Il 21 maggio una turbolenza ha causato un morto (un uomo britannico di 73 anni) e decine di feriti a bordo di un Boeing 777-300ER diretto da Londra a Singapore. Vista la situazione i piloti sono stati costretti ad effettuare un atterraggio di emergenza a Bangkok e proprio lì sono stati ricoverati alcuni tra i passeggeri in condizioni più critiche. Inizialmente è stato detto che il velivolo ha perso ben 1900 metri di quota in un colpo solo – e proprio questa sarebbe stata la causa del disastro. In realtà però, dopo ulteriori analisi fornite da FlightRadar, è evidente come si sia trattato di un errore: quel valore è relativo alla discesa di emergenza del mezzo verso Bangkok, mentre la turbolenza effettiva ha comportato un dislivello massimo di circa 150 metri.
Tra l'altro il 25 maggio si è verificato un altro episodio simile, legato questa volta a un volo diretto da Doha a Dublino. È bene però fare attenzione: anche se si tratta di due eventi ravvicinati, in generale le turbolenze così forti sono eventi rari – soprattutto se consideriamo le migliaia di voli che vengono compiuti ogni giorno – e quindi non è necessario preoccuparsi o andare nel panico se si ha in previsione un viaggio.
Cosa è successo a bordo del Boeing 777-300ER
Il protagonista di questa storia è il volo SQ321 della Singapore Airlines. Si tratta di un Boeing 777-300ER che lunedì 20 maggio alle 23:38 è partito da Londra Heathrow alla volta di Singapore, con a bordo 230 passeggeri. Nelle prime ore di viaggio non è successo nulla di rilevante, ma una volta sorvolato il Mare delle Andamane sono cominciate le prime turbolenze.
E qui qualcuno potrebbe dire “beh niente di strano, le turbolenze sono un fenomeno relativamente comune quando si viaggia in aereo”. Questo è vero, ma la turbolenza che ha colpito questo mezzo è stata particolarmente violenta e a bordo è scoppiato il caos: i passeggeri a bordo che in quegli attimi non avevano le cinture allacciate sono stati sbalzati da una parte all'altra dell’aereo, in mezzo a piatti, posate e resti di cibo del catering che sono volati dappertutto. Viste le condizioni, i piloti hanno eseguito un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Bangkok, Thailandia, dove diverse ambulanze erano già pronte per offrire i primi soccorsi. Purtroppo, a causa della turbolenza, un cittadino britannico di 73 anni presente a bordo ha perso la vita e almeno 54 passeggeri sono rimasti feriti.
Ma andiamo a vedere cosa è accaduto esattamente dal punto di vista tecnico-scientifico.
L’analisi FlightRadar del volo SQ321
Per capire cos’è successo possiamo per prima cosa guardare i dati relativi al volo dell’aereo, nello specifico come è cambiata la sua altitudine, rappresentato da una linea blu nell'immagine sottostante.
Il mezzo vola ad una quota stabile di circa 11 mila 200 metri fino a quando a un certo punto inizia una prima fase di discesa. Quella prima diminuzione di quota di 1900 metri è stata interpretata come risultato della turbolenza, ma in realtà non è così: quella è già parte della discesa di emergenza.
La turbolenza si è verificata qualche minuto prima, in corrispondenza di quel piccolo punto al di sopra della linea azzurra. Ma vediamolo più nel dettaglio.
Ancora una volta la linea azzurra rappresenta l'altitudine e si vede come il dislivello sia molto più ridotto di quasi 2000 metri e pari in realtà ad appena 150 metri. La turbolenza è stata comunque molto violenta: la linea grigia rappresenta come è variata la velocità verticale del mezzo e vediamo che cambia in modo non solo molto intenso ma anche molto rapido. Proprio per questo a bordo è scoppiato il caos e, di conseguenza, il nostro consiglio è quello di tenere sempre allacciate le cinture, anche quando il segnale indica che non è più obbligatorio farlo.