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21 Maggio 2025
7:00

La storia di Charles Lindbergh e della prima trasvolata atlantica in solitaria senza scalo del 1927

L'aviatore americano Charles A. Lindbergh decollò il 20 maggio 1927 da Long Island, New York, a bordo di un monoplano, per compiere un’impresa mai riuscita prima: attraversare l’Oceano Atlantico senza scalo fino a Parigi. Dopo 33 ore e mezza di volo solitario, il 21 maggio, il 25enne atterrò all’aeroporto di Le Bourget, diventando una celebrità mondiale.

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La storia di Charles Lindbergh e della prima trasvolata atlantica in solitaria senza scalo del 1927
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Charles Lindbergh arriva all’aeroporto di Le Bourget nel 1927. Credits: Bibliothèque nationale de France, via Wikimedia Commons

Un giovane aviatore americano di nome Charles A. Lindbergh fece la prima trasvolata atlantica della storia in solitaria e senza scalo il 20 e 21 maggio del 1927: decollò da New York a bordo di un piccolo monoplano chiamato Spirit of St. Louis. Un’impresa che fino a quel momento sembrava quasi fantascienza, non solo per la distanza – oltre 5 800 km – ma anche per le condizioni estreme in cui si sarebbe trovato. Infatti, in quei tempi, volare era tutt’altro che sicuro: gli aerei erano fragili, i motori inaffidabili e le informazioni meteo scarse. Eppure, Lindbergh partì lo stesso, rinunciando persino al paracadute per fare spazio a un serbatoio di carburante più grande. Dopo oltre 33 ore in volo e quasi senza dormire, riuscì nell’impresa: atterrò all’aeroporto di Le Bourget, accolto da una folla di oltre 100 000 persone in delirio. Nessun pilota prima di lui c’era riuscito e nessuno aveva mai osato farlo da solo.

Charles Lindbergh, il “Lone Eagle” che fece la prima trasvolata atlantica della storia

Nato a Detroit il 4 febbraio 1902, Charles Lindbergh è entrato nella storia come il primo uomo a compiere la leggendaria traversata in solitaria dell’Oceano Atlantico, da New York a Parigi, a bordo del suo aereo, lo Spirit of St. Louis. Quell’impresa, compiuta nel 1927, rappresentò un punto di svolta epocale per l’aviazione moderna e per lo stesso Lindbergh che diventò un eroe a livello globale.

Le celebrazioni al suo arrivo a Parigi coinvolsero centinaia di migliaia di persone, mentre il presidente francese e poi quello degli Stati Uniti, John Calvin Coolidge Jr., lo onorarono con riconoscimenti ufficiali, tra cui la prestigiosa Distinguished Flying Cross. Nel 1929 Lindbergh sposò Anne Spencer Morrow, una filosofa e aviatrice di talento, e insieme ebbero dodici figli. Ma il destino riservava una tragedia che avrebbe segnato per sempre la sua vita e quella della nazione: il rapimento del loro primogenito, Charles Augustus Lindbergh Jr., all’età di soli 20 mesi, nel 1932.

Dal presidente Herbert Hoover a figure controverse come il gangster Al Capone, tutti cercarono di contribuire alle indagini, ma purtroppo la storia ebbe un finale amaro: più di due mesi dopo, un camionista trovò il corpo senza vita del bambino abbandonato sul ciglio di una strada. Le indagini portarono alla cattura di Bruno Richard Hauptmann, un falegname tedesco con un passato militare e penale, accusato di aver rapito e ucciso il bambino. Hauptmann fu condannato a morte nel 1935, ma non confessò mai, proclamandosi innocente fino all’ultimo respiro.

Dopo il dramma, Lindbergh si trasferì in Europa, dove suscitò controversie per il suo interesse verso la Germania nazista e la Luftwaffe, e per la decorazione ricevuta da Hitler. La sua posizione isolazionista negli anni pre Seconda Guerra Mondiale lo rese una figura divisiva. Gli ultimi decenni della sua vita Lindbergh si dedicò alla protezione delle specie in pericolo e alla preservazione di territori inesplorati, portando avanti studi archeologici e medici. Lindbergh morì di cancro il 26 agosto 1974, nella sua casa a Maui, Hawaii.

La prima trasvolata atlantica: un viaggio tra nebbia, ghiaccio e sonno che durò 33 ore e mezza

Alle 7:52 del mattino del 20 maggio 1927, Lindbergh decollò da Long Island davanti a una folla di 500 persone. Iniziò a sorvolare la costa di Cape Cod e la Nuova Scozia, poi si addentrò sopra l’Oceano Atlantico.  L’aereo, carico fino all’orlo di carburante, era così pesante che riuscì a staccarsi da terra per un soffio, sfiorando i fili del telegrafo. Nei serbatoi, oltre 1 700 litri di benzina; a bordo, solo lui, senza radio, senza paracadute, senza neanche un indicatore per il carburante. Dopo appena quattro ore di volo, la stanchezza cominciò a farsi sentire. Lindbergh volò rasente all’oceano, anche a meno di 3 metri dall’acqua, nel disperato tentativo di restare vigile.

La notte fu lunga, gelida, senza punti di riferimento. A un certo punto entrò in una fitta nebbia e iniziò a soffrire di allucinazioni, immaginando presenze fantasmatiche dentro l’abitacolo. Per non addormentarsi, arrivò a tenersi le palpebre aperte con le dita. Passò 33 ore e mezza in volo, senza mai chiudere occhio. Quando vide le coste irlandesi, capì di avercela fatta: era in anticipo sull’orario previsto e solo leggermente fuori rotta, un’impresa incredibile considerando i mezzi rudimentali a disposizione. Sorvolò l’Inghilterra e poi la Francia, fino a quando, alle 22:22 ora locale del 21 maggio, il suo Spirit of St. Louis toccò terra all’aeroporto di Le Bourget.

Ma come è nato questo volo leggendario e perché è stato così importante? Tutto ebbe origine da un premio: 25.000 dollari offerti dal magnate Raymond Orteig a chiunque fosse in grado di collegare senza scalo New York e Parigi. Tanti ci provarono, alcuni persero la vita. Lindbergh, invece, scelse di affrontare l’impresa da outsider, senza i grandi finanziamenti dei concorrenti né tecnologie particolarmente avanzate.

Il “Lucky Lindy”, come venne soprannominato dai giornali, non era un incosciente: aveva progettato personalmente l’aereo insieme a un team di tecnici, costruito grazie ai fondi di nove imprenditori di Saint Louis, era un piccolo laboratorio volante che dimostrava una cosa semplice ma rivoluzionaria: il volo a lungo raggio era possibile. Lindbergh non solo vinse il premio Orteig da 25 000 dollari, ma soprattutto accese l’interesse del pubblico mondiale verso l’aviazione. In pochi anni nacquero nuove rotte commerciali, vennero fondate compagnie aeree e il cielo, da territorio pericoloso e sconosciuto, divenne finalmente una nuova autostrada per l’umanità.

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