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Israele attacca l’Iran, droni sulla base di Isfahan: cosa succede e conseguenze della risposta

Israele ha lanciato un attacco simbolico contro l'Iran con un lancio di droni, rispondendo all'attacco di Teheran del 13-14 aprile. Ha colpito una base militare aerea nella zona di Isfahan, nell'Iran centrale. Capiamo i motivi dell'attacco israeliano e le possibili conseguenze per il conflitto in Medio Oriente.

A cura di Rachele Renno
19 Aprile 2024
10:54
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Israele attacca l’Iran, droni sulla base di Isfahan: cosa succede e conseguenze della risposta
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Nella notte di venerdì 19 aprile Israele ha lanciato un attacco contro l’Iran: alcuni droni sono stati intercettati sopra i cieli di Isfahan (o Esfahan), nell’Iran centrale, a circa 400 km dalla capitale Teheran, dove sembra sia stata colpita una base aerea militare iraniana che ospita una flotta di F-14 Tomcat di produzione americana: la televisione iraniana ha parlato di grosse esplosioni che però non avrebbero causato grossi danni. L’Iran ha risposto chiudendo temporaneamente il proprio spazio aereo (già riaperto nel momento di redazione di questo articolo) e neutralizzando gran parte dei droni israeliani. I siti nucleari vicino ad Isfahan sono in sicurezza e non sono stati attaccati, secondo le autorità iraniane e l'Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA).

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere stati avvisati dal governo israeliano dell’attacco, ma di non aver sostenuto l’operazione. Sia gli USA che altre potenze, tra cui l'Italia, avevano infatti cercato di dissuadere Israele dal rispondere ulteriormente all’attacco iraniano dello scorso 13 e 14 aprile, per evitare una spirale di ritorsioni e violenza che potesse causare un’escalation in Medio Oriente. In ogni caso, lo spazio aereo iraniano è stato già riaperto ed il Ministro degli affari esteri italiano Antonio Tajani ha assicurato che gli italiani presenti in territorio iraniano sono al sicuro.

Quello di Israele sembra essere stato un attacco limitato, volto a dimostrare la capacità di poter colpire l’Iran, qualora lo ritenesse necessario. e di non lasciare silente l'attacco del 13 e 14 aprile scorso da parte dell'Iran, a sua volta avvenuto in risposta al bombardamento dell'ambasciata iraniana a Damasco da parte di F-35 israeliani il 1° aprile. Anche in Iran, alcuni analisti ed esperti di controllo degli armamenti hanno dichiarato che l’attacco condotto da Israele nella notte è stato più contenuto di quanto ci si aspettasse e sembra che al momento Teheran non voglia rispondere in modo massivo e duro. Il ministro della sicurezza nazionale israeliano, Ben Gvir, ha definito "debole" l'attacco israeliano in Iran.

Si spera che questo resti un episodio circoscritto che non vada ad alimentare ulteriori rappresaglie. Gli attacchi sarebbero stati infatti limitati e non avrebbero causato notevoli danni, limitandosi a colpire obiettivi militari e non causando vittime.

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