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3 Marzo 2024
14:47

Ma si può davvero imparare dormendo? Cosa dice la scienza sull’ipnopedia

Possiamo imparare una lingua straniera, studiare per un esame o memorizzare una canzone mentre dormiamo? La scienza ci dice di no: non ci sono abbastanza evidenze per dimostrarlo, ma la nostra memoria può essere utile durante il sonno per registrare informazioni acquisite da svegli.

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Ma si può davvero imparare dormendo? Cosa dice la scienza sull’ipnopedia
imparare dormendo

L'ipnopedia è la tecnica di "apprendimento notturno" (sleep learning) per cui, tramite apparecchi auricolari, il soggetto in stato di sonno è in grado di apprendere inconsciamente quanto gli viene trasmesso all'udito, per esempio una lingua straniera come l'inglese. Ebbene, può sembrare scientifico, ma così non è: tutti gli studi finora riportati non hanno sufficienti prove per confermare che sia possibile imparare durante il sonno. Ma perché?

Lo diciamo subito: di norma, le informazioni apprese durante il sonno diventano improvvisamente inaccessibili quando ci svegliamo. Quindi, per esempio, non è utile ascoltare delle lezioni durante il sonno per passare un esame. In altre parole, sembra proprio che non possiamo apprendere durante il sonno in modo diretto. Possiamo però, attraverso opportuni stimoli sensoriali, consolidare le informazioni che abbiamo appreso durante la giornata, poiché il sonno ha un ruolo molto importante sulla nostra memoria. Quando dormiamo, infatti, si attivano le aree deputate alla memoria, come l’ippocampo.

Ci sono delle eccezioni: alcune informazioni possono essere acquisite durante una specifica fase del sonno e successivamente richiamate il giorno successivo. Un esempio sono i suoni ripetuti: se infatti presentiamo al cervello in fase REM un suono ripetuto, l’apprendimento di quel suono la mattina successiva è facilitato. Attenzione, perché lo stesso suono non viene ricordato, ma anzi dimenticato, se presentato durante il sonno non-REM.

Questo tipo di memoria, “apprendibile” durante la notte, è molto specifico: si tratta di perceptual learning, ovvero un tipo di apprendimento che avviene in maniera inconscia e grazie ai cinque sensi. In questo esempio abbiamo parlato di udito, ma il bello del perceptual learning è che sembra funzionare attraverso tutte le "porte" della percezione: udito, olfatto, tatto, gusto, vista. In sostanza, il nostro corpo è in grado di affinare la propria sensibilità in uno di questi aspetti della percezione, e questo è evoluzionisticamente vantaggioso5.

Un altro tipo di ricordo che viene facilitato durante la notte è il condizionamento: quel fenomeno di associazione ripetuta tra uno dei sensi (udito) e stimolo negativo o positivo (per esempio, scossa). Possiamo dire grazie a questi esempi che la notte non favorisce la formazione di ricordi coscienti, quanto piuttosto aiuta alcune forme di apprendimento che vengono dette "implicite", ovvero che rimangono al di sotto della consapevolezza del soggetto. Succede spesso ad alcuni pazienti con lesioni cerebrali di essere in grado di imparare perfettamente compiti pratici (come il cubo di Rubick), ma di non ricordare assolutamente dove e quando lo hanno imparato: ecco, potremmo dire che durante il sonno succeda più o meno la stessa cosa6.

Inoltre, è possibile imparare altre cose, come delle parole, durante la notte? Si tratta sicuramente di un compito più difficile. La risposta è sì, ma solo inconsapevolmente. Accade infatti che sebbene il cervello (in certe specifiche condizioni sperimentali) riesca a imparare il significato di parole straniere durante la notte, al risveglio il ricordo è svanito. Solo attraverso degli stimoli e degli indizi abbiamo la possibilità di “indovinare” le parole con più facilità, e specialmente se il compito veniva somministrato durante il sonno REM. Deludente per chi sperava di poter imparare da zero una nuova lingua.

Per tirare le somme, il cervello ha dei meccanismi di apprendimento notturni, ma di norma diventano inaccessibili allo stato di veglia. Le memorie che si formano sono di natura percettiva e possono avere delle influenze sulla veglia il giorno successivo solo a livello implicito, ovvero "subconscio".

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