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5 Novembre 2025
15:00

I lucchetti dell’amore attaccati sui ponti: dove si mettono, perché e com’è nata l’usanza

I lucchetti simboleggiano amore, fedeltà e promessa fin dall’antichità, dai templi romani ai santuari orientali. La tradizione moderna delle coppie si diffonde in Serbia durante la Prima Guerra Mondiale e in Ungheria negli anni ’70 come gesto di ribellione, fino a scoppiare in Italia dopo il film "Ho voglia di te".

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I lucchetti dell’amore attaccati sui ponti: dove si mettono, perché e com’è nata l’usanza
lucchetti ponti

Il lucchetto è fin dall'antichità simbolo di promessa e dedizione, e in Italia l’usanza di attaccarli a ponti, recinti, cancelli, monumenti o edifici pubblici come promessa d’amore eterno è diventata celebre dopo il film "Ho voglia di te", uscito nel 2007. Ma già negli anni ‘30 gli Allievi militari italiani attaccavano il lucchetto del proprio armadietto ai ponti dopo essersi congedati, e una tradizione popolare serba racconta di lucchetti attaccati ai ponti già durante la Prima Guerra Mondiale a seguito di una sfortunata storia d’amore. Negli anni ‘70 in Ungheria il lucchetto diventa simbolo della ribellione alle dittature, e viene attaccato ai ponti in segno di protesta.  Secondo lo studio Finding love: The materialities of love-locks and geocaches condotto dai ricercatori inglesi Ceri Houlbrook e Adam Parker, questa usanza, che fa ormai parte del folklore urbano, ha quindi origine in un mix di episodi, leggende e luoghi diversi che ha portato, nel tempo, alla sua diffusione.

La storia del lucchetto dell’amore: un simbolo di devozione

Il lucchetto è uno strumento di sicurezza antichissimo, di cui sono stati ritrovati esemplari rudimentali anche negli scavi di Pompei: già secoli fa simboleggiava promessa e impegno e per questo è diventata un'abitudine attaccarlo in luoghi sacri, in segno di devozione. Nell’antica Roma, secondo alcune testimonianze, le donne usavano appendere lucchetti dedicati a Venere nei templi, come gesto simbolico per “serrare” l’amore del partner e garantirne la fedeltà.

Per esempio, nell’antica Persia e in generale in Oriente, si usava attaccarli alle tombe di santoni e figure religiose di spicco, con la stessa funzionalità degli ex-voto: essendo il lucchetto uno strumento solido e “inespugnabile”, chiuderlo su un sepolcro o in un luogo di culto suggellava la preghiera fatta ed era simbolo di fede, impegno e perseveranza. Per lo stesso motivo non è affatto raro trovare lucchetti chiusi intorno alle grate dei santuari cristiani, dove i fedeli si recano per chiedere la Grazia o ringraziare per averla ricevuta, pregare i Santi a cui sono devoti.

Rituali simili, in cui il lucchetto rappresentava la protezione di un vincolo, sono documentati anche nel Medioevo, quando veniva utilizzato come metafora di custodia del cuore e della promessa d’amore. Questi usi, stratificandosi nei secoli, hanno probabilmente favorito la fortuna delle pratiche moderne, che hanno attualizzato un simbolo antico caricandolo di nuovi significati politici, culturali e affettivi.

La diffusione dell’usanza dei lucchetti come simbolo del legame d’amore potrebbe avere origine in Serbia negli anni della Prima Guerra Mondiale. La storia – che non sappiamo se essere realtà o leggenda – narra che, nella città serba di Vrnjačka Banja una maestra di nome Nada, e Relja, un soldato in partenza per la Grecia, si innamorarono: si giurarono amore eterno e si fidanzarono, ma Relja a Corfù si innamorò di un’altra donna e ruppe il fidanzamento. Nada, disperata, morì di crepacuore e la loro vicenda divenne famosa: da quel momento, le ragazze di Vrnjačka Banja iniziarono a chiudere lucchetti sul ponte Most Ljubavi, letteralmente “il ponte dell’amore”, con lo scopo simbolico di proteggere i loro legami dalla sfortuna che invece aveva colpito Nada. Il ponte in breve tempo si riempì di lucchetti e divenne celebre anche per il suo nome che richiamava l’amore, e l’usanza iniziò a diffondersi per l’Europa.

Qual è il significato del lucchetto dell’amore

Un altro luogo-simbolo dei lucchetti attaccati ai ponti è l’Ungheria, precisamente la città di Pécs dove, negli anni ‘70, si diffonde rapidamente questa usanza: si trattava in questo caso di una forma di ribellione promossa dalla comunità punk contro i regimi della Guerra Fredda.

Viene scelto proprio il lucchetto come tributo a Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, che portava un lucchetto attaccato al collo come segno di resistenza contro le convenzioni. Dall’Ungheria l’abitudine si espande a macchia d’olio, unendo quindi un gesto già conosciuto con un nuovo significato simbolico, incontrando probabilmente altre già consolidate tradizioni.

Oggi questo oggetto rappresenta l'unione tra due persone, protezione e amore eterno.

Dove sono attaccati in Italia e perché sono un rischio

Già dagli anni ‘30 del ‘900, infatti, gli Allievi militari della Scuola di Sanità in Costa San Giorgio a Firenze, quando era il momento di congedarsi, attaccavano il lucchetto del loro armadietto in una barra di ferro oltre il parapetto del Ponte Vecchio. Nello stesso periodo, la stessa usanza era messa in pratica dagli allievi delle caserme alpine di Brunico e di Bressanone, in Trentino Alto Adige: si iniziano così a vedere sempre più lucchetti attaccati ai ponti, e l’abitudine prese piede come simbolo come simbolo della conclusione di un percorso, e come espressione di forza d’animo e fedeltà.

In seguito, nel nostro Paese, l’usanza di attaccare i lucchetti dell’amore sui ponti, venne resa celebre dal film "Ho voglia di te" – uscito nel 2007 – tratto dal romanzo di Federico Moccia, in cui i due protagonisti attaccano un lucchetto a Ponte Milvio a Roma con l’intento “di non lasciarsi mai”. Il film, seguito del già celebre "Tre metri sopra il cielo", è stato un fenomeno nella cultura di massa, e il gesto dei lucchetti è stato rapidamente emulato da migliaia di persone, e ha iniziato a diffondersi rapidamente da Roma a tante altre località in Italia e nel mondo. Oggi è un gesto compiuto specialmente dai turisti, e non mancano proteste e divieti da parte dei cittadini, delle amministrazioni e di chi si occupa della sicurezza dei ponti stessi, spesso sofferenti a causa del peso del ferro.

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