Ieri, giovedì 3 agosto, alle ore 13:18 circa (ora locale) si è sviluppata un'eruzione vulcanica nei pressi del monte Fagradalsfjall, in Islanda, a circa 32 km dalla capitale Reykjavik. Nello specifico si tratta di un'eruzione fissurale, cioè una fuoriuscita di lava da una spaccatura nel terreno lunga circa 300 metri. Questo fenomeno non è arrivato del tutto inaspettato: come confermato anche dal centro meteorologico islandese, l'evento è stato preceduto negli scorsi giorni da numerose scosse premonitrici con un valore di magnitudo Richter fino a 5.5. L'eruzione di queste ore, sempre secondo l'ente islandese, è piuttosto contenuta nelle dimensioni e al momento si segnala un basso rischio per aree popolate o infrastrutture critiche. Inoltre, a differenza di quanto accaduto nel 2010 con il vulcano Eyjafjallajökull, questa volta non è stato necessario fermare voli da e per l'Islanda.
Tra le altre cose, l'eruzione si è sviluppata nella penisola di Reykjanes, dove già nel 2021 un altro evento di questo tipo aveva portato alla formazione del vulcano Fagradalsfjall.
Ma per quale motivo l'Islanda è così ricca di vulcani?
Innanzitutto si trova su un cosiddetto punto caldo, cioè una zona relativamente fissa del mantello dalla quale risalgono pennacchi di magma che "bucando" la crosta danno vita a numerosi vulcani. Oltre a questo, il Paese si trova sulla dorsale medio oceanica, cioè quella particolare struttura morfologica dalla quale esce materiale vulcanico che darà poi vita a nuova crosta oceanica. Le dorsali solitamente si trovano sul fondale oceanico ma, se guardiamo da satellite, vediamo subito che a un certo punto questa "cicatrice sommersa" sbatte contro l'Islanda: possiamo quindi considerare quest'isola come una porzione di fondale oceanico emerso!