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Cosa ci ha insegnato il terremoto di San Francisco del 1906, uno dei più distruttivi della storia

Il 18 aprile 1906 un terremoto di magnitudo 7.9 colpì la città di San Francisco, provocando la distruzione di circa l’80% degli edifici in città. Fu un evento catastrofico, che però permise di scoprire le reali dimensioni della faglia di San Andreas e porre le basi per le moderne analisi di prevenzione.

18 Aprile 2022
7:30
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Cosa ci ha insegnato il terremoto di San Francisco del 1906, uno dei più distruttivi della storia
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Alle 5:12 del mattino del 18 aprile 1906 un violento terremoto – di magnitudo 7.9 della scala Richter secondo le stime più recenti – colpì la città di San Francisco, sulla costa occidentale degli Stati Uniti. La terra tremò per 42 secondi, provocando la distruzione di circa l’80% degli edifici in città. L'epicentro si trovava lungo la faglia di San Andreas, la cui reale estensione era allora sconosciuta. La stima all'inizio fu di appena 478 deceduti, ma in seguito si scoprì che il disastro era stato sottostimato dalle autorità. Oggi la cifra più plausibile è quella di almeno 3.000 morti, la maggior parte all'interno della città di San Francisco.

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La distruzione di San Francisco dopo il terremoto del 1906

Il terremoto e l'incendio di San Francisco

Come avverrà poi anche per il terremoto del Kanto del 1923, in Giappone, la maggior parte delle vittime e dei danni non furono causati dalla scossa in sé, ma dall'incendio che divampò in seguito al terremoto. Molte persone rimasero infatti intrappolate nelle case in fiamme, che erano letteralmente sprofondate a causa della liquefazione del terreno. Si tratta di un fenomeno che avviene quando un sedimento, sottoposto a pressione e vibrazione, perde improvvisamente resistenza comportandosi praticamente come un liquido. Può accadere con i terreni sabbiosi o argillosi, ricchi d'acqua. Tra le 227.000 le 300.000 persone rimasero senza casa, su una popolazione di circa 410.000 abitanti.

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Case di San Francisco sprofondate in seguito alla liquefazione del terreno

Il report di Andrew Lawson

Pochi giorni dopo il disastro del terremoto di San Francisco fu istituita una task force, composta da più di 20 scienziati, capitanata dal geologo Andrew Lawson, della Berkeley University. Lawson, 11 anni prima, aveva scoperto una faglia che scorreva lungo la baia di San Francisco, che aveva chiamato faglia di San Andreas. Noi oggi la conosciamo come una delle faglie più attive (e potenzialmente distruttive) del pianeta, ma all’epoca si pensava che fosse una faglia locale, lunga non più di qualche decina di chilometri. Ma i dati messi insieme dal team di Lawson evidenziarono come la scossa del 1906 avesse lasciato dei segni dalla California settentrionale fino all’area di Los Angeles, più di 1.000 chilometri più a Sud. Questi rilevamenti permisero di stabilire la reale estensione della faglia di San Andreas e offrirono preziose informazioni per la futura teorizzazione della tettonica delle placche.

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Mappa dell’intensità del terremoto di San Francisco del 1906

Lawson e i suoi collaboratori realizzarono anche una mappa (che vedete qui di fianco), in cui riportarono i diversi gradi di intensità del terremoto. Scoprirono così una correlazione tra intensità e conformazione geologica del suolo: valli ricche di sedimenti avevano subito scosse più forti rispetto ai siti rocciosi, e lo scuotimento più forte era avvenuto in quelle aree della baia dove si era verificata la liquefazione del terreno. Queste cose oggi ci possono sembrare banali, ma all’epoca la geologia non era ancora una scienza molto affermata.

I sistemi antisismici

Un’altra lezione dal terremoto di San Francisco del 1906 la trassero gli ingegneri. Prima di questo terremoto e delle sue catastrofiche conseguenze praticamente non esistevano soluzioni antisismiche in ingegneria, come dimostra il dato dell’80% di edifici danneggiati in seguito alla scossa. Non si usava analizzare più di tanto il terreno sul quale si stava costruendo, né si progettavano strutture in grado di oscillare e contenere così le tensioni generate dai terremoti. Da quel giorno però abbiamo fatto veramente passi da gigante, e oggi molti degli edifici storici di San Francisco sono stati implementati con sistemi anti-terremoto, come nel caso del municipio che dispone di isolatori sismici alla base.

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Panorama di San Francisco dopo il terremoto del 1906

In conclusione, se oggi conosciamo le aree più soggette a rischio sismico (con mappe geologiche molto dettagliate), e abbiamo sviluppato le tecnologie per la costruzione di edifici più resistenti, lo dobbiamo anche al terremoto di San Francisco del 1906 e al prezioso lavoro di scienziati come Andrew Lawson.

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