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4 Giugno 2025
7:00

L’operazione “Spider’s web” di Kiev: come l’Ucraina ha attaccato i bombardieri strategici russi

I servizi segreti ucraini hanno portato a termine un'operazione speciale contro i bombardieri strategici russi il 1° giugno 2025, infliggendo un duro colpo – anche se non letale – alle forze strategiche di Mosca.

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L’operazione “Spider’s web” di Kiev: come l’Ucraina ha attaccato i bombardieri strategici russi
russia ucraina

Dopo un'accurata pianificazione durata oltre un anno e mezzo, il 1° giugno 2025 i servizi segreti di Kiev hanno fatto scattare l'operazione denominata “Spider's Web” (“Ragnatela”) in cui numerosi droni del tipo MAVIC di piccole dimensioni ma imbottiti di esplosivo hanno colpito obiettivi situati in alcune grandi basi russe situate a notevole distanza dal fronte della guerra Russia-Ucraina. L'obiettivo dichiarato di questo attacco erano gli asset strategici delle Forze Aerospaziali Russe, in particolare i bombardieri strategici. Nonostante ad oggi i risultati confermati siano stati inferiori a quanto dichiarato nell'immediato dalle autorità di Kiev, l'operazione è stata comunque un successo clamoroso che evidenzia notevoli debolezze nel modus operandi delle agenzie di intelligence della Russia.

L'operazione “Spider's Web”

L'attacco del 1 giugno è stato preceduto da una metodica operazione di infiltrazione favorita da un agente speciale ucraino, ora ricercato dai servizi di sicurezza russi. Di lui i media moscoviti hanno solamente riferito che ha 37 anni, utilizzava l'alias di Artёm Timofeev, e che è nativo di Donetsk e lavorava presso lo LLC Group di Chelyabinsk, nell'area degli Urali. Dalla sua posizione privilegiata ha potuto trasferire in Russia una serie di container precedentemente modificati ed in grado di lanciare ciascuno 36 droni di tipo MAVIC a corto raggio ma imbottiti di esplosivo. Tali container sono stati poi indirizzati nei pressi di almenno sei importanti basi aeree russe (Belaya, Olenya, Ivanovo Severny, Dyagilevo-Ryazan, Voskresensk e Ukrainka) note per ospitare i bombardieri strategici Tupolev Tu-95MS, Tupolev Tu-22M3, Tupolev Tu-160 ed altri velivoli per missioni speciali come i Beriev A-50U di tipo AWACS.

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Immagine presa da un video girato da uno dei droni coinvolti nell’attacco. Credit: The Military Watch

La sorpresa è stata totale e, sulle prime, ben poco hanno potuto fare le difese antiaeree e di guerra elettronica russe, che comunque sono entrate tardivamente in azione contro le ondate successive di droni, dopo che le prime erano andate a segno. L'attacco è stato infatti troppo ravvicinato (secondo alcune ricostruzioni addirittura a 300 metri di distanza dagli obiettivi) e a quota troppo bassa perché le difese avessero un tempo di pre-allarme sufficiente a poter prevenire l'attacco. I droni ucraini, a quanto pare dotati di software dedicati programmati con l'Intelligenza Artificiale a “riconoscere visivamente gli obiettivi”, hanno attaccato i velivoli russi parcheggiati lungo le piste provocandone l'incendiamento e la successiva esplosione.

Gli attacchi non hanno avuto lo stesso corso prestabilito ovunque, dato che problemi tecnici, malfunzionamenti nei sistemi di rilascio e ispezioni impreviste da parte degli autisti dei camion (ignari cittadini russi assunti a contratto) insospettiti dall'insolito carico e dalle circostanze, hanno in alcuni casi provocato l'autodistruzione anzitempo degli ordigni. Non è tuttavia ancora chiaro quanti droni siano stati effettivamente impiegati per l'attacco. Le fonti ufficiali ucraine parlano di 117, ma sicuramente è  una sottostima. Le basi attaccate sono state in tutto sei mentre, sempre secondo le fonti ufficiali, vi erano 36 droni su ciascun container. Ipotizzando che vi fosse solamente un container per ciascuna base (ma molto probabilmente erano due) avremmo già una stima conservativa di 216.

Subito dopo l'attacco, il governo ucraino ha rivendicato la “distruzione di 41 aerei nemici, pari al 34% della forza da bombardamento strategico della Russia”. Secondo quanto pubblicato però dall'autorevole The Military Watch, un'analisi approfondita dei video pubblicati e delle immagini satellitari permette al momento di confermare la distruzione o il danneggiamento di 12 velivoli russi: 11 bombardieri strategici (7 Tu-95MS e 4 Tu-22M3) e 1 aereo da trasporto tattico An-12. Non è detto che il totale non possa crescere ulteriormente, ma con il passare delle ore e dei giorni, tale possibilità diventa via via più remota.

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Un bombardiere strategico Tupolev Tu–22M simile a quelli coinvolti nell’attacco. Credit: Dmitry Terekhov

Le forze strategiche russe

Assieme agli USA e alla Cina, la Russia è uno dei pochi paesi dotati di un imponente arsenale di armi nucleari basato su una triade (terra-mare-aria) completa e numerosa. Sin dagli albori della Guerra Fredda, la forza di bombardieri strategici a lungo raggio (DA) ha rappresentato il fiore all'occhiello delle Forze Aeree Sovietiche prima e Russe poi, assolvendo primariamente a compiti di dissuasione nell'ambito della dottrina del confronto NATO-Patto di Varsavia denominata MAD (Mutual Assured Destruction).

Scenari di guerra nucleare a parte, la DA conserva anche un notevole potenziale nell'ambito della guerra convenzionale, e per questa ragione i suoi bombardieri strategici sono stati impiegati dai sovietici nel corso della loro Guerra in Afghanistan (1979-1989) ma anche nelle guerre della Russia in Cecenia, Georgia, Siria e ora in Ucraina. Dal 22 febbraio 2024 ad oggi, i bombardieri strategici russi hanno svolto un ruolo molto importante nelle strategie militari del Cremlino perché hanno partecipato ai regolari bombardamenti a mezzo di missili da crociera a lungo raggio diretti contro obiettivi situati ben all'interno del territorio ucraino, in particolare le griglie energetiche, fondamentali per garantire il funzionamento del sistema-paese.

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Un bombardiere strategico Tupolev Tu–95MS simile a quelli coinvolti nell’attacco. Credit: Sergey Kustov

Data la loro pericolosità, era normale che i bombardieri della DA costituissero un obiettivo prioritario per gli ucraini, che hanno tentato di metterli fuori combattimento in diverse occasioni utilizzando sia i loro sistemi di difesa aerea che mediante attacchi a lungo raggio con droni improvvisati diretti verso le basi aeree russe, senza però riuscire ad ottenere risultati apprezzabili se non l'obbligare l'Alto Comando russo a disperdere i propri bombardieri strategici su diverse basi.

Il fallimento dell'intelligence russa

Al netto dei risultati ottenuti sul terreno, l'operazione “Spider's Web” si configura come un notevole successo da parte dei servizi segreti ucraini e, parallelamente, un colossale fallimento per le agenzie d'intelligence russe le quali ormai da anni sono sprofondate in una spirale di insuccessi che ha contribuito a minarne pesantemente l'immagine e la credibilità sia in patria che all'estero. Mentre infatti le Forze Armate, sulla scia degli insuccessi e delle difficoltà incontrate nella prima fase della Guerra Russo-Ucraina hanno da tempo intrapreso una vigorosa politica di riforma, riarmo, ampliamento degli organici e revisione/riassetto delle dottrine operative, imprimendo un deciso cambio di corso a livello tattico-strategico sul fronte di guerra, l'intelligence moscovita ha faticato non poco a tenere il passo, collezionando un lungo elenco di imbarazzanti sconfitte ed umiliazioni e fallendo completamente nella missione primaria di proteggere il territorio della Russia dalle operazioni di infiltrazione dei servizi segreti ucraini i quali hanno invece dimostrato una professionalità degna dei loro antenati del KGB sovietico.

Cosa aspettarci per il futuro?

Nonostante i danni materiali inflitti al nemico e l'eccezionale vittoria nel campo della propaganda mediatica e delle pubbliche relazioni, l'operazione “Spider's Web” non ha inflitto alle forze strategiche russe un colpo da K.O. e non può considerarsi come l'inizio di un trend tale da poter cambiare le sorti del conflitto. Certamente, le perdite di bombardieri strategici che i russi hanno sofferto non vanno trattate con leggerezza, ma allo stesso tempo non cambiano gli equilibri strategici (la triade di dissuasione nucleare non è stata compromessa, come si riteneva all'inizio) e ben presto Mosca potrà nuovamente tornare a bombardare Kiev come in precedenza. Inoltre l'estrema complessità organizzativa messa in campo per questa operazione (durata oltre un anno e mezzo) ne preclude la possibilità di una ripetizione a breve termine con il risultato di permettere ai russi di riorganizzarsi e tornare all'attacco. Ecco dunque che l'operazione “Spider's Web” – che pure entrerà nei libri di storia dell'intelligence, delle forze speciali e della scienza militare in generale – rimarrà un evento importante ma non determinate nel “mare” della guerra russo-ucraina.

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