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1 Giugno 2025
11:00

Ma è vero che abbiamo il 60% del DNA in comune con una banana? Smontiamo il falso mito

Quanto hanno in comune geneticamente esseri umani e banane? Un diffuso luogo comune vuole che condividiamo il 60% del DNA con i banani, ma è falso. In realtà la percentuale corretta è l'1% circa: capiamo perché e come si è originato il “mito del 60%”.

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Ma è vero che abbiamo il 60% del DNA in comune con una banana? Smontiamo il falso mito
banane dna

Condividiamo il 60% del nostro DNA con le banane? Questa affermazione circola parecchio come curiosità scientifica, ma è assolutamente falsa e frutto di un'interpretazione errata di uno studio genetico (mai pubblicato) che risale al 2013. Prendendosi la briga di visionare lo studio e ciò che hanno effettivamente detto i suoi autori, la realtà è ben diversa: il nostro genoma ha in comune il 60% dei geni con quello della pianta di banana, che corrisponde a circa l'1% del DNA complessivo delle due specie. Inoltre, delle proteine codificate da questo 60% di geni in comune, soltanto il 40% sono identiche nella sequenza di amminoacidi che le compongono.

Quanto DNA condividiamo con la banana: da dove nasce il mito del 60%

L'idea che umani e banane condividano un'alta percentuale di DNA ha probabilmente origine da un progetto del National Human Genome Research Institute americano, condotto nel 2013. I risultati di questa ricerca, guidata dal genetista Lawrence Brody, non furono mai pubblicati su una rivista scientifica, ma vennero utilizzati per un video educativo dello Smithsonian Museum of Natural History.

Il DNA è il custode dell'informazione genetica di ogni organismo, una sequenza unica di quattro "lettere" (le basi azotate: adenina, citosina, guanina e timina) che ci rende distinti non solo dalle altre specie, ma anche tra individui della stessa specie. Il genoma umano è imponente, composto da circa 3 miliardi di coppie di basi azotate, di cui una piccola parte (circa il 2%) è organizzata in geni che contengono le istruzioni per produrre le proteine.

Nello specifico, il DNA si divide in due categorie:

  • DNA codificante: costituisce circa il 2% del nostro genoma ed è composto dai geni. Questi geni contengono le istruzioni per la sintesi delle proteine che svolgono quasi tutte le funzioni cellulari e determinano le nostre caratteristiche.
  • DNA non codificante: comprende il restante 98% del DNA. Un tempo era erroneamente etichettato come "DNA spazzatura" (o "junk DNA") perché si riteneva non avesse alcuna funzione. Tuttavia, la ricerca scientifica ha progressivamente rivelato che gran parte di questo DNA svolge ruoli cruciali nella regolazione dell'espressione genica (controllando quando e dove i geni vengono attivati o disattivati), la protezione delle estremità dei cromosomi e la modulazione della struttura del DNA.

Lo studio di Brody ha individuato, in oltre 4 milioni di confronti tra i geni delle due specie, circa 7000 corrispondenze tra i geni del banano e quelli umani. Questo equivale a dire che una parte dei nostri geni ha una controparte riconoscibile nel genoma della banana. È importante, però, sottolineare che queste corrispondenze non indicano una complementarietà perfetta. Come ha spiegato il genetista, le proteine codificate da questi geni omologhi (cioè che svolgono la stessa funzione per specie diverse) sono identiche nel 40% dei casi.

Di conseguenza, la statistica va interpretata con precisione: anziché un 60% di somiglianza del nostro DNA totale con una banana, la realtà è che il 60% del 2% del nostro DNA (quello codificante per le proteine), cioè l'1% circa del totale del nostro genoma, produce proteine che sono identiche in un 40% delle corrispondenze.

DNA TOTALE (2)
La somiglianza del DNA con la banana non è nel totale, ma si riferisce al 60% dei nostri geni presenti nel 2% del DNA codificante.

Esseri umani, banane e altre specie hanno geni in comune perché abbiamo un unico antenato comune

La condivisione di una parte del nostro patrimonio genetico con organismi apparentemente distanti come banane, scimpanzé o topi non è affatto sorprendente ed è proprio questo il campo di studio della genomica comparata.

Ma perché condividiamo parte del nostro patrimonio genetico anche con specie apparentemente molto distanti, come in questo caso la pianta di banana? Il motivo è semplice: tutti gli organismi viventi sulla Terra discendono da un unico antenato comune. Circa 4 miliardi di anni fa, un'unica popolazione cellulare, conosciuta come L.U.C.A (Last Universal Common Ancestor, “ultimo antenato comune universale”), diede origine all'unica linea evolutiva che poi si è diramata nell'intero “albero della vita” che popola il pianeta Terra. Questa discendenza comune significa che le funzioni cellulari di base sono state conservate attraverso l'evoluzione. Che si tratti di una cellula animale o vegetale, processi vitali come la respirazione dell'ossigeno e le reazioni metaboliche essenziali per la sopravvivenza sono svolte da meccanismi molto simili trasversali per tutte le specie viventi.

albero filogenetico
Albero filogenetico: tutti gli organismi derivano da un antenato comune.

Potrebbe sorprendere sapere che l'essere umano possiede circa 25.000 geni, come emerso dal Progetto Genoma Umano, mentre un albero di banane ne ha circa 36.000. Questo dimostra chiaramente che la complessità di un organismo non è direttamente proporzionale al numero di geni che possiede. Tuttavia, molti dei geni presenti sia negli esseri umani che nelle banane, nonostante le nostre evidenti differenze, sono geni omologhi, ovvero che condividono un'origine comune e svolgono la stessa funzione in specie diverse.

La presenza di questi geni omologhi in specie così diverse sottolinea l'interconnessione della vita sulla Terra e l'efficienza con cui la natura riutilizza e adatta le soluzioni genetiche fondamentali.

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