Si attendeva da tempo, e infine l'eruzione vulcanica in Islanda è avvenuta. La lava ha cominciato a fuoriuscire alle 22:17 di lunedì 18 dicembre 2023 da una spaccatura del terreno pochi chilometri a nord-est del paesino di Grindavik, nella penisola di Reykjanes. Le prime immagini e video che immortalano l'inizio dell'eruzione sono estremamente affascinanti: si vede l'eruzione cominciare in un punto ben preciso e poi propagarsi gradualmente lungo la frattura.
Ci sono due aspetti interessanti in questa eruzione. Il primo è che è un tipo di eruzione che non siamo abituati a vedere. Nel nostro immaginario le eruzioni vulcaniche avvengono da un cratere sulla sommità di un cono vulcanico, ma non tutti i vulcani sono così. Qui, per esempio, manca del tutto un edificio vulcanico: quella del 18 dicembre è infatti un'eruzione di tipo fissurale, in cui il magma, risalendo in superficie, segue le fratture del suolo come “vie di uscita preferenziali”. Nel caso specifico, questa eruzione segue una frattura di 4 km formatasi in direzione NE-SW. Non è un fatto insolito per l'Islanda: questa è una terra di eruzioni fissurali perché si trova sulla dorsale medio-oceanica dell'Oceano Atlantico, cioè il confine di separazione tra la placca Nordamericana e quella Euroasiatica.
Il secondo aspetto interessante riguarda i segnali precursori delle eruzioni vulcaniche. In questo caso ci sono stati molti indizi di un'eruzione imminente nell'ultimo mese e mezzo: intensi sciami sismici, progressiva diminuzione della profondità dei terremoti, violenta deformazione del suolo, variazioni nella composizione chimica dei gas che fuoriescono dal sottosuolo. I segnali precursori non danno la certezza che avverrà un'eruzione, anzi: spesso non si traducono in eruzioni. Ma il loro monitoraggio è fondamentale per la prevenzione e per la sicurezza della cittadinanza.