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4 Ottobre 2025
11:00

Cosa succede a chi nasce a bordo di un aereo e che cittadinanza ha il bambino

Se un bambino dovesse nascere a bordo di aerei il personale assiste la madre e il comandante registra la nascita. La cittadinanza dipende da ius soli, ius sanguinis, Paese di registrazione del velivolo o di atterraggio: ogni Stato decide secondo le proprie leggi.

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Cosa succede a chi nasce a bordo di un aereo e che cittadinanza ha il bambino
cittadinanza aereo

La nascita di un bambino a bordo di un aereo è un fatto raro, ma già successo in passato: grazie a uno studio del 2019, sappiamo che ben 74 bimbi tra il 1929 e il 2018 sono nati a migliaia di metri di altezza. Ma come si determina la cittadinanza di un bebè nato in aereo? Non è una questione semplice: si devono tenere in considerazione le disposizioni in materia di diritto del Paese dei genitori – considerando quindi lo ius sanguinis – oltre che del Paese in cui è registrato l’aereo, del Paese di destinazione ed eventualmente anche di quello che l’aereo sta sorvolando, osservando quindi le norme delle ius soli. Quando si verifica questo fatto eccezionale, è il personale di bordo, con l’eventuale aiuto di un medico – se presente – ad aiutare la mamma a partorire, e il Comandante svolge la funzione di Ufficiale che registra la nascita.

Che cittadinanza ha chi nasce in un aereo

Per assegnare la cittadinanza a una bambina o bambino nato in volo si fa riferimento ai diversi principi di nazionalità, lo ius soli e lo ius sanguinis. Secondo lo ius soli, il nascituro assume la cittadinanza di un Paese per il solo fatto di essere nato su quel territorio, secondo lo ius sanguinis i bambini assumono la cittadinanza dei genitori, indipendentemente dal territorio in cui sono nati. Ogni Stato, tra cui anche l’Italia, norma poi il diritto secondo diverse declinazioni.

Per i bebè nati ad alta quota, nei casi documentati fino a oggi, si sono applicati l’uno, l’altro o una combinazione di entrambi perché in fin dei conti ogni Stato del mondo decide in autonomia chi sono i propri cittadini. Ciò ha reso necessario valutare la situazione di caso in caso.

Tra i criteri considerati c’è anche il Paese in cui è registrato l’aereo, visto quindi come una sorta di “territorio” sul quale il bambino o la bambina nasce. Secondo la Convenzione sull’aviazione civile internazionale, redatta nel 1944 e conosciuta come Convenzione di Chicago, ogni aeromobile ricade sotto la giurisdizione dello Stato di registrazione. Tuttavia, la Convenzione non stabilisce alcuna norma specifica in merito alle nascite a bordo: la competenza resta infatti ai singoli Stati, e non alla normativa internazionale. Un bimbo nato su un aereo, quindi, può avere la nazionalità del Paese di registrazione del velivolo, ma assume anche la nazionalità dei genitori, secondo lo ius sanguinis , o quella del paese di destinazione, dove il piccolo “toccherà terra per la prima volta” e/o del Paese in quel momento sorvolato, secondo lo ius soli.

Non è automatico, invece, che chi nasca in volo possa viaggiare gratis tutta la vita, anche se molte compagnie hanno regalato ai piccoli la tessera con le miglia gratis.

Cosa succede se un bambino nasce su un aereo

Se una passeggera entra in travaglio durante il volo, per prima cosa viene spostata nella zona più tranquilla e isolata possibile: qui gli assistenti di volo si curano del benessere della mamma e della pulizia dello spazio, e chiedono con un annuncio la disponibilità di un medico a bordo. Hostess e steward, infatti, non sono formati nello specifico per gestire un parto, ma lo sono per le emergenze mediche: sono quindi in grado, nei limiti del possibile e delle specificità della situazione, di assistere una mamma che sta dando alla luce il suo piccolo.

Quando il bambino/a nasce, il comandante svolge la funzione di Ufficiale di Stato Civile: registra quindi la nascita sul giornale di bordo e identifica ufficialmente il bebè.

Una volta atterrati, il Comandante invia la dichiarazione di nascita al direttore dell’aeroporto che avvisa l’autorità competente sul territorio, e mamma e bimbo vengono portati in ospedale: qui saranno assistiti e registrati ufficialmente, secondo le disposizioni di diritto vigenti.

Quanti bambini nascono a bordo di aerei? Cosa dicono i dati

Nel 2019, Travis Heggie della Bowling Green State University in Ohio ha condotto lo studio Skyborn: In-flight Emergency Births on Commercial Airlines nel quale ha analizzato i dati a disposizione nell’ultimo secolo per osservare come effettivamente sono state gestite le nascite in volo sia dal punto di vista pratico e che secondo il diritto. Lo studio ha evidenziato che, tra il 1929 e il 2018, sono nati su voli commerciali 74 neonati, di cui 30 bambine, 30 bambini, e 14 di cui non è stato precisato il sesso. A questi si aggiungono altri piccoli nati in anni più recenti. Il 77% è nato su voli internazionali, mentre il 23% su tratte interne.

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