Come confermato dal giornale svedese Expressen, la causa del guasto ai gasdotti Nord Stream sarebbe un'esplosione, confermando la maggior parte dei sospetti in merito. La prova del nove è stata ottenuta calando un drone sottomarino in corrispondenza del gasdotto, filmando a circa 75-80 metri di profondità uno squarcio di almeno 50 metri lungo la tubatura. L'esplosione era stata inizialmente rilevata dai sismografi sotto forma di scossa di magnitudo Richter 2.3 ma, fin dalle prime ore, la pista terremoto è stata scartata in favore di quella del sabotaggio. A marzo 2023 infatti il New York Times ha messo sul piatto l'ipotesi che si sia trattato di un attacco effettuato da un gruppo pro-Ucraina, anche se resta ancora tutto da verificare.
Dal video è possibile vedere come alcune porzioni del tubo siano crepate e i bordi della zona esplosa siano estremamente deformati. Proprio in queste ore stanno proseguendo le indagini della polizia di Svezia e Danimarca per confermare l'esplosione come causa ufficiale, anche se le indagini preliminari della polizia di Copenaghen sembrano già validare questa ipotesi.
Dopo la pubblicazione di queste immagini, ovviamente, non è tardata ad arrivare la risposta dalla Russia tramite il portavoce Dmitry Peskov. Queste le sue parole riferite all'indagine sul gasdotto:
Per come appare dal punto di vista pubblico, almeno secondo le dichiarazioni che sentiamo, dalla Germania, dalla Francia e dalla Danimarca, è adattata a priori per addossare la responsabilità alla Russia. Questo è assurdo.
Ma non solo. Il Cremlino ha detto di essere "rammaricato" perché il processo investigativo si sta svolgendo in una modalità molto chiusa, senza interazione con la Russia che è co-proprietaria di questi gasdotti.
Per approfondire, ecco un video che abbiamo realizzato sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 avvenuto il 26 settembre 2022: