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2 Luglio 2025
14:20

Perché il caldo intenso sta causando tutti questi blackout in Italia? Gli effetti delle ondate di calore

Quando le temperature sono particolarmente alte i blackout diventano più frequenti: tra le possibili spiegazioni c'è il surriscaldamento delle infrastrutture energetiche e dei cavi della corrente, come nel caso dei recenti blackout a Firenze e Bergamo. Ma da considerare c'è anche il picco di consumi legato all'uso prolungato dei condizionatori.

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Perché il caldo intenso sta causando tutti questi blackout in Italia? Gli effetti delle ondate di calore
blackout caldo
Perché con le ondate di calore i blackout sono più frequenti.

Le città di Firenze e Bergamo sono state colpite da due importanti blackout, che hanno causato disagi alla popolazione e ai turisti in visita, con abitazioni, hotel e negozi al buio e caos anche per il traffico stradale a causa dei semafori fuori uso.

La causa dietro a questi blackout è l'ondata di calore che sta colpendo l'Italia, con disagi da Nord a Sud (e forte maltempo in alcune zone), ma anche in buona parte d'Europa, dove sono scattate diverse allerte per il grande caldo: le alte temperature, infatti, possono surriscaldare alcuni componenti delle infrastrutture elettriche, come cavi e trasformatori. Se poi uniamo a tutto questo anche il picco di consumi legato a condizionatori, ventilatori e deumidificatori, ecco che l'interno sistema può entrare in crisi, smettendo di fornire energia elettrica.

Potrebbe sembrare un paradosso: essendoci più ore di luce durante l'estate, i consumi di energia elettrica dovrebbero essere minori rispetto all'inverno, soprattutto a fronte di un probabile aumento dell'energia prodotta attraverso gli impianti fotovoltaici. In realtà, proprio perché d'estate fa molto più caldo, i consumi possono raggiungere dei picchi importanti per via dei condizionatori, causando un sovraccarico per le infrastrutture energetiche.

I motivi di questi blackout, quindi, potrebbero essere i troppi condizionatori accesi, che hanno sovraccaricato le reti elettriche, ma anche il surriscaldamento dei cavi delle griglie elettriche, che ha provocato diversi guasti.

Perché ci sono così tanti blackout d'estate: le possibili cause

Quando si verifica un'ondata di calore, le temperature si alzano notevolmente e quindi aumenta anche la domanda di energia elettrica per far funzionare condizionatori, ventilatori e altri dispositivi essenziali per rinfrescarci dal caldo torrido. A questo punto, quello che si crea è uno squilibrio tra la domanda di energia e la capacità delle infrastrutture di produrla.

Se la domanda di energia elettrica è troppo alta, le infrastrutture potrebbero non essere in grado di garantire un'offerta sufficiente, entrando così in blocco. In altre parole, se le richieste totali di energia superano la capacità del sistema di generare e distribuire l'elettricità, ecco che si genera un blackout.

Per evitare danni eccessivi, però, le porzioni della rete in cui avviene uno squilibrio vengono isolate dal resto della rete tramite appositi protocolli di sicurezza, in modo che lo squilibrio non si propaghi: ecco perché spesso i blackout non colpiscono contemporaneamente tutta la città, ma si alternano in diverse zone, proprio perché le infrastrutture non sono in grado di soddisfare tutto il fabbisogno energetico. Solamente nei casi in cui gli squilibri sono troppo violenti un blackout si può propagare su scale più grandi, come è avvenuto recentemente in Spagna.

Nel caso di Firenze e Bergamo, poi, l'ondata di calore potrebbe anche aver causato un eccessivo surriscaldamento dei cavi della corrente. In effetti, quando fa molto caldo, la temperatura dei cavi si può alzare di molto: questi cavi, però, sono già progettati per sopportare un certo di grado di calore, proprio perché il passaggio della corrente produce di per sé quantità importanti di calore.

Tuttavia, se il livello di surriscaldamento dei cavi diventa eccessivo, può aumentare il rischio di guasti, che possono dare vita a blackout e interruzioni di energia anche per diverse ore.

Quello che si genera, quindi, è un circolo vizioso: più fa caldo e più abbiamo bisogno di energia elettrica per rinfrescarci, ma più usiamo i condizionatori e i ventilatori e più rischiamo di sovraccaricare le infrastrutture energetiche, con il rischio di blackout prolungati.

Non solo caldo, ma anche meteo estremo: il ruolo del riscaldamento globale

In generale, quindi, la vera causa dietro ai blackout più frequenti è proprio il riscaldamento globale: le intense ondate di calore degli ultimi anni stanno mettendo a dura prova l'infrastruttura energetica, non solo italiana, aumentando anche i danni a trasformatori o linee di trasmissione.

C'è da dire, poi, che il riscaldamento globale sta anche causando eventi meteorologici sempre più estremi, tra cui forti tempeste o allagamenti che possono danneggiare fisicamente e direttamente le infrastrutture.

Secondo un recente studio pubblicato su Earth and Enviromental Science, le condizioni meteo estreme sono diventata la prima causa di blackout, superando anche i guasti tecnici e gli interventi sbagliati da parte del personale. Nel caso degli Stati Uniti, in particolare, se nel 1992 solo il 27% dei blackout era legato alle condizioni meteorologiche, nel 2020 questa percentuale ha subito un'impennata fino a superare il 73%.

L'impatto dei blackout sulla nostra vita quotidiana non è quindi da sottovalutare: oltre ai disagi creati dal caldo e all'impossibilità di rinfrescarsi all'interno di abitazioni e uffici, ci sono grandi rischi anche per le infrastrutture essenziali come gli ospedali o il settore delle telecomunicazioni, rendendo più difficile contattare i servizi di emergenza in caso di necessità.

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