0 risultati
video suggerito
video suggerito
24 Maggio 2024
6:00

Nuraghi, i monumenti simbolo della civiltà della Sardegna antica: cosa sono e a cosa servivano

I nuraghi sono i monumenti più iconici dell'antica civiltà nuragica della Sardegna, una delle più singolari nell'area del Mediterraneo. Erano realizzati in pietra e con pianta circolare a partire dal II millennio a.C, ma come venivano costruiti e a cosa servivano?

8 condivisioni
Nuraghi, i monumenti simbolo della civiltà della Sardegna antica: cosa sono e a cosa servivano
nuraghi sardegna

Fra i monumenti più affascinanti della Sardegna antica figurano sicuramente gli imponenti nuraghi (al singolare nuraghe), realizzati a partire dalla media età del bronzo (1700-1350 a.C.). Queste grandi torri in pietra, in alcuni casi circondate da complessi di edifici di pianta circolare, vengono stimate in un numero non inferiore ai 7000 in tutta l'isola. Per secoli hanno catturato l’attenzione di esploratori, archeologi e oggi dei turisti. Ma a quando risalgono? Da chi sono stati costruiti, e soprattutto per quale motivo?

La civiltà nuragica

La costruzione dei nuraghi va inquadrata nel contesto della civiltà nuragica, che proprio da queste torri prende il nome. Lo sviluppo di questa civiltà avvenne a partire dalla media età del bronzo (1700-1350 a.C.). In questo periodo i sardi avevano contatti con la Corsica, la penisola italica e il Mediterraneo orientale. Nella prima età del ferro (1000-700 a.C.) la civiltà nuragica attraversò un processo di rinnovamento e riorganizzazione sociale ed economica, sulla scia di maggiori contatti con l’esterno, prima di tutto con i Fenici, navigatori del Mediterraneo orientale, che in Sardegna fondarono vari empori.

Nell’età del bronzo, gli antichi sardi si organizzarono in una società complessa e raffinata, che raggiunse altissimi livelli nella lavorazione dei metalli e nella costruzione di strutture in pietra monumentali, fra cui i nuraghi, ma non solo. Esempi di costruzioni in pietra nuragiche sono le tombe dei giganti, cioè grandi sepolture collettive, i pozzi sacri, legati ai culti delle acque, i santuari e i templi a "megaron" o in “antis”, simili a quelli delle contemporanee civiltà egee, come i cretesi e i micenei.

interno nuraghe

La società aveva un certo livello di gerarchizzazione sociale, con villaggi e nuraghi legati a gruppi familiari allargati, che facevano riferimento a dei capi. L'economia era di tipo agro-pastorale. Gli antichi sardi furono veri e propri maestri nella lavorazione del bronzo, impiegato per forgiare attrezzi, armi, monili e i famosi bronzetti, statuette di animali, personaggi o oggetti.

Immagine
Bronzetto nuragico raffigurante un guerriero con elmo cornuto.

Le tipologie e la struttura del nuraghe

I nuraghi furono monumenti caratteristici della civiltà sarda unicamente durante l’età del bronzo. Infatti gli antichi sardi smisero di costruire queste torri nell’età del bronzo finale (1200-1000 a.C.). La parola “nuraghe”, con la radice nur, è probabilmente di origine preindoeuropea. Sulla base di confronti effettuati da linguisti e filologi con altre parole delle antiche lingue mediterranee si ritiene possa significare “mucchio di pietre" oppure “cavità”.

I nuraghi delle prime fasi della media età del bronzo vengono definiti “nuraghi arcaici”. Si tratta di edifici con una grande varietà di forme, costruiti con pietre posate a secco e caratterizzati da una certa imponenza esterna contrapposta invece a stretti spazi interni, di solito corridoi piuttosto semplici. La loro funzione non è chiara e alcuni archeologi li ritengono in realtà contemporanei ai nuraghi “classici”.

Immagine
Nuraghe arcaico Front’e Mola a Thiesi.

I nuraghi “classici” vengono costruiti a partire dal 1600/1500 a. C. e si distinguono in nuraghi “semplici” e “complessi”. I nuraghi semplici sono detti “monotorre” e sono composti da una sola torre, mentre quelli complessi, detti “polilobati”, sono costituiti da più torri e formano strutture molto estese. A volte, attorno ai nuraghi sorgevano dei villaggi, composti da capanne di forma circolare, e successivamente, nelle fasi di passaggio fra l’età del bronzo e l’età del ferro, di forma quadrangolare con cortili interni.

Codrongianos_-_Nuraghe_Nieddu_(06)
Il nuraghe monotorre Nieddu di Codrongianus.

A differenza dei nuraghi arcaici, quelli “classici” hanno degli spazi interni ampi e ben organizzati. Le murature delle torri sono composte da filari costituiti da grandi pietre a secco, stabilizzate anche dalla presenza di terra o di pietre più piccole impiegate per inzeppare gli spazi vuoti. I massi più grandi venivano impiegati per la base del nuraghe, mentre per le parti più alte venivano impiegate pietre sbozzate o lavorate per adattarsi alle varie funzioni architettoniche.

Questo tipo di tecnica costruttiva, apparentemente semplice, ha permesso di realizzare strutture di altezze notevoli. Lo scorrere del tempo ha comportato il crollo delle parti sommitali, ma il nuraghe più alto giunto fino a noi, quello di Santu Antine a Torralba, misura più di 17 m di altezza. Verosimilmente si può ritenere che queste antiche torri potessero superare i 20 m.

Immagine
Il nuraghe Santu Antine di Torralba.

Una delle caratteristiche dei nuraghi è la copertura a tholos (tholoi al plurale) delle camere interne. Questa avanzata tecnica costruttiva consisteva in delle false cupole di forma tronco-conica, che permettevano di scaricare al meglio il peso delle parti più alte della struttura. I nuraghi sono spesso costituiti da più tholoi una sopra l’altra, fino a un massimo di tre. Ai piani della struttura si accedeva attraverso scale in legno, oppure, nel caso dei nuraghe più complessi, attraverso scale di pietra ricavate all’interno della muratura esterna.

Sulla base del confronto con alcuni antichi modellini di nuraghe giunti fino a noi, possiamo immaginare che la parte sommitale consistesse in un ballatoio in legno, sostenuto da mensoloni in pietra lavorata. I nuraghi più complessi disponevano di cortili, pozzi, magazzini e cortine murarie dotate di torri più piccole.

A cosa servivano i nuraghi?

Per molto tempo i nuraghi sono stati ritenuti strutture difensive, con una funzione militare. Questa posizione è stata sostenuta partendo dal presupposto che numerosi nuraghi complessi richiamassero nella forma i castelli medievali, e che quindi il loro scopo fosse quello di proteggere le popolazioni locali dalle incursioni dei nemici. Per quanto riguarda invece i semplici nuraghi monotorre, si è ritenuto potessero trattarsi di torri di avvistamento. La disposizione dei nuraghi sul territorio ha fatto pensare a un sistema di avamposti in contatto visivo.

Un’altra teoria li vede come antichi luoghi di culto o di sepoltura. Una delle prove principali a sostegno della funzione religiosa è la denominazione che molti nuraghi hanno oggi, legata al culto cristiano dei santi che si sarebbe sovrapposto a quello pagano più antico.

La verità potrebbe essere più complicata di così. Vista la quantità di torri nuragiche che punteggia l’isola e il lungo periodo di tempo in questione, è assai più probabile che queste strutture abbiano avuto molte funzioni diverse nel corso della loro storia, anche piuttosto importanti per la stessa identità della civiltà nuragica. Le teorie più recenti vedono infatti i nuraghi come degli edifici polifunzionali con diversi ruoli: controllo del territorio, gestione delle risorse, rappresentazione del potere e del prestigio di comunità o élite locali, per le quali queste torri fungevano da vero e proprio fulcro della vita sociale.

Immagine
Il cortile interno di Su Nuraxi, a Barumini.

A sostegno del grande valore che le comunità nuragiche attribuivano al nuraghe come simbolo della loro identità, vi è l’ampia diffusione di modellini di questi edifici, in pietra e bronzo, provenienti da luoghi destinati alla vita pubblica e religiosa, e risalenti al periodo di passaggio fra l’età del bronzo e l’età del ferro, un momento in cui probabilmente i profondi cambiamenti sociali ed economici misero in discussione i punti fermi stessi della civiltà sarda. In questo periodo di cambiamenti e di incertezza, a cavallo tra il II e il I millennio a.C., le comunità nuragiche sentirono l’esigenza di trasformare le torri in un simbolo che rimandava a un passato da celebrare, quello dei loro antenati che avevano costruito queste grandiose strutture.

Immagine
Modellino in bronzo di tempietto e di nuraghe, da Ittireddu.
Fonti principali
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views