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Il saluto che prevede il pugno chiuso sollevato ha origine nel movimento operaio e sindacale dei primi decenni del XX secolo; è stato usato da numerosi movimenti politici di estrazione socialista, comunista, sindacalista e anarchica. Nel corso del ‘900 è diventato anche un simbolo della lotta degli afroamericani per i diritti civili e delle battaglie dei sudafricani contro il regime dell’apartheid e, in casi rari, è stato adottato anche da alcuni movimenti di estrema destra. Il gesto simboleggia l’unione, perché, stringendo le dita in un pugno, si uniscono parti diverse per formare un insieme. Ma com'è nato?
Il significato del saluto a pugno chiuso
Il pugno chiuso sarebbe emblema dell’unione di parti diverse, che si mettono insieme per diventare più forti: il pugno, infatti, racchiudendo le cinque dita di una mano, ha una forza maggiore della somma delle dita singolarmente prese. Pertanto, è stato sempre inteso come simbolo di solidarietà e di lotta. Il saluto con il pugno chiuso può essere effettuato in maniera diversa: con la mano destra o con la sinistra; tenendo il braccio vicino al corpo o sollevandolo verso l’alto. L’esatta esecuzione è infatti cambiata e seconda dei tempi e dei movimenti politici.
Le origini storiche del gesto: dal movimento operai alla guerra in Spagna
Il saluto a pugno chiuso è nato nel primo decennio del Novecento nell’ambito del movimento operaio. Le origini esatte non sono chiare, ma è certo che nel 1912 comparve su un manifesto che promuoveva uno sciopero di lavoratori a Budapest.

L’anno successivo la metafora del pugno come simbolo di unione fu usata durante un comizio del sindacalista William “Big Bill” Haywood, uno dei leader dell’organizzazione Industrial Workers of the World, in un discorso durante lo sciopero dei lavoratori tessili di Paterson, nel New Jersey. Dopo la Prima guerra mondiale, il saluto a pugno chiuso si diffuse in vari movimenti di sinistra e antifascisti e nel 1924 fu adottato dalla Roter Frontkämpferbund (Lega dei combattenti del fronte rosso), l’organizzazione paramilitare del partito comunista tedesco, in contrapposizione al saluto con la mano tesa dei nazisti. Nel corso della Guerra civile spagnola (1936-1939), il pugno fu usato come forma di saluto da varie componenti delle forze repubblicane e durante la Seconda Guerra Mondiale si affermò in alcuni movimenti di Resistenza contro i nazisti.

Il pugno chiuso dopo la Seconda guerra mondiale
Dopo la guerra, il saluto a pugno chiuso si è diffuso in numerosi movimenti politici. Anzitutto, è stato adottato pressoché in tutto il mondo dai militanti di ideologia comunista e socialista, talvolta con la denominazione di “saluto rosso”. Durante la contestazione del Sessantotto è andato incontro a un’ulteriore affermazione. In alcuni casi, nei movimenti progressisti sono stati introdotti simboli che contengono il pugno insieme ad altri elementi: per esempio, la rosa nel pugno è il simbolo dell’Internazionale socialista e dei partiti socialisti e socialdemocratici di vari Paesi. In altri casi, il pugno è raffigurato nell’atto di stringere strumenti da lavoro.

Il saluto a pugno chiuso, inoltre, è stato adottato dai movimenti antirazzisti, come il movimento black power statunitense, impegnato nella difesa dei diritti dei cittadini afro-americani. In questo ambito, il saluto più famoso è quello di due atleti, Tommie Smith e John Carlos, sul podio delle Olimpiadi di Città del Messico del 1968.

Il pugno è stato adottato anche dall’Africa National Congress, il partito sudafricano che guidò la lotta contro il regime dell’apartheid. È particolarmente famosa l’immagine di Nelson Mandela che, scarcerato nel 1990 dopo una lunga detenzione, salutò la folla con il pugno alzato. In qualche caso, la simbologia del pugno è stata adottata anche da movimenti di estrema destra, come il movimento suprematista bianco White Power e l’organizzazione terroristica israeliana Kach Kahane Party.