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23 Gennaio 2025
9:51

Il primo data center sulla Luna potrebbe essere operativo da febbraio

Entro la fine di febbraio la startup Lonestar potrebbe allestire Freedom, il primo data center lunare, lanciandolo con un Falcon 9 di SpaceX. Alimentato a energia solare, offrirà archiviazione sicura nello spazio, cercando di vincere tutte le sfide del caso.

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Il primo data center sulla Luna potrebbe essere operativo da febbraio
data center lunare freedom
Immagine puramente illustrativa generata con AI.

Chi ha detto che i data center debbano essere confinati sulla Terra? Di sicuro non Lonestar Data Holdings, una startup che si prepara a realizzare il primo data center lunare, denominato Freedom, inviandolo sulla Luna con un lancio previsto per la fine del mese prossimo. Il progetto utilizzerà un razzo Falcon 9 di SpaceX (l'azienda spaziale di Elon Musk, famosa tra le tante cose per i progetti Starship e Starlink), che è chiamato a trasportare il data center, già completamente assemblato, integrandolo con il lander lunare Athena della compagnia Intuitive Machines. L’obiettivo è testare la fattibilità di un’infrastruttura dati al di fuori dell’atmosfera terrestre, aprendo nuove possibilità per la sicurezza e la conservazione delle informazioni.

L'alimentazione e il raffreddamento di un data center lunare

Negli ultimi anni, l'abbassamento dei costi di lancio, la disponibilità di energia solare e l’efficienza del raffreddamento nello spazio hanno spinto diverse aziende a considerare l’idea di trasformare la Luna in un nodo strategico per la conservazione di dati. La visione di Lonestar consiste nell'utilizzare il nostro satellite naturale come una sorta di “hub extraterrestre” in grado di garantire la conservazione dei dati in un ambiente sicuro, al riparo da danni dolosi e cyberattacchi.

Secondo il CEO della startup, Chris Stott, la Luna rappresenta un punto di ancoraggio ideale per la trasmissione di dati, anche se l’attenzione principale è rivolta alla memorizzazione piuttosto che alle attività che richiedono una bassa latenza, ovvero una velocità di risposta pressoché immediata.

Freedom sarà alimentato interamente da energia solare e utilizzerà delle unità di memoria a stato solido, raffreddate in modo naturale dalle basse temperature dello spazio. Tra i primi clienti di Lonestar figurano lo Stato della Florida, il governo dell’Isola di Man, l’azienda di intelligenza artificiale Valkyrie e persino la band Imagine Dragons, che ha deciso di sfruttare il data center per l’archiviazione dei propri contenuti digitali. Inoltre, per garantire la massima affidabilità, le operazioni del centro lunare saranno supportate da un backup terrestre, situato nella sede di Tampa, in Florida, della società Flexential.

L’idea di costruire infrastrutture digitali nello spazio non è una prerogativa di Lonestar, ma sta attirando diverse altre aziende. Perché quest'idea sta guadagnando così tanto terreno? Tra i motivi bisogna sicuramente considerare la crescente domanda energetica dei data center terrestri, sempre più energivori. Non è un caso che il settore stia quindi attirando finanziamenti significativi: Lumen Orbit, un’altra startup focalizzata su questa tecnologia, ha recentemente raccolto 11 milioni di dollari con una valutazione di 40 milioni, mentre Lonestar ha ottenuto quasi 10 milioni di dollari, con una valutazione inferiore ai 30 milioni.

Le sfide del progetto

Va detto, comunque, che un simile progetto presenta diverse sfide, come la limitata possibilità di aggiornamenti hardware dei data center e i costi elevati per il trasporto dei componenti. Per non parlare, poi, della possibilità che il lancio o il viaggio verso la Luna fallisca, comportando la perdita definitiva del data center. A differenza delle strutture terrestri, non esiste un modo pratico per riparare o recuperare hardware compromesso nello spazio. Secondo Chris Quilty, esperto del settore e co-CEO della società di ricerca Quilty Space, ogni lancio spaziale è un evento ad alto rischio: se qualcosa va storto, non c’è possibilità di recupero. Questo aspetto rende il progetto di Lonestar una scommessa audace, ma anche un possibile rivoluzionario punto di svolta nel settore dello stoccaggio di dati e informazioni digitali.

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