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Alcune persone si abbronzano velocemente, altre si scottano con facilità. Queste differenze sono codificate nei geni e vengono catalogate in un “fototipo cutaneo”, una classificazione della pelle in basse alla sua reazione all'esposizione al sole. In base alla classificazione di Fizpatrick, esistono 6 fototipi, dal più “chiaro” (fototipo I) al più “scuro” (fototipo VI). Questa variabilità è dovuta al fatto che ognuno di noi possiede un differente contenuto – e tipologia – di melanina nella pelle, la cosiddetta “molecola pigmento” dell’uomo, che funge da naturale protezione dai raggi UV. Ne esistono di due tipi: eumelanina, un pigmento marrone-nero, e feomelanina, pigmento rosso-giallo, meno efficace nel proteggere dai danni UV. La quantità che produciamo e le concentrazioni di questi due pigmenti determinano il fototipo della pelle e come questa reagisce all'esposizione solare. In genere, chi ha più melanina si abbronza meglio e si scotta meno; chi ne ha poca, o ha una maggiore percentuale di feomelanina, è più soggetto a scottature.
Come riconoscere il proprio fototipo: la classificazione di Fitzpatrick
Per chiarire meglio la questione, il dermatologo Thomas B. Fitzpatrick introdusse il fototipo di Fitzpatrick: nient’altro che un sistema di classificazione delle possibili reazioni della pelle – ognuna associata a un determinato soggetto – all’esposizione al sole. Il fototipo di Fitzpatrick è ancora molto utilizzato in dermatologia e suddivide la popolazione in sei fototipi, utilizzando come “metro di valutazione” la capacità di un soggetto di abbronzarsi e la propensione a scottarsi. In generale, dal fototipo I al VI la produzione di melanina aumenta. Ecco la classificazione:
- Fototipo I: Si scotta sempre, non si abbronza. Pelle molto chiara, occhi chiari, capelli
- Fototipo II: Si scotta facilmente, abbronzatura lieve. Pelle chiara, occhi chiari/castani
- Fototipo III: Si scotta moderatamente, si abbronza. Pelle beige, occhi e capelli castani
- Fototipo IV: Si scotta raramente, si abbronza facilmente. Pelle olivastra, occhi e capelli scuri
- Fototipo V: Raramente si scotta, abbronzatura intensa. Pelle bruna
- Fototipo VI: Non si scotta quasi mai, sempre abbronzata. Pelle nera
Il fototipo viene utilizzato anche come strumento per valutare il rischio di danni causati dai raggi UV, come scottature e tumori cutanei, e per consigliare il tipo di protezione solare più adatto. Per esempio, i medici raccomandano a chi ha un fototipo I o II di fare particolarmente attenzione quando si espongono al sole, utilizzare una protezione molto alta (come una 50+) e di limitare l'esposizione al sole durante le ore più calde della giornata ed eventualmente utilizzare anche protezioni meccaniche, come indumenti o cappelli con protezione UV.

Perché è importante conoscere il proprio fototipo
Ovviamente, avere un fototipo VI non corrisponde a un totale via libera nell’esposizione al sole, così come chi ha un fototipo I non deve temere di uscire di casa d’estate. Le regole dell’esposizione valgono per tutti: crema con protezione solare applicata ogni due ore o dopo ogni bagno ed evitare l'esposizione nelle ore più calde, preferendo zone in ombra.
Prendiamo come esempio due amici in spiaggia: uno ha un fototipo II, pelle chiara e capelli biondi, mentre l’altro ha un fototipo V, pelle più scura e capelli neri. Dopo mezz’ora al sole senza crema, il primo comincerà a vedere la pelle arrossarsi: la feomelanina non lo protegge abbastanza. Il secondo avrà la pelle più calda ma senza scottature, grazie alla eumelanina.
Entrambi, però, stanno subendo l’effetto dei raggi UV, anche se in modo diverso: infatti nessuno è immune al rischio di tumori cutanei, indipendentemente dal colore della pelle o dal fototipo.