La domesticazione è il processo di incorporazione di specie selvatiche, animali o vegetali, all'interno delle strutture sociali umane. È un fenomeno graduale e complesso che coinvolge aspetti sia biologici che culturali. Tra gli animali domestici non c'è dubbio che regnino cani e gatti, che oggi sono diffusi in tutto il mondo. La domesticazione del gatto cominciò nella Mezzaluna Fertile circa 12.000 anni fa (anche se il dato ha una notevole incertezza), nell'epoca dell'invenzione dell'agricoltura e delle prime popolazioni stanziali, ed era dovuta al fatto che i gatti “difendevano” dai le nostre scorte di cereali, ottenendo in cambio cibo assicurato e protezione.
Dove e quando è stato addomesticato il gatto: le origini
Secondo gli studi più recenti, la domesticazione del gatto sarebbe cominciata circa 12.000 anni fa nei territori della Mezzaluna Fertile, a partire da una relazione instauratasi tra la nostra specie e Felis silvestris lybica, la sottospecie di gatto selvatico africano. Le testimonianze più antiche della presenza di gatti domestici nelle strutture sociali umane si trovano a Cipro e risalgono a 9500 anni fa. Quando le popolazioni umane (un tempo nomadi e cacciatrici) iniziarono a sviluppare società agricole stanziali, i gatti selvatici africani trovarono un’ottima fonte di cibo rappresentata da piccoli roditori, sempre più abbondanti tra le scorte di cereali che gli uomini immagazzinavano nei pressi dei loro insediamenti. Questo, ovviamente, era di utilità anche per le popolazioni umane, a cui veniva “risolto un problema”. Si instaurò quindi una relazione di convivenza che portava vantaggi a entrambe le specie: con il tempo umani e gatti impararono a trarre utilità da questa relazione e la domesticazione andò via via perfezionandosi.
Come e quando si è diffuso il gatto domestico nel mondo
Il gatto selvatico è una specie ampiamente diffusa, che troviamo in gran parte di Eurasia e Africa. Dagli studi condotti sul DNA mitocondriale, trasmesso per via matrilineare, è emerso che la sua domesticazione ebbe origine nell’area della Mezzaluna Fertile e che, a partire da lì, il gatto domestico si diffuse grazie a Homo sapiens in tutto il resto del mondo.
Tra i primi ritrovamenti della sua domesticazione, troviamo resti di gatto in una tomba umana a Cipro, risalente all’8500 avanti Cristo. I gatti non sono animali autoctoni dell’isola cipriota, e questo indica che fu Homo sapiens a portarli con sé nel corso dei suoi spostamenti. Col passare del tempo, la relazione tra gatti e umani andò rafforzandosi e in alcune civiltà, come quella degli Egizi, dopo il 1600 avanti Cristo questo felino venne addirittura considerato sacro. Basti pensare alla dea Bastet: una divinità raffigurata col corpo di donna e il volto di gatto. Dall’Egitto il gatto attraversò presto il Mar Mediterraneo a bordo delle imbarcazioni e nel 500 avanti Cristo se ne trova traccia in Grecia.
Qualche secolo più tardi, quando i Romani presero il controllo dei territori del delta del Nilo e della città di Alessandria, i gatti si diffusero in tutto l'impero a bordo delle navi che transitavano dallo strategico porto cittadino.
Intorno all’anno 1000, era molto comune trovare gatti domestici in ogni città e villaggio europei. Fu sempre grazie alle rotte commerciali che collegavano Roma alla Cina, che il gatto domestico si diffuse in Asia. Per quanto riguarda l’America, invece, si pensa che il gatto vi arrivò molto tempo dopo, nei viaggi che seguirono quello del celebre navigatore Cristoforo Colombo.
In cosa la domesticazione del gatto è diversa da quella del cane: le differenze
Se paragoniamo la domesticazione del gatto alla domesticazione del cane, dobbiamo sapere che la prima è avvenuta in maniera molto meno marcata della seconda. Ancora oggi, per fisiologia, etologia e genetica, i gatti domestici e i gatti selvatici sono più simili tra loro di quanto non lo siano i cani e i lupi. Così simili, in effetti, da essere appartenenti alla stessa specie, Felis silvestris.
Diversi studiosi hanno cercato, negli anni, di dare un nome scientifico al gatto domestico, perciò nei libri e sul web troviamo le diciture Felis catus, Felis silvestris sub. catus e Felis silvestris sub. lybica, ma, trattandosi di animali interfecondi e geneticamente appartenenti alla stessa specie, è possibile considerare i gatti domestici come differenti popolazioni del gatto selvatico (Felis silvestris, appunto).