
Negli ultimi tempi si vedono sui social tutorial su come preparare pastiglie per la lavastoviglie utilizzando ingredienti come aceto, sale e limone intero frullato per l'acido citrico. L’idea di poter pulire pentole, piatti, posate e bicchieri risparmiando e, allo stesso tempo, usando ingredienti naturali e facilmente reperibili è certamente allettante. Ma funzionano davvero? Analizziamo da vicino la chimica che c’è dietro le pastiglie per lavastoviglie, cercando di capire perché le alternative fatte in casa non riescono a eguagliare i prodotti specifici.
Cosa c’è in una pastiglia per lavastoviglie “industriale”
Le pastiglie per lavastoviglie che troviamo in commercio contengono una combinazione di sostanze, tra cui le più importanti sono:
- Sbiancanti a base di ossigeno (come il percarbonato di sodio): rilasciano ossigeno attivo che contribuisce a rimuovere le macchie di caffè, tè, pomodoro e altri coloranti alimentari, oltre ad agire sui cattivi odori;
- Policarbossilati: aiutano a legare e contrastare l'azione del calcare, il quale è presente in misura variabile nell’acqua. Se non fosse gestito, il calcare ridurrebbe l’efficacia dei tensioattivi;
- Tensioattivi: fondamentali per sgrassare e rimuovere efficacemente residui oleosi o unti. Senza di essi, lo sporco non viene rimosso completamente;
- Enzimi (amilasi, proteasi ecc.): “digeriscono” amidi, proteine e altri residui di cibo, rendendoli più facili da rimuovere;
- Profumi: servono a lasciare un odore gradevole alla fine del lavaggio, ma sono più che altro un “plus”.
Questa combinazione di ingredienti chimicamente studiata assicura la rimozione di grassi, carboidrati, proteine e coloranti.

Perché le pastiglie fatte in casa non funzionano
Molti suggeriscono di frullare limone intero, acqua, aceto e sale per poi versare il composto in stampi da ghiaccio e metterlo in freezer. È vero che questi ingredienti sono di uso comune, ma dal punto di vista chimico non forniscono gli ingredienti fondamentali per assicurare una pulizia profonda.
L’acido citrico del limone o l’acido acetico dell’aceto non possono comportarsi come veri agenti detergenti per i grassi. Di conseguenza, il potere sgrassante è molto inferiore rispetto a un detergente specifico. In più l’ossigeno “attivo” che libera i prodotti a base di percarbonato o perborato è assente in queste miscele. La stessa cosa vale anche per gli enzimi: senza queste proteine specializzate, i residui di cibo come amidi e proteine rimangono più difficili da eliminare.
Senza tensioattivi e sbiancanti, l’efficacia pulente delle pastiglie fatte in casa è decisamente limitata. È vero che la lavastoviglie sfrutta getti d’acqua ad alta pressione, aiutando a rimuovere parte dello sporco, ma il grasso e i residui di cibo più ostinati hanno bisogno di un’azione chimica. Se si lava a mano un piatto unto senza sapone, ci si accorge subito che un velo di grasso rimane. Lo stesso avviene nella lavastoviglie senza tensioattivi: all’apparenza tutto potrebbe sembrare pulito, ma in realtà rimangono residui non visibili a occhio nudo, soprattutto sulle confezioni di plastica.

Le pastiglie fai-da-te possono rovinare la lavastoviglie
Oltre alla questione “pulizia”, c’è da considerare anche la conservazione dell’elettrodomestico: infatti l’acidità del limone e dell'aceto può danneggiare a lungo termine le guarnizioni interne e la resina di scambio ionico che serve a trattenere il calcio (calcare).
In conclusione, il fai-da-te con limone, aceto e sale non può competere con la formulazione complessa e studiata ad hoc di una pastiglia per lavastoviglie industriale. Senza tensioattivi, sbiancanti a base di ossigeno, enzimi e policarbossilati le stoviglie non si puliscono a fondo e l’acidità di limone e aceto potrebbe danneggiare il vostro elettrodomestico. Utilizzate sempre prodotti specifici, così da garantire lavaggi efficaci e maggiore durata della vostra lavastoviglie.