Qualche settimana fa alcuni ricercatori della Corea del Sud avevano affermato di aver trovato il primo superconduttore a temperatura e pressione ambiente, chiamato LK-99. Una possibile rivoluzione per le applicazioni tecnologiche del futuro. Come conseguenza, molti ricercatori hanno cercato di replicare gli esperimenti svolti dai colleghi sudcoreani, ma senza riuscire a verificarne le proprietà superconduttive. Questo materiale, infatti, mostra comportamenti simili a quelli dei superconduttori, ma non è un superconduttore. Scopriamo insieme qualche dettaglio in più di questa "non-scoperta".
La ricerca sudcoreana
Il materiale LK-99, un composto di rame, piombo, fosforo e ossigeno, secondo Sukbae Lee, Ji-Hoon Kim, Young-Wan Kwoni e altri ricercatori sudcoreani, era il primo superconduttore a temperatura e pressione ambiente. A fine luglio i ricercatori avevano scritto due articoli, inviati in pre-stampa su arXiv, affermando di aver misurato gli effetti principali della superconduttività: resistenza elettrica quasi nulla e il fenomeno della levitazione magnetica.
I nuovi studi
Molti studi sono stati condotti in altri laboratori di ricerca e questi hanno confutato inequivocabilmente la tesi portata avanti dai ricercatori sudcoreani, spiegando che il materiale non è un superconduttore. Hanno dimostrato che il fenomeno visto dai colleghi sudcoreani è dovuto alle impurità presenti all'interno del materiale, in particolare al solfuro di rame. Queste impurità sono responsabili di una ridotta resistività elettrica e di una parziale levitazione, proprietà simili a quelle esibite dai superconduttori.
Uno studio, condotto negli Stati Uniti e in Europa, ha combinato prove teoriche e sperimentali, dimostrando che la struttura di LK-99 rende impossibile la superconduttività.
Altri ricercatori hanno sintetizzato campioni puri di LK-99, studiando la struttura del materiale e confermando che non è un superconduttore, bensì un isolante.
Questo materiale, se fosse stato veramente un superconduttore a temperatura e pressione ambiente, avrebbe rivoluzionato completamente il panorama tecnologico dei prossimi decenni. Ad oggi, tutti i superconduttori funzionano solo a temperature molto basse e a pressioni estreme. Di conseguenza, mantenere un materiale allo stato di superconduttore richiede molta energia e tecnologie criogeniche avanzate.
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