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13 Marzo 2025
11:47

Nuova truffa su WhatsApp con prefisso +855 dalla Cambogia: perché non rispondere e come difendersi

Se avete ricevuto telefonate e messaggi provenienti da numeri esteri con prefisso +855 dalla Cambogia, potrebbero potenzialmente mettervi a rischio. Vediamo come funzionano queste truffe e come difendersi.

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Nuova truffa su WhatsApp con prefisso +855 dalla Cambogia: perché non rispondere e come difendersi
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Se avete ricevuto in quest'ultimo periodo telefonate e messaggi su Whatsapp da numeri esteri con prefisso +855, corrispondente alla Cambogia, attenzione potrebbero essere dei tentativi di inganno per attirare la vostra attenzione. Si tratta, infatti, dell'ennesima truffa perpetrata con prefisso estero da parte di criminali informatici senza scrupoli che cercano di accalappiare potenziali vittime ignare del raggiro. I truffatori utilizzano diversi schemi per cercare di sottrarvi denaro o dati personali: dalle chiamate perse, che inducono a richiamare numeri a pagamento con tariffe esorbitanti, fino ai falsi annunci di lavoro o ai messaggi che promettono premi inesistenti. Oltre a proteggervi da simili frodi ignorando chiamate e messaggi provenienti dal prefisso cambogiano, potete anche adottare misure di sicurezza preventive, come l'attivazione di filtri anti-spam, che inibiscono le comunicazioni provenienti da numeri spam. Ma approfondiamo ora i meccanismi con cui funziona la truffa del prefisso +855 della Cambogia e poi analizziamo le migliori strategie per difendersi.

Come funziona la truffa del prefisso +855 della Cambogia

Le telefonate truffaldine con prefisso +855 seguono modelli già noti, ma nonostante questo riescono comunque a colpire molte persone. Questo perché non tutti conoscono i meccanismi che si celano dietro queste truffe. Ve li riassumiamo nei seguenti punti.

  • Falsi annunci di lavoro: tramite messaggi, solitamente inviati tramite app di messaggistica come WhatsApp, i truffatori promettono impieghi ben retribuiti con condizioni vantaggiose, spesso facendo leva sulle possibili difficoltà economiche delle proprie vittime oppure sulla voglia di guadagnare una fantomatica “seconda entrata”, per giunta con la promessa di non doversi impegnare più di tanto. Per candidarsi, la vittima deve fornire informazioni personali, inviare documenti o, in alcuni casi, pagare delle somme di denaro che permetteranno all'inesistente datore di lavoro di affrontare alcune spese per l'avvio dell'attività.
  • Falsi premi: in questo caso i truffatori comunicano alle potenziali vittime di aver vinto un premio – come un kit di prodotti di marca o un buono sconto esclusivo – che può essere riscattato solo dopo aver pagato una piccola commissione (talvolta giustificata come spesa di spedizione) oppure dopo aver fornito dati sensibili. Chi cade nel tranello non solo perde il denaro versato, ma rischia anche di vedere i propri dati personali utilizzati per altre frodi, come il furto d'identità.
  • Truffe romantiche: è, con molta probabilità, la tecnica più insidiosa di tutte. Questo perché il truffatore si finge interessato a instaurare una relazione sentimentale con la vittima e costruisce difatti un legame di fiducia tramite chat quotidiane che, in molti casi, possono durare settimane o persino mesi. Quando la vittima è ormai “cotta a puntino”, il truffatore chiede aiuti economici accampando scuse più o meno credibili, come spese mediche impreviste. La vittima, ormai coinvolta emotivamente, spesso accetta di inviare il denaro senza battere ciglio. A quel punto il truffatore potrebbe sparire nel nulla oppure continuare a recitare la sua parte per spillare altri soldi alla vittima.
  • Truffa del “wangiri”: in questo caso il truffatore fa squillare per alcuni secondi il telefono della propria potenziale vittima e chiude prima che questo possa rispondere. Incuriosito, l'utente potrebbe richiamare per vedere chi l'ha chiamato, ignorando che anche una chiamata di pochi secondi potrebbe costargli carissimo in termini economici, con addebiti indesiderati e spropositati in bolletta o sul credito residuo. Non a caso, il termine giapponese “wangiri” con cui viene chiamata questa metodica può essere resa in italiano con “squillo e chiudi”.

Come difendersi dalla truffa del prefisso della Cambogia e come bloccare il numero

Se volete sapere come difendersi dalla truffa del prefisso cambogiano, sappiate che un passo verso questa direzione in realtà l'avete già fatto. La conoscenza dei metodi che vengono usati dai criminali informatici per truffare le proprie vittime è, infatti, il primo passo che bisogna compiere se si desidera evitare di finire nelle grinfie di questi ultimi.

Ora che sapete come funziona questa truffa, dunque, potete difendervi non rispondendo a chiamate e messaggi provenienti da numeri con prefisso +855 e, naturalmente, non richiamando i numeri in questione se sul telefono trovate chiamate perse provenienti da questi. È importante anche non aprire link e allegati ricevuti tramite messaggistica istantanea o SMS. Molto meglio, invece, bloccare il mittente del messaggio e segnalarlo su WhatsApp o, comunque, nell'app di messaggistica in uso. E dal momento che molti smartphone integrano funzioni anti-spam che bloccano automaticamente le chiamate indesiderate, vi suggeriamo di attivarle.

Se sfortunatamente vi rendete conto di essere già caduti vittima di una truffa legata al prefisso +855 (o ad altri prefissi esteri), è importante che segnaliate l'accaduto alle autorità competenti, come la Polizia Postale. Questo aiuta non solo a proteggere voi stessi, ma anche a evitare che altri utenti cadano nella stessa trappola.

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