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Il Comitato Permanente della Convenzione di Berna ha votato il 3 dicembre 2024 a favore del declassamento del grado di protezione del lupo (Canis lupus) da "strettamente protetto" a "protetto". La proposta era stata presentata dalla Commissione Europea il 27 settembre scorso e la modifica entrerà in vigore a partire dal 7 marzo 2025 a meno che almeno 17 Stati Membri non si oppongano. Il cambiamento normativo, che per essere efficace dovrà essere recepito da ogni singolo Stato, consentirà di autorizzare la caccia a questi esemplari, purché sia garantito un buono stato di conservazione delle popolazioni di lupo presenti in Europa (in Italia si stimano circa 3.300 esemplari, di cui 950 circa nell'arco alpino). La decisione non ha lasciato indifferente l'opinione pubblica, spaccandola in posizioni opposte: chi è favorevole alla decisione motiva la scelta in base all'aumento dei lupi negli ultimi vent'anni e alla disabitudine a convivere con questa specie. Chi si oppone invece, fa notare l'importanza del lupo nel mantenere gli equilibri naturali del territorio, ad esempio controllando le popolazioni di cinghiali e nutrie, e ricorda che la percentuale di predazione del bestiame europeo da parte dei lupi è molto bassa (0.065% ) e potrebbe essere controllata con apposite misure di protezione.
La situazione del Lupo in Europa e cosa comporta questo cambiamento normativo
All’inizio degli anni Settanta in Europa il lupo, perseguitato per secoli con lacci, tagliole, fucili e veleno, era una specie sull’orlo dell’estinzione e in Italia restavano solo pochi esemplari nell’Appennino Centrale. Nell’arco di 45 anni la situazione è cambiata grazie a rigorose normative di tutela di questa specie, sensibilizzazione del pubblico, istituzione di nuove Aree Protette, ma anche grazie alla notevole plasticità di questa specie. Oggi nel territorio Europeo si stimano circa 23.000 lupi e in Italia circa 3.300 dopo il primo monitoraggio nazionale del 2022.
Ad oggi, la Convenzione di Berna e la normativa europea (Direttiva Habitat) considerano il lupo una specie “strettamente protetta”, i cui individui non possono essere deliberatamente uccisi, catturati o disturbati. Solo in circostanze eccezionali, ad esempio per motivi di sicurezza pubblica, un esemplare può essere soppresso se non ci sono altre soluzioni possibili. Questa situazione però sta per cambiare.
Dal 7 marzo prossimo il lupo passerà ad un grado di protezione meno vincolato, ciò vuol dire che si potranno abbattere esemplari, anche se in modo controllato. La caccia potrà essere autorizzata, purché sia garantito il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle popolazioni presenti in ambito europeo. La modifica è stata proposta ritenendo che oggi le sue popolazioni siano aumentate numericamente, grazie agli sforzi sinora attuati per la conservazione di questo grande carnivoro, e questo potrebbe creare problemi agli allevamenti zootecnici.
Un cambiamento del genere sta generando reazioni contrapposte. D'altra parte, il lupo ha un grande potere mediatico e resta uno dei predatori più carismatici, protagonista di fiabe e leggende che, più di altri animali, crea nell’uomo reazioni contrapposte di smisurato amore e fascino o di terrore e odio.
Le argomentazioni di chi è favorevole al provvedimento
Le motivazioni di chi è soddisfatto di questa decisione si basano sostanzialmente sul fatto che il numero dei lupi negli ultimi vent’anni è aumentato notevolmente, così come i conflitti con le attività umane. Le istituzioni europee hanno quindi dato voce agli allevatori e agli abitanti delle zone rurali e questo cambiamento consentirà maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle popolazioni locali di lupo. Vengono addotte anche altre motivazioni:
- molte volte gli allevatori rinunciano a chiedere l'indennizzo dei danni provocati dal lupo, perché le procedure sono complesse e le aggressioni sempre più frequenti, quindi, ritengono che la coesistenza sia possibile solo se il numero dei lupi è contenuto
- i lupi rappresentano una minaccia anche per la sicurezza umana, considerato che si sono verificati alcuni episodi di attacchi ad animali da compagnia e uomini
- anche se a livello comunitario i danni complessivi sono poco elevati, a livello di singoli territori si è persa l'abitudine alla presenza di questa specie.

Le argomentazioni contro il declassamento dello stato di protezione del lupo
Chi è contrario al declassamento del livello di protezione del lupo ritiene che il recupero numerico del lupo sia un processo ancora in corso e non ci sono evidenze scientifiche che ne giustifichino così presto un declassamento, per di più non necessario, visto che la normativa attuale già consente di abbattere esemplari problematici e pericolosi.
Inoltre, i contrari contestano che dopo anni di impegno e sforzi per la conservazione del lupo, appena si notano i primi effetti positivi, con questo provvedimento si torna subito indietro e si riprende ad abbattere esemplari. Chi si oppone a questa decisione ritiene che l'approccio dell'uomo sia sempre quello di gestire le altre specie in base a sue esigenze locali e temporanee, senza considerare che:
- il lupo è una specie chiave per la conservazione degli equilibri naturali di un territorio, visto che si tratta di un predatore al vertice della catena alimentare, regolatore di altre popolazioni ed eliminarli significa far proliferare eccessivamente, ad esempio, gli erbivori con gravi ripercussioni sugli habitat naturali;
- è il principale alleato nel contrastare il proliferare di cinghiali e nutrie che provocano ingenti danni all'agricoltura;
- uccidere lupi senza conoscerne le caratteristiche e il ruolo sociale che occupano può destrutturare i branchi, far disperdere gli adulti e aumentare i danni ;
- le predazioni del lupo incidono solo sullo 0.065% del bestiame europeo, quindi la coesistenza con il lupo è possibile semplicemente adottando opportune misure di protezione del bestiame (cani da guardiania, recinzioni elettrificate, maggiore presenza di pastori, controllo nella dispersione di rifiuti e di residui animali);
- il lupo non attacca l’uomo, ma se ne tiene a distanza. I rarissimi casi di aggressione sono stati causati da cattive abitudini quali il tentativo di attrarre i lupi abbandonando cibi e rifiuti o l’uso di lasciare i cani liberi senza guinzaglio mettendo a repentaglio la loro vita.