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15 Febbraio 2024
14:30

Il miele è il vomito delle api? No, ecco come viene prodotto

Le api succhiano il nettare dai fiori attraverso una proboscide, la ligula, e lo rigurgitano più volte. Non si tratta però di vomito perché questi passaggi non avvengono nello stomaco vero e proprio delle api, ma nella borsa melaria che è separata rispetto allo stomaco digestivo.

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Il miele è il vomito delle api? No, ecco come viene prodotto
Miele come si produce vomito api

Si sente spesso dire che il miele, la sostanza dolce prodotta dalle api, sia il loro vomito. In realtà questo non è corretto: sarebbe più giusto parlare di rigurgito. Le api producono il miele a partire dal nettare dei fiori come alimento di riserva da consumare in inverno, quando il cibo scarseggia. Il nettare raccolto dalle api bottinatrici (raccoglitrici) viene conservato in uno specifico stomaco del miele, distinto e separato da quello con cui le api si nutrono. In realtà quindi il miele non viene espulso dallo stomaco dell'ape e il prodotto finito richiede un passaggio esterno di ventilazione: per questo non può essere definito vomito. Inoltre, il vomito è un riflesso involontario mentre il processo di rigurgito del nettare è pressoché volontario.

Come viene prodotto il miele dalle api?

Le api raccoglitrici, chiamate anche bottinatrici, attraverso una proboscide chiamata ligula raccolgono nettare e melata, un derivato zuccherino prodotto da alcuni insetti succhiatori che si nutrono della linfa degli alberi. Conservano poi il proprio bottino in un apposito stomaco del miele (la borsa melaria) separato dallo stomaco digestivo.

stomaco delle api anatomia miele come si produce

La borsa melaria è un esempio di ingluvie, una struttura anatomica presente non solo nelle api, ma anche in altri insetti e uccelli che, pur facendo parte dell’apparato digerente, non ha funzione digestiva bensì di deposito temporaneo del cibo. Nel caso delle api, è strutturato appositamente per fare il miele e può contenere fino a 40 microlitri di nettare! All’interno della borsa melaria, l’enzima invertasi inizia il processo di formazione del miele, scomponendo il saccarosio presente nel nettare nei due zuccheri che lo costituiscono: il glucosio e il fruttosio.

Arrivate all’alveare, il nettare viene rigurgitato dalle bottinatrici e ingurgitato dalle api operaie, nella cui borsa melaria continua la scissione del saccarosio. Ogni ape operaia ingurgita e rigurgita il nettare passandolo ad un’altra operaia in un processo chiamato trofallassi che si ripete per diverse volte e dura circa 30 minuti. Durante questo processo, il nettare si arricchisce di enzimi e perde acqua.

Alla fine di questa catena di ingestione e rigurgito, il “quasi” miele viene depositato nel favo dell’alveare (un agglomerato di celle esagonali) e fatto asciugare grazie alle api ventilatrici.

Perché il miele non è vomito delle api: le differenze

Quando parliamo di vomito ci riferiamo ad una espulsione forzata del contenuto dello stomaco attraverso la bocca, a seguito di stimoli che potremmo definire patologici (da un odore sgradevole a un virus), a seguito della stimolazione di zone della faringe o del cosiddetto centro del vomito presente nel cervello, la Chemoreceptor Trigger Zone o CTZ. È a tutti gli effetti un meccanismo di riflesso che ci protegge dall’assorbimento di sostanze pericolose.

Quindi il miele prodotto dalle api non è il loro vomito per due motivi: non viene espulso dallo stomaco, ma dalla borsa melaria che ha la specifica funzione di contenere e far maturare il nettare; è un processo volontario e non un riflesso a seguito di stimoli potenzialmente dannosi.

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