
Tennis e scienza, un binomio che negli ultimi anni sta diventando sempre più consolidato tra i professionisti. L'ultima ad affidarsi alle "cure" della disciplina scientifica e alla tecnologia è stata la n° 3 del mondo Coco Gauff: per migliorare le sue performance al servizio l'americana ha assunto nel suo team un esperto di biomeccanica, Gavin MacMillan, lo stesso che ha fatto fare il salto di qualità alla sua collega e attuale regina del tennis femminile Aryna Sabalenka. La biomeccanica è la disciplina che analizza i movimenti del corpo per migliorare la tecnica, aumentare l'efficienza e ridurre il rischio di infortuni, per questi motivi può rappresentare un vantaggio per chi studia (e cerca di applicare) le sue leggi.
Come la biomeccanica può migliorare il servizio nel tennis: Gauff, Sabalenka, Medvedev
La tennista americana Coco Gauff, campionessa in carica del Roland Garros e uscita agli ottavi di finale negli ultimi US Open, ha deciso di interrompere la collaborazione con il coach Matt Daly per affidarsi a Gavin MacMillan, guru della biomeccanica già conosciuto nell'ambiente per aver corretto il movimento del servizio di Aryna Sabalenka tra il 2022 e il 2024, portandola sul gradino più alto del ranking femminile: grazie ai miglioramenti nella posizione del braccio destro al momento del lancio di pallina e nella spinta con la gamba sinistra, nel 2024 l'attuale numero 1 del mondo ha dimezzato il numero di doppi falli rispetto a due stagioni prima. Proprio il servizio, invece, sta diventando un punto debole per Gauff: nel 2025 ha commesso 320 doppi falli in 47 partite, più di qualunque altra giocatrice nel circuito WTA. Da qui l'idea di assumere MacMillan, protagonista dell'intervista del video qui sotto, in cui spiega il suo lavoro:
Nel 2013 la scienziata sportiva francese Caroline Martin ha completato un dottorato di ricerca presso l'Università di Rennes con una tesi di 186 pagine dal titolo "Analisi biomeccanica del servizio del tennis e la sua connessione con le prestazioni e le patologie degli arti superiori". Martin spiega: "Il servizio è un movimento complesso, ma in termini di sperimentazione è piuttosto facile da mettere in pratica perché non si dipende dall'avversario, a differenza di un diritto o di un rovescio. Il movimento appartiene interamente a chi lo esegue. Non devi preoccuparti che la palla ti arrivi addosso. Questo rende più facile stabilire le condizioni di calibrazione e rende l'analisi biomeccanica più accurata".

La scienziata lavora in una palestra dotata di una ventina di telecamere optoelettroniche che registrano la posizione dei marcatori posizionati su un giocatore. Il tutto sincronizzato per ricostruire i movimenti in 3D. Le telecamere scattano 300 immagini al secondo. Una vera e propria "clinica del gesto" riprendendo il titolo di un'intervista di qualche anno fa alla Martin che annovera tra i suoi "pazienti" presenti e passati anche i campioni Slam Daniil Medvedev e Ivan Ljubicic.
Altri vantaggi dell'approccio biomeccanico nel tennis
Nello stesso articolo un altro esperto e coach francese, Cyril Genevois, che collabora regolarmente con la federazione tennis internazionale, sottilinea come un altro vantaggio dell'approccio biomeccanico, non meno importante, è quello di identificare i fattori di infortunio e quindi di prevenire determinate patologie. "Se servo a 200 km/h, sono efficiente. Ma se servo alla stessa velocità con un dispendio energetico inferiore, con meno stress sulla spalla, sono più efficiente. Ci sono stati grandissimi giocatori al servizio, come Patrick Rafter, che erano molto efficienti ma che hanno pagato caro il prezzo con diverse operazioni alla spalla. Grazie alla ricerca oggi sappiamo come evitare rotazioni premature che possono portare a infortuni addominali o alla spalla".
Sebbene la biomeccanica aiuti a formulare una diagnosi, non risparmia ai giocatori un lungo periodo di prove in allenamento per integrare in modo permanente il cambiamento nel movimento, come ha raccontato la stessa Gauff nel match d'esordio agli US Open
Ho passato così tanto tempo in campo a servire che alla fine mi è venuta la spalla. So che devo mantenere il nuovo movimento a prescindere perché, a lungo termine, sarà positivo, ma non è facile perché cambiare un colpo a questo punto della mia carriera è come imparare una nuova lingua.

Anche in questo caso, metodi innovativi possono ridurre i tempi di apprendimento. Ne è un esempio la tecnologia sviluppata a Lione Allyane Sport che aiuta gli atleti a modificare i propri movimenti in poche sedute, grazie alla cosiddetta "riprogrammazione neuromotoria", una combinazione di suoni a bassa frequenza e visualizzazione. "Con questi strumenti, possiamo penetrare nel subconscio delle persone e modificare i movimenti automatici – spiega al magazine Courts, Paul Doroshenko, che è stato anche l'osteopata della leggenda del tennis Roger Federer. "Apportiamo delle modifiche tecniche facendo indossare agli atleti cuffie con suoni a bassa frequenze, calibrando il cervello in modalità alfa per visualizzare la modifica e per ancorare il gesto".
Tennis e biomeccanica: il glossario applicato anche in Italia
In Italia una delle maggiori autorità in materia di biomeccanica applicata al tennis è Gennaro Volturo, tecnico Nazionale ed ex responsabile dell'area tecnica federale. Con i suoi allievi Volturo applica un acronimo divenuto fondamentale nel tennis moderno: B.I.O.M.E.C. in cui a ogni lettera corrisponde un particolare principio. Ecco quali sono:
- B come Balance: ovvero la capacità di controllare al meglio l’equilibrio corporeo sia in fase statica che dinamica;
- I come Inerzia: nel tennis è particolarmente significativo il “momento di inerzia” che è riferito alla resistenza che la racchetta incontra durante la fase di accelerazione;
- O come Opposite Force: in questo caso si allude al principio di azione e reazione. Per un tennista è di grande rilevanza piegare gli arti inferiori durante la fase di preparazione perché così facendo potrà sfruttare la forza proveniente dal terreno durante la successiva fase di estensione;
- M come Momentum: è il prodotto tra massa e velocità e pertanto il tennista, per favorire la massima accelerazione della racchetta, deve cercare di aumentare la velocità prodotta dai propri segmenti corporei in modo da trasferire alla racchetta il “momentum” generato;
- E come Energia elastica: l’energia elastica può essere riassunta considerando l’applicazione del cosiddetto “stretch-shorten cycle” (ciclo di allungamento e accorciamento). In particolare, durante la fase di preparazione di ciascuna abilità tecnica, i muscoli sono soggetti a una fase di allungamento che consente l’accumulo di energia elastica. Quest’ultima sarà impiegata durante la fase successiva attraverso l’accorciamento delle fibre muscolari e viene trasferita alla racchetta favorendone una maggiore accelerazione;
- C come Catena cinetica: la catena cinetica è l’azione sinergica dei vari segmenti corporei i quali agiscono come se fossero anelli di una catena, in cui la forza generata da ognuno di essi viene trasferita a quello successivo. La coordinazione è l’aspetto più significativo correlato a tale principio biomeccanico perché, per massimizzare la velocità finale, i segmenti corporei devono essere reclutati in modo tale che ognuno di essi inizi il suo movimento nell’istante in cui il segmento precedente ha raggiunto la massima velocità.