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La teoria dell'evoluzione di Charles Darwin basata sul meccanismo della selezione naturale ha rivoluzionato il campo della biologia e tuttora è considerata una delle più grandi teorie scientifiche di sempre. Questa teoria sostiene che gli individui con caratteristiche che li rendono più adatti all'ambiente hanno maggiori probabilità di sopravvivere, riprodursi e dunque tramandare questi tratti alle generazioni successive: questa “spinta” lenta ma costante permette alle specie di evolvere gradualmente nel tempo. Per arrivare alla formulazione di un ragionamento così complesso e articolato, Darwin mise in campo tutte le ricerche e le osservazioni raccolte nei lunghi anni di viaggio in giro per il mondo e tutte le ipotesi formulate sulle più disparate materie scientifiche di cui si occupò nella vita. La storia della pubblicazione del suo testo più conosciuto, L’Origine delle specie, ci aiuta a comprendere quella che ancora ricordiamo come una delle maggiori rivoluzioni scientifiche di sempre.
Cosa dice la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin: i punti fondamentali
La teoria di Charles Darwin sulla selezione naturale, esposta nel suo libro L’origine delle specie, è uno dei pilastri della biologia evolutiva. Darwin sostiene che tutte le specie viventi, animali e piante, derivano da un antenato comune e si sono diversificate nel tempo attraverso un processo graduale. I punti fondamentali della sua teoria sono variabilità dei caratteri, adattamento all'ambiente, eredità dei caratteri innati e isolamento geografico. All’interno di ogni popolazione esistono differenze tra gli individui e gli individui con caratteristiche più vantaggiose per l’ambiente in cui vivono hanno maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi. Queste caratteristiche favorevoli vengono trasmesse nel tempo alle generazioni successive andando a modificare le popolazioni in modo da adattarsi meglio all’ambiente.
L'evoluzione, spiegata da Darwin, è un processo naturale e continuo basato sull'interazione tra organismi e ambiente senza interventi esterni. Un esempio classico studiato dal celebre biologo sono i fringuelli delle Galapagos: ogni isola dell'arcipelago presentava uccelli con becchi di forma differente, adattati in base alle specifiche fonti di cibo presenti in quell'area.

Il contesto storico della teoria di Darwin
Il testo in cui Charles Darwin propose la sua teoria sull’evoluzione delle specie, fu pubblicato per la prima volta a Londra, il 24 novembre 1859, e mise studiosi e ricercatori di fronte a dinamiche e questioni che, a quel tempo, erano state ancora poco dibattute. In L’Origine delle specie, dal nome completo On the Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life (che potremmo tradurre come “L’origine delle specie per selezione naturale, o la preservazione delle varietà favorite nella lotta per la sopravvivenza”), Charles Darwin condensò tutti i suoi lunghi studi, permeati e influenzati dal lavoro di illustri colleghi e dalle numerose scoperte scientifiche, che resero l’Ottocento un secolo molto importante per la storia della scienza.

Tra questi studiosi ricordiamo, in particolare, il geologo scozzese Charles Lyell, e il pioniere degli studi sulla demografia, Thomas Robert Malthus. Lyell, per esempio, si fece portavoce di un principio chiamato uniformitarismo, o attualismo, secondo cui tutto ciò che vediamo sulla superficie della Terra corrisponde al risultato dell’azione lenta e graduale di processi chimici, fisici e biologici. L’attualismo rimarcato da Lyell fu proposto per la prima volta dal geologo James Hutton, in contrapposizione al catastrofismo, molto diffuso tra gli scienziati di quel tempo, secondo cui tutto è fondamentalmente immobile e le modifiche avvengono solo in seguito a eventi catastrofici.
Thomas Robert Malthus, invece, fu fondamentale nell’influenza del pensiero di Darwin, perché si occupò della costruzione di modelli riguardanti le dimensioni delle popolazioni umane e la disponibilità di risorse, che nella teoria sull’evoluzione per selezione naturale occupano un notevole spazio.
L'Origine delle specie, una pubblicazione rivoluzionaria
Charles Darwin cominciò a ragionare sull’origine e l’evoluzione delle specie già nel corso del lungo viaggio fatto a bordo del brigantino Beagle. Per sua stessa ammissione sappiamo che, già nel 1844, gran parte dello studio sulla teoria dell’evoluzione era completo. Eppure, il naturalista inglese attese 15 anni prima di pubblicare L’Origine delle specie. Dobbiamo ricordare che Charles Darwin non fu il solo a sperimentare una teoria riguardante l’evoluzione delle specie e a studiare i cambiamenti che interessano i viventi in un lungo periodo di tempo (pensiamo, ad esempio, a Jean-Baptiste de Lamarck, che nel 1809 aveva proposto una teoria dell’evoluzione basata sull’ereditarietà dei caratteri acquisiti). C’è di più, in un articolo a cura del filosofo Herbert Spencer, pubblicato nel 1852, si azzardò un riferimento all’evoluzione intesa come una sorta di sopravvivenza degli individui più idonei.
I tempi, insomma, erano maturi e più scienziati avevano raggiunto idee simili tra loro. A convincere Darwin a pubblicare i suoi studi (che poi rivedrà più e più volte nelle edizioni successive) fu, tuttavia, un saggio ricevuto nell’estate del 1858 dal naturalista Alfred Russel Wallace, a quel tempo in viaggio in Indonesia, che in un momento di convalescenza, dovuto alle conseguenze della malaria, maturò una teoria basata sulla selezione naturale molto simile a quella che Darwin aveva già ipotizzato 15 anni prima.
Darwin, a quel punto, riconobbe il lavoro del collega e, spinto dagli amici più fidati (tra cui lo zoologo Thomas Huxley), ritenne che fosse finalmente giunto il momento per rivoluzionare la storia della biologia. Così accadde che nella seduta della Linnean Society del 1° luglio 1858, venne letto un saggio “sulla tendenza delle specie a formare varietà e sul perpetuarsi delle varietà e delle specie mediante selezione naturale” firmato da entrambi gli autori, Charles Darwin e Alfred Russel Wallace. Un momento importantissimo, che culminò, un anno dopo, con la pubblicazione de L’Origine delle specie, opera che rivoluzionò la biologia riuscendo a individuare nell'evoluzione per selezione naturale il meccanismo in grado di spiegare la diversità dei viventi.