Basta un soffio di vento freddo per ritrovarci con la pelle ricoperta di piccoli puntini: la pelle d’oca, in gergo tecnico piloerezione, un meccanismo di difesa involontario (come i brividi) attivato quando abbiamo freddo, paura o sperimentiamo emozioni molto intense. Da un punto di vista fisiologico, la pelle d'oca avviene quando i muscoli erettori dei peli si contraggono, tirando su il pelo e provocando il classico aspetto ruvido della pelle d’oca. Anche la paura attiva lo stesso meccanismo e, tramite la risposta di “attacco o fuga”, fa rizzare il pelo agli animali quando si trovano di fronte al pericolo: il pelo rizzato li fa apparire più grandi e spaventosi. A volte sperimentiamo la pelle d'oca senza un motivo apparente, per esempio quando proviamo un grande piacere, un forte stupore o un'intensa eccitazione. Vediamo quali altre funzioni potrebbe avere e da cosa è scatenato.
La pelle d’oca è un meccanismo di difesa: cos’è e cosa succede al corpo
La pelle d'oca – più tecnicamente piloerezione o cute anserina – è la formazione involontaria di "collinette" sulla nostra pelle, che la rendono ruvida. È un meccanismo temporaneo che ci permette di difenderci dal freddo e rispondere a eventuali minacce tramite l'azione dei muscoli responsabili dell'erezione dei peli.
Il nostro corpo percepisce il freddo, e in generale le variazioni di temperatura, attraverso appositi recettori termici presenti in tutto il corpo. Quando fa freddo, i termorecettori inviano segnali al cervello, nello specifico a livello del centro per la termoregolazione situato nell’ipotalamo, per comunicargli questo abbassamento della temperatura e attivare i sistemi di termoregolazione.
Attraverso il sistema nervoso simpatico, il cervello rilascia noradrenalina che segnala ai muscoli erettori del pelo di contrarsi, tirando letteralmente il pelo in posizione eretta: così facendo la pelle si arriccia e forma le tipiche “collinette” della pelle d’oca. Questo meccanismo permette di intrappolare tra i peli un sottile strato d’aria che funziona come un cuscinetto isolante che protegge dal freddo.
Questo stesso sistema viene attivato anche dalla paura. Quando gli animali si trovano davanti a un pericolo, il sistema nervoso autonomo attiva le reazioni di “attacco o fuga”, provocando la contrazione dei muscoli erettori dei peli e con il pelo rizzato l’animale può sembrare più grande e spaventoso per allontanare la minaccia.
Perché ci viene la pelle d’oca: il significato evolutivo
I nostri peli sono troppo sottili e piccoli per proteggerci dal freddo, e ormai da diverse migliaia di anni non abbiamo più bisogno di ingrossare il pelo per spaventare i predatori. Ma se fino a poco fa non era chiaro il ruolo della piloerezione e si pensava fosse solo una reliquia del nostro passato da primati, recenti ricerche condotte da un gruppo di ricercatori di Harvard, stanno mettendo in luce una sua funzione inaspettata, almeno nella cavie.
La risposta è nella struttura stessa del bulbo pilifero, e riguarda i tre gruppi di cellule responsabili della piloerezione: il muscolo erettore del pelo, le terminazioni nervose del sistema simpatico e le cellule staminali dei peli. I ricercatori hanno interrotto la comunicazione tra di loro in vari modi: prima eliminando il neurone simpatico, poi i recettori della noradrenalina presenti sulle cellule staminali del pelo, e infine il muscolo erettore. Il risultato non cambiava: i peli crescevano molto più lentamente o non crescevano affatto, segno che questi gruppi di cellule possono avere un ruolo anche nella crescita dei peli, con il muscolo erettore a fare da ponte tra neurone e cellule staminali.
L’ipotesi è quindi che il segnale “fa freddo”, inneschi una risposta immediata (la pelle d'oca) per aumentare la temperatura, ma anche una risposta a lungo termine stimolando le cellule staminali a produrre nuovi peli e infoltire la pelliccia per far fronte al freddo. Queste ricerche, se confermate nell’uomo, aprirebbero la strada a nuove possibilità sulla ricrescita dei capelli.
Perché abbiamo la pelle d’oca anche quando proviamo forti emozioni
La pelle d’oca ci viene anche in risposta a stimoli emotivi molto forti come stupore o eccitazione, ma il motivo per cui questo accade è ancora un mistero da risolvere.
Una delle possibili spiegazioni che sono state proposte si chiama peak arousal hypothesis e sostiene che la piloerezione emotiva si attivi quando si raggiunge un picco dell’emozione provata, positiva o negativa. Secondo invece la teoria della vigilanza, per il nostro cervello non esistono “sorprese positive”, ma ogni novità inaspettata può rappresentare un pericolo. Così, una nota inattesa, un aumento di volume o un cambio nella melodia di una canzone ci mettono in allerta provocando la pelle d’oca. Poi la parte del cervello razionale ci “spiega” che siamo al sicuro e ci fa percepire quella pelle d’oca come sensazione positiva.
Per quanto queste teorie offrano spiegazioni plausibili, resta ancora da chiarire perché, pur conoscendoli a memoria e sapendo cosa ci aspetta, un ricordo, una canzone o un film ascoltati e visti decine di volte siano in grado di scaturirci sempre la stessa reazione di stupore, meraviglia… e pelle d’oca.
La realtà è che è difficile studiare le basi emotive della pelle d’oca sulle persone, la cui risposta è altamente soggettiva e legata alle proprie esperienze e sensibilità. È sicuramente un argomento molto affascinante ed interessante per la ricerca, ma finché non si avranno dati e informazioni più dettagliate, noi non possiamo fare altro che continuare a goderci la pelle d'oca ogni volta che ascoltiamo la nostra canzone preferita.