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Durante la mattinata di venerdì 1 dicembre è ripresa l'attività vulcanica dell'Etna, in corso tutt'ora (ore 10:00 di sabato 2 dicembre) e visibile anche dalle città di Catania e Taormina. Come ha segnalato l'INGV, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'eruzione rientra nella normale attività del vulcano e ha generato una fontana di lava dal Cratere di Sud-Est, con la possibile ricaduta di ceneri sul versante nord-orientale dell'Etna, in direzione NNE.
In cima al cratere di Sud-Est si sono verificati anche dei trabocchi e si è alzata un'alta colonna di fumo. Questo ha portato l'Istituto a emettere un bollettino di allerta aereo, il VONA (Volcano Observatory Notices for Aviation), inizialmente contraddistinto dal livello massimo, associato al colore rosso, e poi abbassato al livello arancione. In ogni caso l'eruzione non ha creato problemi alla circolazione aerea da e verso l'aeroporto di Catania, che è rimasto e rimane tutt'ora aperto e operativo.
Dal punto di vista sismico, sono stati rilevati tremori e lievi scosse, ma circoscritti all'area del cratere di Sud-Est, a una profondità di circa 2900 metri s.l.m.
L'attività dell'Etna è ripresa a novembre, producendo per ora eruzioni tanto spettacolari quanto non pericolose. L'INGV ha specificato che dal 19 novembre al 1 dicembre il vulcano ha dato vita ad oltre 250 "mini-eruzioni" di tipo stromboliano con una certa ciclicità e frequenza e molto simili tra loro. Qualcosa di simile si era già visto nella primavera del 2017 e nel 1997-1998.
Se avete voglia di approfondire, trovate qui sotto un video sul parossismo dell'Etna: