Giovedì 19 settembre 2024 alcuni tiratori scelti della polizia islandese hanno abbattuto un esemplare di orso polare approdato sulla costa di Hofdastrond in Islanda. L'esemplare proveniva dalla Groenlandia, trasportato su una lastra di ghiaccio alla deriva. L’orso, del peso di circa 200 kg, probabilmente una femmina, dopo un viaggio in mare di circa 1000 km è approdato sulla costa nord-occidentale islandese. Si è poi avvicinato a un villaggio e, in particolare, a una casa isolata abitata da un’anziana, forse attratto da rifiuti. La donna ha allertato le forze dell’ordine che, sentito il parere dell’agenzia governativa per l’ambiente, hanno ucciso il plantigrado seguendo un protocollo prestabilito quando un animale selvatico si avvicina a un centro abitato.
Ogni volta che un animale selvatico viene abbattuto per scelte che implicano aspetti di sicurezza pubblica la risonanza mediatica del fatto è elevata, a volte emergono pareri tecnici contrastanti, ma tutto questo dimostra quanto sia complessa la gestione dei sistemi naturali e quali conseguenze comporta la loro alterazione.
Caratteristiche, distribuzione e conservazione dell'orso polare
L’orso polare è uno dei più grandi carnivori terrestri, con maschi adulti alti fino a 2,5 metri e con un peso di 400-600 kg e femmine che raggiungono i 150-200 kg. Si tratta di animali per lo più solitari, fatta eccezione per le coppie nel periodo riproduttivo e dei cuccioli che restano con la madre fino a 2-3 anni di età, al momento dello svezzamento. Presentano densità molto ridotte e hanno la capacità di vivere per lunghi periodi in acqua, coprendo anche lunghe distanze a nuoto o restando anche fino a 2 minuti in apnea per predare per lo più foche, ma anche piccoli mammiferi, pesci e uccelli marini. L’habitat di questa specie è l’ambiente marino perennemente ghiacciato e da questi ambienti artici dipende la sua sopravvivenza. L’areale di distribuzione del plantigrado è rappresentato dalla zona Artica di Canada, Groenlandia, Norvegia, Russia e USA. Dai dati di censimento più recenti risalenti al 2016 l'intera popolazione di orso polare ammonta a circa 26.000 individui suddivisi in 19 sottopopolazioni con stato di conservazione non uniforme; alcune sono in declino, altre stabili o in leggero aumento.
L’orso polare è innegabilmente un simbolo degli animali in pericolo e degli effetti del cambiamento climatico, poiché è minacciato dal riscaldamento globale, dagli inquinanti e dalla perdita del proprio habitat a causa della progressiva fusione dei ghiacci artici. Dal 1956 scienziati e biologi sovietici, americani, canadesi, norvegesi e danesi iniziarono a collaborare per la conservazione dell'orso polare, che già all'epoca mostrava evidenti segnali di diminuzione. Nel 1968 fu istituito il Polar Bear Specialist Group (PBSG) in seno all' Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (UICN), per lo studio, il monitoraggio e la tutela della specie. Nel novembre 1973 fu approvato l'Accordo internazionale per la Protezione degli Orsi Polari.
La caccia all'orso polare oggi è regolamentata con indicazioni diverse fra Stato e Stato. La maggior parte degli individui viene uccisa dagli Inuit, per le cui popolazioni locali la specie ha un ruolo culturale e di sostentamento. In Canada è regolamentata dalla legge; il governo della Groenlandia stabilisce quote annuali di prelievo; in Norvegia e in Russia gli orsi polari sono animali totalmente protetti e possono essere uccisi solo per motivi di sicurezza; negli USA è proibita la caccia fatta eccezione per i nativi dell'Alaska, che possono uccidere un numero definito di orsi per scopi di sussistenza e artigianali.
Le argomentazioni sul perché non si poteva evitare l’abbattimento
Le motivazioni di chi considera inevitabile la scelta di sopprimere l’esemplare di orso polare sono molteplici.
- L'orso polare è un plantigrado che può essere estremamente pericoloso per l'uomo. Non si tratta del primo caso e già nel 2022 un orso polare era stato ucciso dopo aver ferito una donna in un campeggio alle isole Svalbard.
- I casi di attacchi sono aumentati negli ultimi 15 anni rispetto al trend registrato dalla fine dell’Ottocento e, in molti Stati, se un esemplare di orso è ritenuto pericoloso per la pubblica incolumità viene abbattuto.
- L’Islanda non rientra nell’areale di distribuzione dell’orso polare e gli avvistamenti sono rari: l'ultimo episodio risale al 2016. Pertanto, l’esemplare non poteva restare in questi luoghi inadatti alla specie in cui gli orsi non sarebbero neanche nelle condizioni di poter cacciare le foche.
- Sarebbe stato impossibile e oltremodo costoso anestetizzare un animale debilitato dopo un lungo viaggio per ritrasferirlo in Groenlandia. Il procedimento per sedarlo, trasferirlo temporaneamente in un luogo sicuro per riabilitarlo e poi ricondurlo in Groenlandia è molto complesso, rischioso e dagli esiti molto incerti. Tentativi simili nel 2008 non erano andati a buon fine.
- L'abbattimento di un singolo esemplare non mette a rischio la sopravvivenza dell'intera popolazione e prima di operare gli organi di sicurezza hanno sentito il parere dell'agenzia governativa per l’ambiente.
Le argomentazioni sul perché si poteva evitare l’abbattimento
D'altro canto, chi considera sbagliata la scelta di sopprimere l’esemplare di orso polare inadeguata sostiene che:
- L'orso polare è una specie protetta classificata come “vulnerabile” dall'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e inserita in Allegato II della Convenzione di Washington (CITES) sul commercio delle specie a rischio.
- Gli orsi polari hanno tassi di riproduzione naturalmente molto bassi e quindi ogni individuo, specialmente se di sesso femminile, è prezioso per la popolazione.
- In passato le interazioni orso-uomo erano molto limitate e oggi gli episodi di contatto sono in aumento a causa di evidenti squilibri di natura antropica che costringono gli orsi ad adattarsi a nuovi territori e a nuove risorse trofiche spesso associate alle attività umane.
- Recenti informazioni scientifiche indicano che un gruppo di orsi polari nella Groenlandia sudorientale è il più isolato e geneticamente distinto dalle altre sottopopolazioni e questo gruppo è stato recentemente riconosciuto dal Governo della Groenlandia come una nuova sottopopolazione da sottoporre a un regime di tutela.