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Nonostante siano i più apprezzati musei d'Italia e del mondo, le monumentali Gallerie degli Uffizi di Firenze non nascono come museo, ma come luogo burocratico, e proprio il nome ci suggerisce la loro originale destinazione. La storia degli Uffizi inizia nel 1560, quando il primo Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici fece erigere un palazzo nel centro della città per accogliere gli “uffizi”, cioè gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze, un luogo dove accentrare il potere dei Medici (che avevano ormai il pieno controllo del territorio fiorentino).
Il progetto della Galleria degli Uffizi di Giorgio Vasari
Il progetto fu assegnato all'artista di fiducia dei Medici, il grande Giorgio Vasari, passato alla storia come il primo storico dell'arte dell'era moderna. Fu lui a progettare questo grande edificio dalla forma a "U" con il portico a colonne doriche e l’aspetto elegante e severo posto “in sul fiume e quasi in aria”, e fu sempre lui a ideare il Corridoio che da lui prende il nome (e che da poco ha finalmente riaperto) che attraverso gli Uffizi unisce Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, passando su Ponte Vecchio e attraversa la chiesa di Santa Felicita prima di sbucare nel Giardino di Boboli.
Per fare spazio agli Uffizi, inizialmente noti come "edificio delle Magistrature", vennero demolite molte costruzioni che si trovavano sulla riva destra dell’Arno dove, sin dall'epoca romana, c'era un quartiere portuale sul fiume detto "la taverna di Baldracca", dal nome da un locale malfamato. Dal lato di Piazza Signoria, invece, l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio venne inglobata nella nuova muratura vasariana.
Il monumentale lavoro fu completato solo dopo la morte sia di Vasari sia di Cosimo I da un altro grande architetto, Bernardo Buontalenti, i cui lavori erano diretti da un altro granduca, il colto e raffinato Francesco I de’ Medici: è proprio a lui che si deve la creazione della Galleria, allestita nel 1581 al secondo piano dell’edificio, il cui cuore era la sala ottagonale della Tribuna, scrigno delle opere più preziose qui conservate.
Le opere più importanti delle Gallerie degli Uffizi
Le opere conservate agli Uffizi sono moltissime, e coprono un ampissimo lasso di tempo, dall'epoca romana alla piena contemporaneità, anche se il cuore della collezione è quella che conserva le migliori opere del Il progetto della Galleria degli Uffizi di Giorgio Vasari. Da grandiosi ritratti, come quello dei duchi di Urbino Federico da Montefeltro e Battista Sforza di Piero della Francesca, della metà del Quattrocento, si arriva a grandi opere come la "Battaglia di San Romano", capolavoro di Paolo Uccello. Ci sono poi diverse opere di Leonardo da Vinci come l'"Adorazione dei Magi" e l'"Annunciazione" e le più celebri opere di Sandro Botticelli, "La Nascita di Venere" e "La Primavera", realizzate tutte negli ultimi decenni del Quattrocento.

Sono imperdibili anche la "Sacra famiglia", anche detta “Tondo Doni”, di Michelangelo Buonarroti e la "Madonna col Bambino e San Giovannino" detta “Madonna del Cardellino” di Raffaello, entrambe dei primi del Cinquecento (come anche il famoso "Autoritratto", sempre di Raffaello); e poi ancora la "Cena in Emmaus" di Pontormo, della metà del Cinquecento, periodo nel quale sono stati realizzati anche la "Venere di Urbino" e il "Ritratto di Francesco Maria della Rovere" di Tiziano, sempre nelle stesse sale; poco successivo c'è anche il "Bacco" di Caravaggio, degli ultimi anni del Cinquecento.
Ma la lista di opere da vedere sarebbe molto lunga: ci sono pezzi inestimabili di Giotto e Cimabue, Lorenzo Lotto, Giorgione, Rosso Fiorentino, del Verrocchio, e poi di Artemisia Gentileschi – sua è la grande "Giuditta e Oloferne" -, e ancora Luca Signorelli, Andrea Mantegna, Correggio, Domenico Ghirlandaio, Piero del Pollaiolo, Giovanni Bellini, Parmigianino, Veronese, Bernardino Luini, Annibale Carracci, Federico Barocci, Guido Reni e lo stesso Giorgio Vasari (suoi i grandi ritratti dei Medici), e dall'Europa grandi come El Greco, Albrecht Dürer.
Ci sono anche opere moderne e contemporanee di grandi artisti come Renato Guttuso, Alberto Burri, Carla Accardi, Bill Viola, Vanessa Beecroft e Jenny Holzer. Oltre alle opere d’arte antiche e moderne, e all'architettura stessa del palazzo, molti vengono in questo luogo anche per osservare gemme, armi e strumenti scientifici, inclusi quelli appartenuti a Galileo Galilei (di cui c'è, nella pinacoteca, anche il famoso "Ritratto di Suttermans") conservati nel Camerino delle Matematiche.
Il salvataggio degli Uffizi e la sua acquisizione nello Stato italiano
Quando si estinse il ramo principale dei Medici, l’ultima discendente Anna Maria Luisa de’ Medici impose al nuovo granduca imposto dalle potenze europee il cosiddetto Patto di Famiglia, con cui nel 1737 legava l’eredità medicea a Firenze “per l’ornamento dello Stato, per l’utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri”. Circa cinquant'anni dopo, nel 1789, la Galleria fu aperta al pubblico dal granduca Pietro Leopoldo, illuminato membro della casa austriaca degli Asburgo-Lorena, dinastia alle redini del Granducato di Toscana fino all’unificazione d’Italia.
A partire dal 1769 la Galleria fu riorganizzata secondo i criteri di catalogazione illuministi e le raccolte furono divise per tipologia e destinate a sedi specifiche: per quelle scientifiche venne creato il nuovo Museo di Fisica e Scienze Naturali, noto come la Specola, e nel corso dell'Ottocento molte opere di scultura rinascimentale furono spostate al Museo Nazionale del Bargello e alcuni pezzi etruschi andarono al Museo Archeologico. Infine, nel Novecento la pinacoteca si è arricchita di molte opere provenienti dai patrimoni di chiese e conventi, oltre che da donazioni e acquisti.
Alla fine degli anni '90 è stato approvato un ambizioso progetto per la nuova uscita della Galleria, del grande architetto Arata Isozaki, che però è stato cancellato definitivamente un paio d'anni fa; contemporaneamente sono stati avviati i lavori di ampliamento della Galleria con l’acquisizione delle sale del primo piano.