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I teschi di cristallo hanno spesso un importante ruolo all'interno delle trame di prodotti fantasy o di avventura, come libri, film e videogiochi ambientati nel mondo dell'archeologia o delle superstizioni delle civiltà precolombiane mesoamericane, come i Maya e gli Aztechi. In realtà, a oggi, non c'è alcuna prova che questi oggetti possano essere stati prodotti in Messico, e anzi, le ricerche sembrano suggerire che si tratti di falsi prodotti ad arte in Europa nel XIX e nel XX secolo. A cavallo dei due secoli, l'interesse per gli oggetti antichi ed esotici in Europa e negli Stati Uniti era talmente ampio e redditizio che si formò un'economia parallela per la produzione di contraffatti di diversa natura, particolarmente fortunati furono gli oggetti associati alle diverse culture precolombiane per via delle loro particolarità estetiche e del richiamo a una sfera soprannaturale.

I teschi di cristallo, realizzati a partire da blocchi di quarzo, cominciarono a diffondersi in Europa a partire dalla seconda metà del XIX secolo. All'epoca, l'interesse per le antiche civiltà precolombiane era tale che molti importanti musei, tra cui il British Museum di Londra, vollero acquistarne dai numerosi antiquari e venditori di antichità che all'epoca facevano affari d'oro smerciando reperti razziati da siti archeologici in tutto il mondo o falsi realizzati ad arte. Considerando che le figure scheletriche erano molto diffuse nell'arte maya e azteca, all'epoca non ci si pose il problema dell'autenticità dei manufatti. Particolarmente attivo nella redditizia vendita di teschi di cristallo precolombiani fu l'antiquario francese Eugène Boban (1834-1908), al seguito di Massimiliano d'Asburgo nel corso della sua sfortunata dominazione del Messico (1864-1867). A oggi sembra che molti dei teschi di cristallo presenti in diversi musei europei e americani siano stati venduti proprio da Boban. Sulla base delle ricerche d'archivio dei musei, sembra infatti che la stragrande maggioranza dei teschi di cristallo noti siano riconducibili in un modo o nell'altro all'antiquario francese.

La vera natura di questi manufatti che tanta fortuna hanno avuto nell'immaginario occidentale, è emersa a partire dalla seconda metà del XX secolo, grazie a numerose ricerche. Innanzitutto si è evidenziato come sia nella letteratura che nella tradizione orale delle civiltà mesoamericane non sia presente nessun riferimento ai teschi di cristallo; in seguito, si è dimostrato come gli esemplari presenti nei diversi musei non avessero alcun legame con nessun sito archeologico noto, sia che questo fosse stato scavato scientificamente o razziato dai tombaroli. Anche le analisi chimiche e sulle tecniche di lavorazione hanno dimostrato come questi oggetti fossero dei falsi prodotti in Europa: i teschi di cristallo infatti sarebbero stati realizzati con oggetti piuttosto comuni nei laboratori di gioielleria e per la lavorazione del cristallo della metà del XIX secolo, come trapani e scalpellini.
Le tecniche di lavorazione sarebbero dunque incompatibili con quelle maya o azteche. Inoltre. il quarzo nel quale sono stati scolpiti non proviene dal Messico, bensì dal Brasile o dal Madagascar. A metà del XIX secolo, la cittadina di Idar-Oberstein, in Germania, era piuttosto famosa per l'abilità degli artigiani nella lavorazione del quarzo proveniente dai giacimenti brasiliani e la teoria più accreditata vede i teschi di cristallo prodotti proprio nei laboratori di Idar-Oberstein e smerciati in giro per il mondo da Eugène Boban, il vero "inventore" dei teschi di cristallo.
