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1 Ottobre 2024
9:00

La “legge di Moore” è ancora valida oggi o è superata? Ecco quali sono i suoi limiti

La “legge di Moore” sullo sviluppo dei transistor e dei chip ha avuto un impatto straordinario, guidando decenni di progresso tecnologico. Anche se i suoi giorni potrebbero essere contati, la spinta innovativa che ha generato potrebbe continuare a influenzare l'evoluzione dell'informatica ancora per diverso tempo. Ecco la spiegazione semplice.

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La “legge di Moore” è ancora valida oggi o è superata? Ecco quali sono i suoi limiti
legge di Moore

A metà degli anni '60, un giovane chimico di nome Gordon Moore – in seguito sarebbe stato uno dei fondatori di Intel e considerato uno dei pionieri della microelettronica – formulò una previsione che avrebbe plasmato l'intera industria dei semiconduttori per i decenni a venire. La sua prima “legge di Moore”, pubblicata nel 1965, sosteneva che il numero di transistor all'interno di un microchip sarebbe raddoppiato ogni anno, garantendo un corrispondente aumento nella potenza di calcolo. I transistor, componenti essenziali dei microchip, permettono infatti di gestire e manipolare segnali elettrici; più transistor si riesce a integrare in uno spazio ridotto, più potente diventa il dispositivo. Questa previsione, pensata inizialmente per un periodo di soli dieci anni, ha sorpreso lo stesso Moore per la sua validità a lungo termine, con l'industria tecnologica che ha lavorato incessantemente per rispettarla. Ma oggi, dopo quasi sessant'anni, ci si chiede se abbia ancora senso parlare della validità della “Legge di Moore” e quali sono i suoi limiti. Ebbene, stando a quanto dichiarato dallo stesso Moore in un'intervista risalente al 2005, la sua “Legge” durerà finché i transistor non si avvicineranno alla dimensione degli atomi.

Cos’è la legge di Moore e cosa afferma: la spiegazione semplice

Nel 1965, per un numero speciale della rivista Electronics, a Moore fu chiesto di prevedere gli sviluppi nel mercato dei semiconduttori per il decennio successivo. Osservando che il numero totale di componenti in questi circuiti era in buona sostanza raddoppiato ogni anno, Moore stimò che i microcircuiti del 1975 avrebbero contenuto ben 65.000 componenti per chip. Nella fattispecie, nel suo articolo “Inserire più componenti nei circuiti integrati”, Moore sostanzialmente affermò:

La complessità di un microcircuito, misurata ad esempio tramite il numero di transistor per chip, raddoppia ogni 18 mesi (e quadruplica quindi ogni 3 anni).

Nel 1975, quando il tasso di crescita iniziò a rallentare, Moore rivide leggermente la sua previsione, suggerendo un intervallo di 18-24 mesi per il raddoppio.

Legge di Moore
Grafico che illustra la “Legge di Moore”. Credit: Encyclopædia Britannica.

I limiti della “Legge di Moore” oggi

Arriviamo, ora, al nocciolo della questione: la “Legge di Moore” è ancora valida? Questa è una domanda che più volte è stata fatta allo stesso Moore. Nel 2005, rispondendo a questo interrogativo postogli in occasione di un'intervista, il celebre informatico statunitense dichiarò:

In termini di dimensioni [dei transistor] puoi vedere che ci stiamo avvicinando alle dimensioni degli atomi, che è una barriera fondamentale, ma ci vorranno due o tre generazioni prima di arrivare a quel punto, ma è il massimo che siamo mai stati in grado di vedere. Abbiamo altri 10 o 20 anni prima di raggiungere un limite fondamentale. A quel punto saranno in grado di realizzare chip più grandi e avere budget per i transistor nell'ordine dei miliardi.

In sintonia con quanto affermato dall'ideatore della “legge di Moore”, dunque, possiamo affermare che i limiti della sua legge sono essenzialmente fisici. La miniaturizzazione dei transistor comporta una riduzione nelle loro dimensione tensione di alimentazione (cosa che può originare surriscaldamento e interferenza elettromagnetica) e richiede una precisione estremamente elevata, difficile da ottenere via via che la dimensione dei transistor va a diminuire. E dal momento che non è fisicamente possibile realizzare transistor più piccoli dei singoli atomi la “Legge di Moore”, pur essendo allo stato attuale delle cose ancora valida, è destinata a essere superata prima o poi.

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