemi. Anche i transistor, però, avevano qualche problema. In particolare, dato che necessitavano di essere saldati insieme, quando i circuiti diventavano complessi, le connessioni tra i singoli transistor diventava più intricata aumentando le probabilità di cablaggi difettosi.

Nel 1958, anche questo problema fu risolto da Jack St. Clair Kilby della Texas Instruments, che ideò il primo circuito integrato o chip (tra l’altro gli valse nel 2000 il premio Nobel per la fisica), che rappresenta sostanzialmente una raccolta di minuscoli transistor collegati tra loro nel momento in cui questi ultimi vengono prodotti, annullando così la necessità di saldare insieme un gran numero di transistor.

Lo sviluppo della tecnologia portò negli anni seguenti alla nascita del primo supercomputer della storia: il CDC 6600, realizzato da Control Data Corporation. Correva l'anno 1963.

Anni '70: inizia l'era dei personal computer

L'evoluzione della tecnologia ha aperto negli anni '70 l'era dei personal computer. Nel 1976 Steve Jobs e Steve Wozniak fondano insieme Apple Computer e presentano al mondo Apple I, il primo computer con una scheda a circuito singolo e ROM (Read Only Memory).

Nel 1983 Apple lanciò l'Apple Lisa, che fu il primo personal computer dotato di un'interfaccia utente grafica o GUI (Graphical User Interface) e di un mouse. Nello stesso anno, viene lanciato il Gavilan SC, il primo computer portatile a vantare un design flip-form e il primo in assoluto a essere commercializzato ufficialmente come “laptop”.

Apple Lisa
Apple Lisa. Credit: Timothy Colegrove, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.
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