La Groenlandia, il cui nome significa in modo apparentemente controintuitivo Terra verde (Greenland in inglese, Grønland in danese), è la più grande isola al mondo, con 2.175.600 km2, ed è situata tra l’Oceano Atlantico del Nord e l’Oceano Artico, tra le coste canadesi e l’Islanda, da cui è separata dal Canale di Danimarca. Ricoperta per l'84% del suo territorio da ghiacci, ha una popolazione di sole 60.000 persone circa, che vivono principalmente nelle zone costiere nella parte Sud-Ovest del Paese. La Groenlandia oggi gode di grande autonomia amministrativa, nonostante sia politicamente parte del Regno di Danimarca, rappresentando il più grande territorio “dipendente” esistente. Nel 2019 l’ex presidente statunitense Donald Trump aveva espresso la volontà di acquistare la Groenlandia (un tentativo che gli USA avevano già fatto due volte in passato): l'isola infatti, oltre ad appartenere geologicamente e geograficamente al Nord America, è ricca di materie prime e fonti di energia, ospita una base NATO ed è una piattaforma naturale perfetta per il controllo della Rotta Artica, in prospettiva una delle rotte commerciali marittime (e non solo) più importanti del Pianeta.
Perché la Groenlandia fa parte della Danimarca
La Groenlandia è stata una colonia della Danimarca dal 1721 fino al 1953. Nel 1721, infatti, il missionario norvegese Hans Egede guidò una spedizione sull’isola e fondò le prime colonie commerciali lungo la costa. Nel 1814, dopo la firma del trattato di Kiel, la Groenlandia passò ufficialmente sotto il dominio di Copenaghen, in seguito alla separazione della Danimarca dal Regno di Norvegia.
Fu solo nel 1953 che, da colonia, la Groenlandia passò ad essere parte del Regno di Danimarca, godendo di uno status assimilabile a quello di una contea, con la propria rappresentanza nel Parlamento danese, il Folketing. Nel 1973 la Danimarca entrò a far parte dell'Unione Europea e con lei anche la Groenlandia che però, anche a causa di preoccupazioni legate ai propri scambi commerciali soprattutto in materia di pesca con Paesi extra europei come Canada e Stati Uniti, nel 1985 scelse, in seguito ad un referendum, di uscirne.
È stato il primo caso di ritiro di un Paese dall’Unione Europea, una sorta di antesignano della Brexit del Regno Unito, avvenuta nel 2020. Quello della Groenlandia fu però un caso peculiare poiché fu riconosciuto come territorio speciale di uno Stato membro (la Danimarca) e le sue relazioni con l'UE sono contenute in uno specifico accordo, il Trattato sulla Groenlandia, in particolare in materia di pesca.
Il processo di indipendenza dalla Danimarca
Nel 1979 in seguito ad un referendum consultivo la Groenlandia ha ottenuto, con la cosiddetta Home Rule, un'autonomia parziale istituendo un proprio governo e Parlamento, con competenze in materia di affari interni. Nel 2008 poi è stato indetto un altro referendum che ha esteso la sovranità del Parlamento del Paese con una ancor maggior autonomia dell’isola. Il risultato del referendum, il Self-Government Act, è entrato in vigore nel 2009. In particolare, si è creata una base giuridica per aumentare il potere legislativo ed esecutivo del governo della Groenlandia nel settore della risorse naturali.
Dal 2013 la Groenlandia ha compiuto un ulteriore passo verso l’indipendenza dal governo di Copenaghen, aprendo le porte agli investimenti esteri nei settori dell’estrazione di uranio e terre rare, prima di esclusivo controllo danese. La Danimarca continua invece a controllare gli ambiti di difesa, politica estera e sicurezza.
L’impegno danese per la difesa e la politica estera in Groenlandia
La Danimarca detiene ancora il controllo in materia di politica estera e difesa in Groenlandia e sta aumentando le risorse per rafforzare la sorveglianza e missioni di intelligence nell’Artico. In particolare, a gennaio 2024, il governo danese ha annunciato di stanziare 2,74 miliardi di corone danesi (circa 400 milioni di dollari) per aumentare la difesa nell’Artico e Nord Atlantico, con l'impiego di droni a lungo raggio, per portare avanti la politica congiunta UE-NATO in materia di difesa in quei territori.
Senza dubbio a causa del cambiamento climatico e dello scioglimento dei ghiacci, l’Artico e dunque anche i Paesi nordici interessati dalle rotte artiche, tra cui la Groenlandia, stanno diventando un obiettivo geopolitico importante per numerose potenze, in primis Stati Uniti, Russia e Cina.
Gli Stati Uniti hanno addirittura provato ad acquistare l'isola per scopi economici e geopolitici: nel 1867 il Segretario di Stato statunitense William Seward aveva espresso la volontà di acquistare la Groenlandia, ed anche Harry Truman nel 1946 e recentemente Donald Trump nel 2019 hanno reiterato questo interesse, prontamente rifiutato dal governo della Groenlandia.
Perché la Groenlandia è fondamentale per gli USA e la NATO
A causa dei vasti giacimenti di idrocarburi e minerali, come oro, platino, zinco, nichel, uranio e terre rare, la Groenlandia è un territorio al centro dell’interesse di numerosi Paesi. Durante la Guerra Fredda, l’isola svolse un ruolo importante per la sua posizione strategica al centro tra i porti sovietici in territorio artico e gli Stati Uniti e il Canada. Fu dunque utilizzata come base per osservare l’uso di missili balistici e nel suo territorio gli Stati Uniti utilizzarono in particolare la base aerea di Thule, situata nel comune di Avannaata, nella Groenlandia settentrionale.
La base di Thule fu anche scenario nel 1968 di un tragico incidente aereo durante il quale a causa di un incendio quattro bombe nucleari presenti su un velivolo B-52 dell’aviazione statunitense dispersero materiale radioattivo, inquinando una vasta area ghiacciata.
Oggi, con il crescente interesse geopolitico per l’Artico, la Groenlandia si trova al centro delle mire sia cinesi che statunitensi. La Cina intende rafforzare la cooperazione economica con l’isola principalmente per attività estrattive nelle miniere di ferro e zinco e con l’intento di costruire infrastrutture come aeroporti e basi scientifiche e di ricerca.
D’altro canto, gli Stati Uniti hanno siglato a dicembre 2023 un accordo con la Danimarca in materia di difesa per rafforzare la presenza NATO sul territorio danese. Anche l’Unione Europea sta cercando di aumentare la propria vicinanza al Paese nordico: a marzo 2024, la Commissione Europea ha infatti aperto un ufficio nella capitale Nuuk, per rafforzare la presenza europea nel Paese. Al momento però la Groenlandia sembra voler mantenere la sua apertura anche nei confronti del governo di Pechino, alla ricerca di una ancor maggiore indipendenza dalla corona danese soprattutto dal punto di vista commerciale e politico.