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11 Settembre 2024
11:55

Storia delle vele di Scampia a Napoli: dalle origini al crollo, fino all’ordine di sgombero

Le vele di Scampia sono un complesso di sette edifici di forma triangolare (di cui solo tre ancora in piedi) costruiti a Napoli tra 1962 e 1975 su progetto di Franz di Salvo. Sono diventate famose grazie a serie TV e film dedicati alla camorra, come Gomorra. È del 10 settembre l'ordinanza del sindaco di Napoli di sgombero parziale di due delle tre vele superstiti (la "rossa" e la "gialla")

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Storia delle vele di Scampia a Napoli: dalle origini al crollo, fino all’ordine di sgombero
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La Vele di Scampia sono edifici residenziali costruiti a Napoli tra il 1962 e il 1975 su progetto dell’architetto Franz Di Salvo. Oggi restano in piedi soltanto tre vele delle sette originarie ed è del 22 luglio il crollo di un ballatoio esterno della vela celeste, che ha provocato la morte di tre persone. Gli edifici furono progettati per essere un complesso residenziale moderno e funzionale, ma a partire dagli anni ’80 sono diventati un simbolo di degrado e un luogo dove prospera la camorra, che può fare proseliti grazie alle condizioni di disagio socioeconomico degli abitanti e all’assenza delle istituzioni. Attualmente è in corso un progetto che prevede la demolizione di due delle vele superstiti (quella "rossa " e quella "gialla") e la riqualificazione della terza. È proprio del 10 settembre l'ordinanza del sindaco Manfredi di sgombero parziale delle due vele superstiti, che coinvolgerà circa un migliaio di persone (che hanno qualche giorno per trovare un alloggio sostitutivo in attesa di riceverne uno nuovo dal Comune di Napoli). È impossibile dire in che tempi il progetto di abbattimento e rigenerazione sarà portato a termine e se davvero sarà sufficiente a riqualificare le vele e il quartiere di Scampia.

Cosa sono le vele di Scampia e come sono nate

Le vele sono edifici residenziali dalla forma triangolare costruiti a Scampia, un quartiere periferico di Napoli. Hanno questo nome perché la loro forma ricorda vagamente quelle della vela di una nave. In origine le vele erano sette e comprendevano complessivamente 1.192 appartamenti, che avrebbero dovuto ospitare circa 6.500 persone.

Posizione di Scampia nel comune di Napoli (credits Sannita)
Posizione di Scampia nel comune di Napoli (credits: Sannita)

Le vele furono costruite tra il 1962 e il 1975 come complesso di edilizia residenziale pubblica, sulla base della legge n. 167 del 1962. Ogni vela è alta 45 metri, per complessivi 14 piani, e lunga circa 100 metri. Al momento della costruzione, ai sette edifici furono assegnate denominazioni con le lettere dell’alfabeto, da A a D e da F ad H.

L’edificazione del complesso doveva servire a regolare l’espansione di Napoli e delle sue periferie, che nel secondo dopoguerra andarono incontro a un sensibile aumento della popolazione. Le vele furono alla base della crescita demografica e urbanistica di Scampia, che fino agli anni ’70 era un piccolo borgo e in seguito è diventato un popoloso quartiere, che oggi ospita più di 40.000 abitanti.

Il progetto delle vele fu redatto dall’architetto Franz Di Salvo, vincitore del concorso bandito dalla Cassa per il Mezzogiorno. Di Salvo trasse ispirazione da alcune delle più innovative teorie architettoniche, tra le quali quella delle unités d’habitation di Le Corbusier. Nelle intenzioni del progettista, lo spazio degli appartamenti delle vele doveva essere ridotto a vantaggio degli ambienti comuni, come i lunghi ballatoi previsti in ciascun edificio: lo scopo era sviluppare il senso di comunità e riprodurre la condizione dei vicoli del centro storico di Napoli, nei quali la popolazione vive in piccole abitazioni e svolge parte delle proprie attività all’aperto e in luoghi pubblici. Non a caso, insieme alla costruzione degli edifici residenziali Di Salvo progettò anche vari spazi comuni: aree verdi e luoghi per ospitare servizi scolastici, commerciali, ecc.

Franz di Salvo
Franz di Salvo

Perché il progetto delle vele è fallito: storia di una degenerazione

Le vele si trasformarono presto in un simbolo di degrado. Gli spazi comuni previsti da Di Salvo non furono realizzati e anche il progetto degli edifici subì alcune modifiche. Inoltre, dopo il terremoto del 1980, molti alloggi del complesso furono occupati abusivamente e in tal modo alle vele trovarono alloggio molti più abitanti di quelli previsti, creando così un ambiente sovrappopolato.

vele scampia interno

Molti residenti erano disoccupati o sottoccupati e le istituzioni non furono in grado di proporre misure efficaci per contrastare la degenerazione. Il destino di Scampia era lo stesso di molte altre periferie urbane italiane e di altri Paesi, condannate all'abbandono, ma il livello di degrado raggiunse livelli particolarmente preoccupanti. Alle vele negli anni '80 iniziò a prosperare la camorra, che fece di Scampia uno dei più importanti mercati della droga d’Europa, nonché il teatro di sanguinose faide tra clan. Negli edifici, non a caso, sono state ambientate molte scene del film Gomorra del 2008, dell’omonima serie televisiva del 2014-2021 e di altre opere cinematografiche dedicate alla camorra.

L’abbattimento di quattro vele e la situazione attuale

Sin dagli anni ’80 la popolazione di Scampia iniziò a protestare per il degrado e già nel 1986 nacque il Comitato delle vele, che si batte per migliorare le condizioni del complesso. Sull’onda delle proteste, le istituzioni dovettero interessarsi della questione e alla fine degli anni ’80 si iniziò a discutere dell’abbattimento delle vele, parzialmente realizzato alcuni anni dopo. Tra il 1997 e il 2003 furono demolite abbattute tre vele: la F, la G e la H. Ai residenti furono assegnati altri alloggi. Le altre quattro vele assunsero denominazioni cromatiche: verde, gialla, rossa e celeste. La vela verde (vela A) è stata abbattuta nel 2020, le altre tre sono ancora in piedi.

Le vele superstiti (credits Federica Zappalà)
Le vele superstiti (credits: Federica Zappalà)

La criminalità organizzata ha continuato a prosperare, grazie alle condizioni di disagio nelle quali versa la popolazione, ma a Scampia sono sorte anche associazioni di cittadini che si battono per la riqualificazione del quartiere e per la lotta alla camorra e al degrado. Un’altra iniziativa per riqualificare la zona è stata promossa dall’Università Federico II di Napoli, che nel 2022 ha inaugurato una sua struttura nel luogo dove sorgeva la vela H. Al momento la struttura ospita alcuni dipartimenti e corsi di studi per le professioni sanitarie.

Il complesso universitario di Scampia
Il complesso universitario di Scampia

Iniziative del genere, però, non hanno fatto venire meno il degrado del complesso, come è apparso evidente dal crollo di un ballatoio esterno della vela celeste, avvenuto lo scorso 22 luglio, che ha provocato la morte di tre persone. Per tale ragione, il comune di Napoli il 10 settembre 2024 ha ordinato lo sgombero parziale degli appartamenti ancora abitati di due delle tre vele superstiti (la "rossa" e la "gialla").

Le prospettive future: cosa accadrà alle vele di Scampia

Attualmente è in corso il progetto ReStart Scampia, promosso dal comune di Napoli, che prevede l’abbattimento della vela gialla e della vela rossa e la riqualificazione della vela celeste, che sarà destinata a ospitare uffici, nonché la costruzione di nuovi edifici residenziali e nuovi spazi pubblici. Il progetto dovrebbe essere portato a termine nel 2027.

Il carnevale di Scampia (Uomovariabile)
Il carnevale di Scampia (credits: Uomovariabile)

Non si può sapere, naturalmente, se i tempi saranno rispettati. Si deve considerare, inoltre, che il disagio socio-economico  deriva da causa profonde, come la sovrappopolazione, e per sradicarlo sono necessari non solo investimenti economici, ma anche un maggiore impegno delle istituzioni e un nuovo atteggiamento di tutti i cittadini.

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