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11 Novembre 2023
17:12

L’origine del cane: come e quando l’uomo preistorico addomesticò il lupo

Attraverso un lungo e graduale processo di domesticazione, almeno 15.000 anni fa le comunità di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico trasformarono il lupo in cane, da minaccia a insostituibile alleato.

A cura di Andrea Basso
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L’origine del cane: come e quando l’uomo preistorico addomesticò il lupo
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Il processo di domesticazione del lupo cominciò verso la fine del Paleolitico Superiore (un lungo periodo compreso tra 50.000 e 12.000 anni fa), prima della rivoluzione agricola che trasformò le comunità umane da nomadi a stanziali. Secondo diverse teorie scientifiche, il progenitore del cane domestico, appartenente alla sottospecie Canis lupus familiaris, sarebbe il lupo grigio (Canis lupus) una specie molto diffusa nei territori dell’Eurasia in cui si pensa che ebbe origine questa straordinaria trasformazione. L'origine del cane risale ad almeno 15.000 anni fa. Alcuni ritrovamenti archeologici in Europa e in Asia possono aiutarci a ricostruire come avvenne questo graduale avvicinamento tra un animale selvatico e la specie umana.

Con il termine domesticazione facciamo riferimento a un articolato processo biologico, storico e culturale, attraverso cui alcune specie di animali e piante, un tempo selvatiche, vengono incorporate nelle strutture sociali umane. I numerosi studi scientifici sull’argomento hanno dimostrato che la domesticazione non è una conquista stabile, che avviene una sola volta per specie e dura per sempre ma, piuttosto, uno sviluppo sperimentale contingente, che si rinnova continuamente e che è diverso per ogni specie.

In questo articolo ci concentreremo sul processo di domesticazione attraverso cui, nel corso di migliaia di anni, il lupo è diventato cane ed è entrato regolarmente a far parte delle comunità umane di tutto il mondo

Da minaccia a migliore amico dell’uomo

La teoria oggi più accreditata per spiegare l’allontanamento genetico fra i lupi e i cani è quella dei biologi statunitensi Raymond e Lorna Coppinger. Secondo i coniugi Coppinger, nelle fasi finali dell’ultima glaciazione (20.000-12.000 anni fa) alcuni esemplari di lupo particolarmente deboli oppure marginalizzati all’interno delle gerarchie del branco iniziarono a procurarsi da mangiare seguendo da lontano i gruppi di umani cacciatori-raccoglitori. In questa maniera, nel giro di alcune generazioni, questi gruppi di lupi divennero sempre meno indipendenti e iniziarono a legarsi in maniera indissolubile alla nostra specie, che percepivano come principale fonte di sussistenza e di cui iniziavano ad avere sempre meno timore.

Da parte loro, i cacciatori-raccoglitori non percepivano più questi animali come minacciosi, ma al contrario come risorse, che contribuivano a segnalare l’arrivo di eventuali pericoli e a fare da “spazzini” nei villaggi. Questo processo durò per alcuni millenni. A partire dalla fine del Paleolitico Superiore e del Mesolitico (10.000-8000 anni fa) abbiamo testimonianze certe di veri e propri cani, geneticamente e morfologicamente distinti dai lupi, integrati all’interno delle comunità umane, nella caccia, nella guardia oppure come semplici animali da compagnia.

Quando e dove iniziò la domesticazione del cane

Nel 2016 un gruppo di ricerca internazionale dell’Università di Oxford ha sequenziato il DNA estratto da 60 esemplari di cani rinvenuti in diversi siti archeologici europei e asiatici. Questo interessantissimo studio, pubblicato su Science, ha dimostrato che la domesticazione del cane è avvenuta contemporaneamente e indipendentemente in Siberia e in Europa tra i 15.000 e i 12.000 anni fa a partire da due distinte popolazioni di lupi rispettivamente asiatici ed europei. Vi sono tuttavia alcuni indizi che suggeriscono che questo processo possa essere iniziato anche molto prima.

Anche l’archeologia ha contribuito a far luce sulla storia della domesticazione del cane. Ritrovamenti di resti di lupi e di cani in associazione a tracce della frequentazione umana in grotte o altri siti preistorici sono attestati in questo periodo sia in Siberia che in Europa. In seguito a spostamenti di popolazioni umane da oriente verso occidente avvenuti nel Neolitico (8000-5000 anni fa), i cani asiatici provenienti dalla Siberia e quelli europei si incrociarono, causando una diminuzione della presenza della traccia genetica dei cani europei a favore di quella asiatica.

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Scena di caccia al bufalo con dei cani, raffigurata in un’incisione rupestre a Tassili n’Ajje, in Algeria, risalente a più di 6000 anni fa.

I ritrovamenti più antichi

I cani iniziano ad apparire nelle pitture parietali rupestri nel Mesolitico, in Africa, Medio Oriente ed Europa, dove vengono rappresentati impegnati in battute di caccia a fianco dell’uomo. Queste pitture vengono datate a partire dagli 8000 anni fa, anche se probabilmente venivano sfruttati in quest’attività già molto prima.

L’attestazione archeologica della presenza di cani intesi come animali domestici è ancora più antica. Nei pressi di Bonn, in Germania, è stata ritrovata una sepoltura multipla, datata 14.200 anni fa, in cui un cane era stato seppellito assieme a un uomo e a una donna. Ad Ain Mallaha, in Israele, una tomba datata a 12.000 anni fa ha restituito i resti di una donna sepolta assieme a un cucciolo di pochi mesi.

Nella zona del Bajkal, in Russia, sono state ritrovate alcune sepolture singole esclusivamente per l’animale, con tanto di corredo, in aree normalmente utilizzate per la sepoltura dei membri della comunità. Le sepolture di cani del Bajkal, datate tra gli 8300 e 3700 anni fa, ci permettono di ricostruire delle comunità in cui almeno alcuni cani ricevevano dopo la morte un trattamento simile a quello degli umani, con alcune particolarità. Una delle tombe più antiche ha restituito i resti di un lupo grigio (Canis lupus albus) fra le cui zampe era stato riposto un cranio umano, mentre un cane era stato seppellito con un pendente con denti di cervo al collo.

Riti funebri come questi ci permettono di capire quanto questi animali fossero considerati ormai una parte integrante nella vita quotidiana dei nostri antenati preistorici. Cani e uomini si accompagnano fin dal Paleolitico, in un percorso comune dove una specie ha imparato a conoscere l’altra, superando la diffidenza e imparando ad apprezzare le qualità l’una dell’altra.

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