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25 Febbraio 2024
8:00

Cos’è la Rus’ di Kiev? L’origine del conflitto tra Russia e Ucraina affonda le radici nel Medioevo

I difficili rapporti fra russi e ucraini affondano le proprie origini nel Medioevo nella cosiddetta Rus' di Kiev. Un susseguirsi di dominatori diversi e soprattutto di maniere opposte di intendere lo stato hanno poi segnato profondamente la storia e lo sviluppo di questi due popoli.

A cura di Andrea Basso
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Cos’è la Rus’ di Kiev? L’origine del conflitto tra Russia e Ucraina affonda le radici nel Medioevo
Rus di Kiev
Credit della carta: SeikoEn

Avete mai sentito parlare della Rus' di Kiev? Pensate che viene considerata da più parti come l'origine medievale sia dello Stato ucraino sia di quello russo, attualmente in conflitto. Si trattava infatti di una monarchia nata verso la fine del IX secolo, con capitale Kiev, che si estendeva su ampie zone di quelli che oggi sono gli Stati di Russia, Ucraina, Bielorussia, Polonia, Romania, Bulgaria, Moldavia, Estonia, Lettonia e Lituania. I popoli che rientravano all'interno di questo territorio erano prevalentemente slavi-orientali, ma per la costituzione della monarchia furono fondamentali varie invasioni e migrazioni scandinave. È proprio dalla parola rus ("rematori"), attribuita agli scandinavi, che viene la parola Russia. In questo articolo approfondiamo brevemente la formazione della Rus' di Kiev e i suoi sviluppi storici.

La Rus' di Kiev

Nell’Alto Medioevo le terre che oggi appartengono alla Russia, alla Bielorussia e all’Ucraina erano abitate da varie tribù slave autonome. A partire dal IX secolo anche l’Europa Orientale venne interessata dagli spostamenti delle popolazioni scandinave norrene, i cosiddetti vichinghi. In particolare furono gli abitanti di quella che oggi è la Svezia a esplorare e colonizzare le vaste distese di questi territori, sfruttando i grandi fiumi come il Dnepr e il Don per collegare le loro rotte commerciali dal Mar Baltico al Mar Nero, e quindi a Costantinopoli.

I nuovi arrivati si imposero presto in alcune città dell’area, come Novgorod, vicino all’attuale San Pietroburgo, e Kiev, diventandone la classe dominante. Queste popolazioni norrene, note come variaghi, venivano chiamate anche rus, cioè “rematori” nell’antica lingua germanica scandinava (imparentato con to row, "remare" in inglese). È da questo termine che deriva la parola “Russia”.

Col tempo l’élite svedese e la maggioranza slava si mescolarono, dando origine alla variegata civiltà russa, pur con differenze culturali e linguistiche fra la parte orientale e la parte occidentale.
Fra le città variaghe, quella ad emergere e ad arricchirsi più di tutte fu proprio Kiev, che grazie alla conversione al cristianesimo e ai rapporti commerciali e diplomatici con i bizantini raggiunse un prestigio e un potere mai visto fino ad allora in quei territori. All’apice della sua potenza, nell’XI secolo, la Rus' di Kiev si estendeva dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud.

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L’arrivo dei variaghi in Europa orientale, in un quadro di Viktor Vasnetsov

La fine della Rus' di Kiev e l’ascesa di Moscovia

Kiev divenne il principale centro economico e culturale degli slavi orientali fino al XIII secolo, quando a causa di lotte intestine, ma soprattutto del saccheggio e della distruzione della città da parte dei mongoli, la Rus' di Kiev cessò di esistere.

Dopo la frammentazione politica causata dall’invasione mongola, tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna le differenze tra gli antenati degli attuali russi a est e gli attuali ucraini a ovest si fecero più marcate non solo dal punto di vista linguistico. A est emerse il Granducato di Moscovia, destinato a partire dal XVI secolo a divenire l’embrione del futuro Impero russo degli zar, governato dalla dinastia Romanov, mentre a ovest i territori corrispondenti all’attuale Ucraina divennero parte della Confederazione polacco-lituana.

Lo stato degli zar era autocratico e centralizzato, mentre la Polonia-Lituania era una monarchia elettiva, con un parlamento influente e un buon livello di autonomia regionale. All’interno della confederazione vivevano in un clima di relativa tolleranza numerosi gruppi etnici: polacchi, lituani, cosacchi, ruteni, ebrei e ucraini.

È proprio in questo periodo che la parola “Ucraina”, che in antico slavo vuol dire “Terra di confine” cominciò a entrare nell’uso comune per denominare quelle terre, fino ad allora conosciute come “Piccola Russia”, in contrapposizione alla “Grande Russia” di Mosca, termini nati nel contesto culturale dell’Impero Bizantino durante il tardo Medioevo.

La rivolta cosacca e il dominio zarista

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Alla metà del XVII secolo i cosacchi della regione di Zaporizha e i contadini ucraini si ribellarono al dominio polacco, provocando una sanguinosa guerra civile fra ortodossi e cattolici che vide massacri di polacchi e di ebrei da parte dei rivoltosi. La Polonia-Lituania alla fine fu costretta a riconoscere l’indipendenza di un nuovo stato, chiamato Etmanato Cosacco, da molti storici ritenuto il primo embrione di stato ucraino. L’etmanato però non durò a lungo, e già durante il XVIII secolo finì col divenire parte dell’Impero russo, che impose il proprio dominio su gran parte di quelle terre. Fra le varie rivendicazioni russe per legittimare il proprio passato, vi era quella di porsi come eredi legittimi del glorioso passato della Rus' di Kiev, considerandosi in continuità con essa.

Gli zar mal tolleravano le differenze culturali all’interno dei propri territori e cominciò un violento periodo di repressione culturale e russificazione di tutte le minoranze, compresi gli ucraini, che furono i più colpiti fin dall’inizio del XIX secolo. Questo stato di cose, continuò anche al tempo dell’Unione Sovietica. Dei movimenti autonomisti ucraini si batterono contro l'Armata Rossa durante la guerra civile russa (1917-1922), e vennero sconfitti.

In seguito la repressione culturale proseguì, anche in maniera piuttosto violenta, come nel caso dell’Holodomor, la carestia che colpì l’Ucraina (ma non solo) tra il 1932 e il 1933 a seguito di alcune scelte di Stalin in materia di politica agricola. Milioni di Ucraini morirono di fame. Quando la Germania nazista invase l'Unione Sovietica nel 1941, molti Ucraini scelsero di collaborare coi nazisti in chiave anti-russa, prendendo anche parte allo sterminio degli ebrei sovietici, mentre molti altri continuarono a combattere tra le file dell'Armata Rossa, creando una spaccatura all'interno dello stesso popolo ucraino.

Le complesse vicende dei rapporti fra questi due popoli sono state turbate nel corso dei secoli da una scia di sangue che non ha fatto altro che autoalimentarsi e che, con l'indipendenza dell'Ucraina nel 1991, ha risvegliato i due opposti nazionalismi, portando alle tragiche conseguenze sotto i nostri occhi ogni giorno.

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