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22 Agosto 2025
15:35

Perché il Leoncavallo è stato importante per Milano: la storia del centro sociale sgomberato

Il centro sociale Leoncavallo di Milano è stato sgomberato dopo 31 anni di occupazione: lo spazio aveva acquisito un valore storico-culturale, diventando un luogo di aggregazione popolare e ospitando diverse iniziative culturali, dai laboratori teatrali fino ai dibattiti pubblici.

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Perché il Leoncavallo è stato importante per Milano: la storia del centro sociale sgomberato
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La sede storica del centro sociale Leoncavallo. Credit: Leoncavallo.org

A Milano è stato sgomberato il Leoncavallo: si tratta di uno dei centri sociali più importanti e storici del capoluogo lombardo, diventato nel corso degli anni un luogo di aggregazione sociale e culturale per diverse generazioni di giovani.

L'operazione è stata realizzata nella mattina di ieri, giovedì 21 agosto: l'ordine di sgombero dello stabile occupato era stato richiesto dalla proprietà nel 2003, ma era stato rinviato per ben 103 volte. Nonostante la sede fosse occupata, la notizia ha suscitato diverse critiche da parte della cittadinanza e del sindaco Giuseppe Sala, che ha sottolineato «il valore storico e sociale» che il Leoncavallo riveste per Milano.

Lo spazio, situato in via Watteau, era infatti diventato un simbolo popolare della città e ospitava diverse attività culturali, tra cui un laboratorio di serigrafia, un'area per sviluppatori indipendenti di videogiochi, una scuola popolare di italiano e un laboratorio teatrale.

In un post su X, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha invece sottolineato come lo sgombero sia stato necessario per ristabilire una situazione di legalità, dato che l'immobile era stato occupato abusivamente. Vediamo quindi la storia del Leoncavallo e quali sono le altre possibili sedi del centro sociale sulle quali si sta discutendo.

La storia del centro sociale Leoncavallo

La storia del Leoncavallo risale al 1975, quando un’area dismessa di circa 3.500 metri quadri (situata proprio in via Leoncavallo, a Milano), fu occupata da un gruppo di militanti extraparlamentari che avevano partecipato al movimento rivoluzionario del 1968. Fin da subito, al suo interno vennero organizzate diverse iniziative culturali dedicate ai cittadini, tra cui una scuola popolare per consentire agli operai di ottenere la licenza delle scuole medie. In quegli anni, infatti, a Milano sorsero diversi centri sociali, soprattutto nelle periferie, dove era spesso necessario far fronte all'assenza di servizi per gli abitanti, dagli asili nidi fino alle mense popolari e ai consultori ginecologici.

Nel 1978 il centro sociale divenne famoso in tutta Italia a seguito dell'omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, due giovani militanti del Leoncavallo impegnati in un'inchiesta sulla diffusione dell'eroina nel quartiere. La reazione della cittadinanza fu importante: il giorno dei funerali le fabbriche scioperano e centomila persone si recarono in piazza Duomo per protestare. Le madri di Fausto e Iaio, insieme ad altre donne del centro sociale, diedero poi vita al gruppo "mamme del Leoncavallo", impegnandosi nella lotta contro l'eroina.

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Una delle proteste delle “mamme del Leoncavallo". Credit: Leoncavallo.org

Nel 1994, poi, la sede originale fu sgomberata, dopo diversi anni di scontri: il centro sociale si spostò temporaneamente in una sede in via Salomone, nel sudest di Milano (anch'essa sgomberata), per poi trasferirsi definitivamente in via Watteau, a Milano nord, dove è rimasta fino allo sfratto del 21 agosto.

Il valore socio-culturale del Leoncavallo per Milano

Ma quindi, per quale motivo questo sgombero ha suscitato così tante critiche da parte della popolazione? La risposta sta soprattutto nel valore socio-culturale che il Leoncavallo aveva acquisito nel corso degli anni: la nuova sede, infatti, ospitava diverse attività culturali, dal labortorio di serigrafia, allo spazio per sviluppatori indipendenti di videogiochi, fino a una scuola popolare di italiano e un laboratorio teatrale. Al tempo stesso, era diventata la sede di incontri e dibattiti pubblici su diversi temi sociali, così come di fiere dedicate a cibo e musica.

Il Leoncavallo, tra l'altro, aveva acquisito ancora più importanza per la popolazione dopo che, nel 2021, era stato chiuso un altro centro sociale nella zona est di Milano, conosciuto come Macao. Insomma, era diventato un luogo di ritrovo per la popolazione, dove poter assistere a eventi culturali in maniera gratuita e inclusiva per tutti.

La situazione attuale e l'ipotesi sul trasferimento del centro sociale

Al momento, la situazione è ancora incerta: dopo 31 anni di occupazione e 103 tentativi di sgombero, il centro sociale è stato ufficialmente sfrattato. Nel frattempo, però, il Comune di Milano ha avviato un dialogo con l’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, con l'obiettivo di individuare un’altra sede per il centro sociale, così che torni a operare nel pieno della legalità. Da diverso tempo circolano indiscrezioni sul possibile trasferimento in un edificio a Milano Sud, nel quartiere di Corvetto, ma questa ipotesi non è ancora stata confermata ufficialmente.

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