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18 Maggio 2025
8:00

Yonaguni, il mistero dell’Atlantide giapponese: cosa dice la scienza sul monumento sommerso

L'origine dell'imponente struttura sommersa al largo delle coste dell'Isola di Yonagumi è stata dibattuta per lungo tempo. Alcuni ipotizzano che la "piramide sommersa" di Yagunami risalga all'ultima era glaciale e che sia stato costruito da antiche civiltà perdute, mentre numerose evidenze supportano un origine geologica.

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Yonaguni, il mistero dell’Atlantide giapponese: cosa dice la scienza sul monumento sommerso
Immagine
Credit: Melkov

Spesso indicato come "Atlantide del Giappone” per la sua posizione sul fondale marino, il Monumento di Yonaguni è un’imponente formazione rocciosa sommersa nell'Oceano Pacifico, lunga circa 40 metri e alta 27 metri, scoperta nel 1986 dal sommozzatore Kihachiro Aratake. La sua morfologia a gradoni e terrazze parallele, la topografia pianeggiante e le pareti quasi verticali sono state frequentemente utilizzate a supporto di teorie non convenzionali, secondo cui il monumento sarebbe il frutto dell’operato di antiche civiltà perdute risalenti all’ultima era glaciale. Tali ipotesi, tuttavia, sono state sistematicamente confutate dagli esperti. Al contrario, numerose evidenze geologiche indicano un’origine naturale, attribuibile alla lenta ma costante azione erosiva marina.

Il monumento sommerso

Il Monumento di Yonaguni è una massiccia struttura rocciosa sottomarina situata a circa 100 metri al largo della costa dell’omonima Isola di Yonaguni, la più meridionale dell’arcipelago delle Ryūkyū, nel Mar delle Filippine, in Giappone. La formazione è composta principalmente da arenarie e argilliti risalenti a circa 20 milioni di anni fa, e fa parte della formazione geologica dello Yaeyama.

Dettaglio della formazione sommersa. Credit: Robert M. Schoch.
Dettaglio della formazione sommersa. Credit: Robert M. Schoch.

Ciò che rende questo sito particolarmente affascinante è la presenza di una complessa serie di terrazzamenti e gradoni, dalle forme generalmente rettangolari e con pareti quasi verticali, che nel loro insieme richiamano le antiche costruzioni delle civiltà centro- e sudamericane, o addirittura le Ziggurat mesopotamiche. La roccia è però un tutt’uno con il substrato sottostante, il che suggerisce che non si tratti di una costruzione assemblata, ma piuttosto di una formazione naturale. La struttura principale misura circa 40 metri di lunghezza, è alta circa 27 metri e si trova a 5 metri al di sotto della superficie del mare.

Il Monumento di Yonaguni, fu scoperto nel 1986 da una guida turistica locale e da allora è stato oggetto di numerosi studi e teorie volti a individuarne l’origine. Nonostante gli esperti abbiano individuato numerose evidenze a supporto sull’origine naturale della sua morfologia, diversi altri ricercatori, appassionati dell’archeologia, nonché pseudoarcheologi continuano a sostenerne un’origine artificiale, arrivando a evocare l’operato di antiche civiltà perdute.

Vista della "Terrazza Principale" della Formazione di Yonagumi. Credit: Wikimedia Commons
Vista della "Terrazza Principale" della Formazione di Yonagumi. Credit: Wikimedia Commons

Teorie sull’origine artificiale del Monumento di Yonaguni

Le teorie sull’origine artificiale della struttura sommersa, a volte chiamata "piramide" di Yonaguni si basano quasi esclusivamente sulla morfologia dei gradoni e dei terrazzamenti, caratterizzati da superfici quasi piatte e parallele, spigoli netti e angoli prevalentemente retti. Secondo i sostenitori di queste teorie, una simile precisione geometrica avrebbe richiesto l'azione dell'uomo. A supporto di questa ipotesi vengono citati anche altri dettagli, come la presenza di fori circolari nella roccia, interpretati da alcuni come tentativi di frattura controllata tramite cunei, in modo analogo a quanto avveniva nelle antiche cave di pietra. Altri ancora sostengono di aver individuato tracce di incisioni o statue raffiguranti animali, sebbene non esistano immagini chiare o verificabili a supporto di tali avvistamenti.

La formazione sottomarina chiamata "La Tartaruga" a Yonaguni. Credit: Wikimedia Commons
La formazione sottomarina chiamata "La Tartaruga" a Yonaguni. Credit: Wikimedia Commons

Una delle principali teorie è quella proposta dal professor Masaaki Kimura, dell’Università di Ryūkyū, secondo cui la struttura sommersa di Yonaguni fu costruita circa 10 000 anni fa, cioè durante l’ultima eraglaciale, quando il livello del mare era significativamente più basso e il l’area si trovava emersa. Su questa base, alcuni sostengono che Yonaguni faceva parte del mitico continente perduto di Mu e la “piramide” sarebbe stata edificata da un’antica popolazione di cui oggi si è persa ogni altra traccia. Terremoti e inondazioni sono poi stati evocati innumerevoli volte per spiegare l’affondamento della struttura. Gli archeologi e i geologi, tuttavia, hanno confutato queste teorie, ritenendole prive di evidenza scientifica.

Un’altra ipotesi associa invece la struttura alle popolazioni Jōmon, cacciatori-raccoglitori che abitavano l’arcipelago giapponese già nel 3000 a.C. In questo caso, la struttura non sarebbe stata costruita da zero, ma parzialmente modificata o scolpita da queste popolazioni, in modo simile a come i nostri antenati incidevano simboli o pitture rupestri sulle pareti delle caverne preistoriche. Anche in questo caso, tuttavia, non sembrano esserci prove concrete a sostegno dell’ipotesi.

L’origine naturale delle formazioni di Yonaguni

Se da un lato l’ipotesi dell’intervento di antiche civiltà perdute aggiunge un affascinante alone di mistero al Monumento di Yonaguni, la comunità scientifica è in larga parte concorde nell’attribuirgli un’origine naturale. Il primo a proporre un’interpretazione geologica fu il geologo statunitense Robert Milton Schoch, il quale attribuì la morfologia del sito alla lenta ma costante azione erosiva delle correnti marine. Le arenarie che compongono la formazione di Yaeyama sono caratterizzate da numerose superfici di stratificazione parallele e ben definite, lungo le quali gli strati tendono a separarsi facilmente. Inoltre, le rocce risultano attraversate da diverse serie di fratture perpendicolari alle superfici di stratificazione, probabilmente formatisi in risposta all'intensa attività sismica dell’area. Nel corso dei millenni, le correnti marine hanno progressivamente modellato la roccia, provocando la separazione degli strati rocciosi lungo le superfici di debolezza (come appunto le fratture e i piani di stratificazione), dando così origine a una morfologia a terrazze e gradoni che, se pur affascinante, è piuttosto comune nel record geologico. Formazioni simili, per esempio, sono state individuate lungo la costa nord-orientale della stessa isola di Yonaguni.

Formazione rocciosa lungo la costa meridionale di Yonaguni. Si noti la presenza di giunzioni e fratture pressoché identiche alla geologia sottomarina.
Formazione rocciosa lungo la costa meridionale di Yonaguni. Si noti la presenza di giunzioni e fratture pressoché identiche alla geologia sottomarina.

Inoltre, alcuni degli elementi citati a sostegno dell’origine artificiale sembrano perdere forza se analizzati criticamente. Ad esempio, diversi ricercatori hanno evidenziato come i gradoni e i terrazzamenti non siano così geometricamente perfetti come precedentemente riportato, e, come già accennato, la struttura appare come un unico corpo roccioso, anziché un insieme di blocchi separati, escludendo dunque la possibilità che sia stata assemblata. Inoltre, le presunte incisioni sembrerebbero essere in realtà abrasioni naturali e segni lasciati da organismi marini, e l'altezza dei gradoni risulterebbe troppo grande per consentire un utilizzo funzionale da parte di esseri umani.

In conclusione, nonostante il dibattito sia ancora vivo, le prove oggi disponibili convergono verso un’origine naturale della formazione sommersa di Yonaguni, smentendo in modo convincente l’ipotesi di una costruzione artificiale.

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