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18 Gennaio 2024
17:00

Attacchi tra Iran e Pakistan con missili e droni, cosa sta succedendo e perché

Il Pakistan ha colpito con droni e missili la regione Sistan e Baluchistan in Iran, dove sono morte circa 9 persone, rispondendo a un attacco iraniano. Le tensioni rischiano di sfociare in un'escalation in Medio Oriente.

A cura di Rachele Renno
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Attacchi tra Iran e Pakistan con missili e droni, cosa sta succedendo e perché
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Nella notte tra il 17 e 18 gennaio 2024 il Pakistan ha sferrato degli attacchi con missili e droni in Iran, per la preccisione sulla città iraniana di Saravan, nella provincia del Sistan e Baluchistan nel sud-est del Paese. Le vittime sono almeno 9, tra cui donne e bambini. L’attacco arriva dopo pochi giorni da un altro attacco aereo iraniano nel territorio del Pakistan, giustificato dal governo di Teheran per colpire basi del gruppo militante e separatista sunnita, Jaish al-Adl. In questo articolo ricostruiamo le vicende e spieghiamo quali sono le motivazioni degli attacchi reciproci tra Iran e Pakistan.

L'attacco dell'Iran al Pakistan

Al confine tra Iran e Pakistan, nella provincia del Belucistan, l’Iran in data 16 gennaio ha sferrato degli attacchi aerei che il ministro degli esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian, aveva giustificato per la presenza di basi del gruppo militante sunnita Jaish al-Adl e che hanno causato la morte di alcuni civili, tra cui due bambini. Questi attacchi in Pakistan da parte dell’Iran sono arrivati quasi in concomitanza con altri attacchi sferrati dal governo di Teheran in Siria ed Iraq, con una tensione crescente nella regione che preoccupa la comunità internazionale. Il Pakistan, dopo l'attacco ricevuto ha interrotto le relazioni diplomatiche con l'Iran richiamando il proprio ambasciatore da Teheran e ha denunciato l'attacco, definendolo una grave violazione della propria sovranità territoriale. Aveva quindi dichiarato che ci sarebbero state conseguenze, che infatti non hanno tardato ad arrivare.

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Villaggio di Beluci, tra Iran e Pakistan. Credits: Pixabay.

La risposta del Pakistan

Nella notte tra il 17 e 18 gennaio il Pakistan ha attaccato la città iraniana di Saravan, nella provincia Sistan e Baluchistan, nel sud-est del Paese. Il bilancio dei morti è di più di nove persone, tra le cui vittime figurano anche donne e bambini. L’attacco è stato giustificato dal governo di Islamabad come difesa della propria sicurezza nazionale con l’obiettivo di colpire alcune basi di terroristi lungo il confine di più di 900 km tra Iran e Pakistan, in quella che è stata definita un’operazione di intelligence pakistana chiamata “Marg Bar Sarmachar” (il cui significato è appunto "morte ai guerriglieri"). Le autorità pakistane hanno assicurato di riconoscere la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica islamica dell’Iran e di aver compiuto attacchi mirati a garantire la propria sicurezza ed integrità territoriale, poichè secondo le fonti di intelligence pakistana era stata pianificata un’azione terrorista nel territorio del Pakistan.

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Composizione etnica della provincia Sistan e Baluchistan in Iran. Credits: Iretn 847362, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

I motivi della tensione tra Iran e Pakistan

I rapporti tra Iran e Pakistan sono tesi da tempo, in particolare per la presenza dei separatisti Beluci (o Baluchi) nella regione del Belucistan (o Balochistan), regione principale del Pakistan a cavallo tra i due Paesi e politicamente suddivisa tra Afghanistan, Iran e Pakistan.

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Etnia dei beluci nella regione del Belucistan tra Afghanistan, Iran e Pakistan. Credits: U.S. Central Intelligence Agency, Public domain, via Wikimedia Commons.

I Beluci sono una minoranza etnica che da più di due decenni combatte per l’indipendenza della regione del Belucistan. Secondo l’Iran il Pakistan appoggia e fornisce rifugio agli insorti creando una situazione di tensione e instabilità al confine sud-orientale tra i due Paesi. Negli ultimi anni, gli attacchi da parte dei separatisti sia contro le forze di sicurezza iraniane che pakistane sono aumentati ed entrambi i Paesi si accusano a vicenda di ignorare la situazione dei gruppi militanti presenti nell’area. L’Iran, ad esempio, ha dichiarato che l’attacco compiuto contro il Pakistan il 16 gennaio scorso riguardava proprio basi militari del gruppo Jaish al-Adl. Jaish al-Adl è un gruppo islamista sunnita, che opera nel Belucistan, in quella che è una regione a maggioranza sunnita. Questo gruppo, considerato di stampo terrorista sia dal governo iraniano che statunitense, fu fondato nel 2002 con il nome di Jundallah e si è poi trasformato nel 2012 in Jaish al-Adl, dopo l’uccisione di alcuni dei suoi leader principali. Jaish al-Adl è un gruppo militante denominato anche “resistenza popolare iraniana” e rivendica la propria lotta per far valere i diritti economici, politici e culturali dei beluci in Iran. Il loro obiettivo è l’indipendenza del Sistan orientale in Iran e del Baluchistan sud-occidentale in Pakistan.
Quella tra Iran e Pakistan si inserisce dunque in una situazione di tensione crescente che preoccupa la comunità internazionale, che teme un'escalation in Medio Oriente. Va ricordato, inoltre, che il Pakistan è uno dei pochi Paesi nella regione a possedere armi nucleari, elemento che d'altro canto potrebbe essere un deterrente per il vicino Iran e che potrebbe forse frenare un possibile conflitto tra i due Paesi.

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