
Le tradizioni legate alla notte di Capodanno e al 1° gennaio sono molte e diversificate in base alle usanze locali. Ci sono differenze sia nelle varie regioni d’Italia che in giro per il mondo.
Alcune delle più celebri – come indossare il colore rosso, mangiare certi cibi perché considerati beneauguranti, baciarsi sotto il vischio e fare attenzione a chi entra in casa il 1 gennaio – sono ricorrenti nel nostro Paese, e hanno origini nel folklore, proprio come accade per i simboli di altre festività, come l’albero di Natale e la zucca di Halloween.
Indossare un indumento rosso
Tradizione vuole che la notte di Capodanno si indossi un indumento rosso, che sia biancheria oppure un vestito. Tale indumento deve essere indossato solo una volta e non riutilizzato al Capodanno successivo.
Anche se negli ultimi anni questa usanza ha preso una piega decisamente commerciale, le sue radici in realtà sono antiche. Il colore rosso, infatti, fin dall’epoca dei Romani aveva significato di potere, forza e buon auspicio: gli imperatori vittoriosi indossavano drappi rossi dopo le battaglie e abbiamo testimonianze che l'imperatore Ottaviano Augusto indossò un drappo di questo colore in occasione del primo giorno dell’anno. La data stessa del Capodanno è stata fissata dal console Quinto Fulvio Nobiliore nel 153 a.C. al 1 gennaio, prima si festeggiava in marzo, in concomitanza con l’arrivo della primavera.
Mangiare lenticchie, uva, frutta secca e melagrane
Sulla tavola di Capodanno e del primo giorno dell’anno nuovo la tradizione vuole che non possano mancare alcuni cibi. Ma perché queste usanze sono giunte fino a noi? La tradizione di mangiare lenticchie ha origine nell’antica Roma, dove si regalavano sacchetti pieni di questo legume con l’augurio che si trasformassero in denaro. La lenticchia, infatti, somiglia a una moneta e durante la cottura aumenta di volume, attributo che viene considerato beneaugurante.
Anche mangiare 12 chicchi d’uva, uno per ogni mese dell’anno – e possibilmente uno ad ogni rintocco della mezzanotte! – si dice porti fortuna. Questa usanza sembra essere nata in Spagna, nella zona di Alicante nel 1909, anno in cui ci fu un raccolto eccezionale di uva: i viticoltori, per smaltire l’eccesso, promossero l’iniziativa dei 12 chicchi d’uva, che ebbe un gran successo e si diffuse rapidamente.
Mangiare melagrane porta buona sorte: questo frutto, fin dall’antica Grecia e poi nell’antica Roma, è considerato simbolo di prosperità, fertilità e abbondanza perché racchiude in sé, sotto un’apparenza coriacea, dei succosissimi frutti.
Sulla tavola non può poi mancare infine la frutta secca. Anche in questo caso, l’usanza arriva dalle strenae romane, ovvero i doni che si scambiavano durante le feste dei Saturnali, celebrazioni in onore di Saturno e di Capodanno, che sono all'origine dei regali natalizi. La frutta secca era considerata preziosa perché, all’apparenza dura, racchiude un seme vivo e nutriente. Inoltre, nel Medioevo e nel Rinascimento era considerata un bene di lusso, motivo per cui è nata la tradizione di mangiarla nei momenti di festa.
Baciarsi sotto il vischio
Vuole l’usanza che baciarsi sotto una pianta di vischio porti fortuna agli innamorati e protegga la loro unione. Questa tradizione nasce da una – triste – leggenda norrena, narrata nel poema medievale The Prose Edda, nel quale si raccolgono buona parte delle informazioni che possediamo sui culti germanici prima dell'avvento del cristianesimo.
La dea dell'amore Frigg sognò la morte di Baldur, figlio suo e di Odino, padre di tutti gli dei. Per salvarlo, chiese a tutte le piante, gli animali e gli oggetti inanimati del mondo di proteggerlo e non fargli del male: tutti gli esseri giurarono che avrebbero difeso e mai attaccato Baldur. Si dimenticò del vischio, pianta dall’aspetto quieto e inoffensivo: fu così che Loki, dio degli inganni, fece in modo che il dio cieco Höðr scagliasse a Baldur una freccia fatta proprio di vischio. Baldur morì dando così inizio al Ragnarök (la fine del mondo secondo la mitologia germanica). Le lacrime che Frigg versò sul vischio si trasformarono nelle piccole bacche bianche, frutti tipici di questa pianta.
Proprio perché all’origine della leggenda c’è l’intento di protezione di Frigg, che è appunto la dea dell’amore, nei secoli il vischio è stato associato a questo sentimento. L'usanza di appenderlo nel periodo natalizio è tipico nel Natale Vittoriano – il vischio appeso è citato infatti anche nel celebre Canto di Natale di Charles Dickens.
Entrare in casa con il piede destro e altre tradizioni del 1 gennaio
In Scozia esiste la tradizione del first-footing, che è poi stata esportata anche nell'Europa continentale. Si dice, infatti, che la prima persona che entra in casa il primo giorno dell’anno – o la prima persona che si incontra – possa influenzare positivamente o negativamente l’andamento dell’anno stesso.
Sulla stessa falsa riga si dice che entrare in casa con il piede destro sia di buon auspicio, poiché il lato sinistro era considerato il lato del male e della sfortuna, infatti in italiano l'aggettivo "sinistro" è anche sinonimo di "inquietante" (dal latino sinister, che aveva anche il significato di “sfavorevole”).
Un altra credenza è quella secondo cui porta fortuna incontrare o far entrare in casa per prima una persona anziana: gli anziani, fin dall’antichità, sono infatti i custodi della società e del sapere profondo, nonché coloro che erano abilitati a dare benedizioni e buone indicazioni.