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13 Luglio 2025
8:00

Perché l’erba di Wimbledon è così speciale e verde: varietà, altezza e come cambia il gioco nelle fasi finali

L'erba dei campi di Wimbledon è composta al 100% da loglio perenne, una varietà che resiste bene al calpestio e garantisce un rimbalzo regolare. Viene tagliata ogni giorno a 8 mm e curata con precisione. Col passare dei turni si consuma, cambia il rimbalzo della pallina e incide sul gioco. Ecco com’è cambiata nel tempo e perché fa la differenza in campo.

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Perché l’erba di Wimbledon è così speciale e verde: varietà, altezza e come cambia il gioco nelle fasi finali
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L’erba del Campo Centrale di Wimbledon dopo la finale del 2023 tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, via Wikimedia Commons

L'erba dei campi di Wimbledon è composta interamente dalla varietà loietto perenne (Lolium Perennial) scelto perché cresce rapidamente, resiste al calpestio intenso dei giocatori e garantisce un rimbalzo basso e regolare. Viene tagliata ogni giorno in modo che sia alta 8 millimetri, una misura precisa che aiuta a mantenere una superficie veloce e uniforme. La manutenzione è un lavoro continuo: durante l’anno i campi sono sottoposti a seminature, aerazioni, irrigazioni calibrate e trattamenti antifungini per mantenere il terreno compatto e umido. Ma con il passare dei turni, l’erba si consuma soprattutto nelle zone centrali a causa del continuo calpestio e degli scivolamenti dei giocatori, lasciando affiorare la terra sottostante. Questo cambia drasticamente il rimbalzo della pallina: diventa più alto, lento e irregolare influendo sul gioco e sulle strategie, rendendo il campo un fattore decisivo, soprattutto nelle fasi finali.

Dietro l’erba di Wimbledon: scienza e cura del prato da tennis

Wimbledon è l'unico torneo del Grande Slam che si gioca sull'erba e questo fa una differenza enorme nel modo in cui si sviluppano i match. Nei mesi che precedono il torneo e durante la competizione, il manto erboso dei 18 campi in cui si giocano i match (tra cui il più celebre il Campo Centrale) più altri dedicati agli allenamenti vengono curati nei minimi particolari da circa 40 giardinieri ed esperti in orticoltura. Questi campi sono sottoposti a un'attenzione quotidiana con circa 20.000 misurazioni al giorno, con il prato tagliato ogni giorno a 8 millimetri misurati con strumenti laser, una misura precisa che influenza direttamente il rimbalzo della pallina, rendendolo veloce ma prevedibile. Questa altezza è stata studiata per bilanciare velocità e integrità del manto erboso perché se troppo corta l'erba rischia di danneggiarsi, se troppo alta invece il gioco rallenta.

La manutenzione dura mesi: si semina in autunno, si arieggia il terreno praticando piccoli fori per far respirare le radici e si controlla l'umidità con irrigazioni calibrate. Inoltre, il team addetto alla manutenzione ogni giorno analizza la durezza del campo (con penetrometri), la densità degli steli e la pigmentazione delle foglie per monitorare la salute dell'erba servendosi anche di strumenti come il Clegg hammer, che misura la compattezza fino a 5 centimetri sotto la superficie. Il terreno è fatto di un mix speciale di argilla e sabbia per drenare bene l’acqua evitando ristagni, fondamentali per la salute dell’erba. Il tutto per far si che il manto erboso riesca a sopportare le circa 250 ore di gioco intenso. Le zone più colpite sono la linea di fondo campo e l’area del servizio, dove i giocatori si muovono di più. Qui l’erba tende a consumarsi, lasciando affiorare la terra: il risultato è che il rimbalzo cambia, diventando più alto e meno uniforme, con un impatto diretto sulle strategie di gioco.

Nel cuore dell'estate inglese, i giardinieri si affidano a prodotti specifici come i wetting agent, un additivo che rende l’acqua più penetrante e aumenta la capacità di assorbimento del suolo, limitando lo stress idrico anche nei giorni di caldo torrido, quando si superano i 32 °C, come accaduto negli ultimi anni. È un dettaglio poco noto, ma fondamentale per mantenere l’uniformità del campo anche con temperature elevate. Negli anni ’90, è stata persino sviluppata una macchina robotica che simula i movimenti di un piede umano per testare l’usura delle varietà di erba. Questo ha portato alla selezione del loietto perenne, in grado di sostenere oltre 1000 calpestii per metro quadro prima di danneggiarsi visibilmente.

Il cambiamento dell'erba di Wimbledon è arrivato nel 2001: come questo ha influito sul gioco

Nel 2001 Wimbledon ha preso una decisione storica, ovvero quella di abbandonare la tradizionale miscela erbosa utilizzata fino a quel momento, composta per il 70% da loietto perenne e  dal 30% da festuca rossa strisciante per passare all'attuale composizione al 100% del loietto perenne. È stata una scelta tecnica e strategica, nata per rispondere alle richieste dei giocatori e migliorare la tenuta dei campi. Il loietto è più resistente al calpestio, cresce più rapidamente dopo il taglio, ha radici fitte e profonde e garantisce un rimbalzo più regolare della palla.

Il cambiamento del manto erboso ha, indubbiamente, portato i tennisti ad adottare tattiche di gioco differenti. Infatti, nei decenni precedenti, il gioco a Wimbledon era quasi sempre dominato da chi serviva bene e andava subito a rete con il serve-and-volley, cioè la tattica di servire e correre immediatamente in avanti per chiudere il punto colpendo la palla al volo. Si vedevano partite con scambi di 2 o 3 colpi basati quasi solo sull’esplosività del servizio: nell’edizione 1997, per esempio, Pete  Sampras vinse il torneo giocando oltre il 70 % dei punti a rete e chiudendone più del 75 %. Oggi numeri del genere sono quasi scomparsi. Dopo il nuovo manto erboso del 2001, la percentuale di punti risolti con il serve‑and‑volley è crollata: nel 2002 era al 33 %, nel 2005 al 19 %, dal 2008 oscilla tra il 5 % e il 10 %.

Il cambio di erba ha avuto anche un impatto fisico. Con il nuovo terreno il rimbalzo della palla è salito di qualche centimetro rispetto agli anni ‘90, pur restando inferiore a quello del cemento o della terra battuta. Questo ha favorito lo sviluppo di un tennis più vario: si vedono più scambi da fondo campo, più topspin (la pallina viene colpita dall'alto verso il basso), ma anche più varietà nei colpi come lo slice (rovescio tagliato) che resta basso e imprevedibile. Secondo alcune statistiche, oggi la palla rimbalza in media a circa 23-24 cm su erba nella prima settimana di torneo, ma può arrivare a 26-28 cm nella seconda, quando l’erba si consuma e affiora la terra.

L’erba di oggi, quindi, è meno “ballerina” rispetto al passato. I rimbalzi sono più prevedibili, ma con l’avanzare del torneo e l’aumento delle partite giocate – soprattutto sul Campo Centrale e sul Campo 1 – la superficie cambia comunque volto. Dopo la prima settimana, l’erba si dirada, compare la terra e i giocatori devono cambiare tattica. Alcuni arretrano di mezzo metro, altri anticipano ancora di più il colpo per non farsi sorprendere. Ma chi sa leggere questo cambiamento ha un vantaggio.

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