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31 Agosto 2024
7:00

Ma è vero che il freddo fa dimagrire? Sì, ma non in modo apprezzabile

L’esposizione al freddo sembra attivare il tessuto adiposo bruno che utilizza glucosio e acidi grassi per produrre calore, ma, anche se sembra ridurre la massa grassa, non è sufficiente per perdere peso in maniera misurabile.

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Ma è vero che il freddo fa dimagrire? Sì, ma non in modo apprezzabile
freddo fa dimagrire

Avrete già sentito dire che il freddo fa dimagrire. In realtà, come spesso succede con i luoghi comuni legati al tema della salute, non è proprio così. Diversi studi confermano che quando passiamo molto tempo in ambienti a basse temperature, l’organismo attiva il Tessuto Adiposo Bruno (BAT) che aumenta il dispendio energetico utilizzando grassi e glucosio per produrre calore (termogenesi) e mantenere costante la nostra temperatura corporea. Ma non è abbastanza per un’effettiva e visibile perdita di peso. Questi studi potrebbero però fornire nuovi target terapeutici e strategie metodologiche da affiancare a dieta sana ed esercizio fisico. Vediamo come.

Il freddo aumenta il dispendio energetico

L’idea che il freddo faccia dimagrire parte dall’assunto che, come ricordato dall’OMS, per una perdita di peso sana bisogna diminuire l’energia introdotta con il cibo (essere in deficit calorico) e aumentare il dispendio energetico dell’organismo. In parole povere, mangiare meno calorie e muoversi di più. Ora, quando fa freddo il nostro corpo è costretto a bruciare energia per mantenere costante la temperatura corporea, e questo aumenta il dispendio energetico anche senza doverci alzare dal divano. Pensate per esempio ai brividi da freddo, che consumano una certa quantità di energia per aiutare a mantenere costante la temperatura corporea.

Anche se questo argomento interessa i ricercatori già dagli anni '70, solo recentemente (inizi anni Duemila) la ricerca ha scoperto come potrebbe funzionare. Precisiamo quindi che si tratta di un campo di ricerca ancora “molto giovane” in termini scientifici, e per questo manca una solida letteratura che possa permettere di dare indicazioni precise, ma dai dati attualmente disponibili l’esposizione al freddo sembra ridurre la massa grassa e migliorare la resistenza all’insulina e il profilo lipidico.

Il Tessuto Adiposo Bruno trasforma nutrienti in calore

Questa termogenesi indotta dal freddo è chiamata non shivering thermogenesis o NST, perché non coinvolge i brividi, ma attiva il rilascio di noradrenalina. Questa attiva a sua volta il Tessuto Adiposo Bruno (BAT), che utilizza acidi grassi e glucosio (immagazzinati o liberi nel circolo sanguigno) per produrre calore.

Si pensava che il BAT fosse presente solo in neonati e bambini, finché per caso, come capita spesso in ambito scientifico, non è stato scoperto anche negli adulti: nelle PET (tomografia a emissione di positroni) di pazienti oncologici sono state notate delle macchioline brune, simili a metastasi, ma troppo simmetriche e precise per esserlo. Solo dopo le analisi è stato scoperto che si trattava di BAT.

freddo fa dimagrire cellule di grasso
Dove si trova il tessuto bruno adiposo.

È un tessuto localizzato principalmente nella zona cervicale, tra le scapole, attorno ai reni e ai vasi sanguigni ed è caratterizzato dalla presenza di mitocondri, le fabbriche energetiche della cellula, responsabili anche della colorazione brunastra. Sono proprio i mitocondri che rendono questo tessuto così speciale, perché il grasso definito bianco ne è sprovvisto e non può consumare energia.

Questa scoperta, però, apre un infinito nuovo mondo di domande, come: ma i mitocondri non producono solo ATP? E come fa il tessuto adiposo bruno a usare gli acidi grassi? Procediamo con ordine. Visto che c’è ancora molto da studiare sul BAT, non è esattamente chiaro come funzioni, ma sono stati fissati alcuni punti chiave.

Primo: l’attivazione del BAT aumenta l’attività dei mitocondri e la respirazione cellulare, aumentando il consumo di glucosio.

Secondo: i mitocondri del BAT sono dotati di una proteina, chiamata UCP1, che è in grado di indirizzare il metabolismo degli acidi grassi verso la produzione di calore anziché di ATP. Sembra inoltre che riduca l’infiammazione indotta dall’eccesso di peso mediante il rilascio di una molecola antinfiammatoria, la maresina.

mitocondri

Quanto freddo e per quanto tempo?

In media parliamo di passare ogni giorno dalle 2 alle 6 ore in ambienti a temperature tra i 15°C e i 18°C. Per avere risultati dovremmo sentire freddo, ma senza “congelare”.

L’effetto dipende da molti fattori che variano da persona a persona: dalla quantità all’attività delle cellule di BAT; dallo stile di vita al tessuto adiposo bianco che abbiamo, che potrebbe agire da isolante e farci sopportare temperature più basse.

Un altro aspetto positivo sarebbe che l’esposizione ripetuta per brevi periodi a basse temperature costringe alcune cellule di grasso bianco, quello inattivo, a produrre mitocondri e a comportarsi come grasso bruno. Sempre in base alla sua colorazione, queste cellule adipose sono chiamate “beige”: non attive come quelle brune, ma neanche inermi come le bianche.

Sì, ma quanto si dimagrisce con il freddo?

Ecco, qui casca l’asino: con la sola esposizione al freddo, la perdita di peso non è apprezzabile. Certo, quando viene attivato il tessuto adiposo bruno, il consumo energetico del nostro corpo aumenta, ma gli studi più lusinghieri riportano un aumento al massimo del 5%, o meno di 20 kcal al giorno. Non molto dunque.

Il BAT però è attivato anche dall’esercizio fisico, quindi come al solito non è una singola strategia, un singolo cibo o farmaco a darci la soluzione per una vita migliore o un fisico scolpito, ma sempre una sinergia di alimentazione sana e stile di vita attivo… e magari anche impostare il termostato qualche grado più basso del solito potrebbe essere un aiuto in più.

Quello che possiamo portare a casa da queste ricerche è innanzitutto una migliore comprensione di come funziona il nostro corpo, e in più BAT, UCP1 e le altre molecole coinvolte possono rappresentare dei target per nuovi approcci terapeutici nel trattamento dell’obesità e di altre patologie metaboliche.

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