Nella serie “La Casa di Carta”, il Professore e la sua banda rubano 90 tonnellate di oro custodito nel caveau della Banca centrale spagnola a Madrid. In realtà la Spagna ha una riserva aurea di 281 tonnellate. L’Italia ha una riserva aurea pari a 2.452 tonnellate ed è il terzo Paese nella classifica mondiale. E ancora, per avere un’idea di quanto oro circola oggi nel mondo, immaginate un cubo di 21 m di lato, oppure immaginate di riempire 3 piscine e mezzo con oro fuso. Quelle olimpioniche.
In questi giorni, guardando l'ultima stagione de “La casa di carta” (tranquilli non spoileriamo nulla qui) ci siamo posti alcune domande. "Perché è così prezioso?" "Perché tra tutti i metalli preziosi l’oro è quello più riconosciuto?". "Quanto oro ha l’Italia!? E quanto ne circola nella nostra società?” E quindi… oro sia.
Perché l'oro è così prezioso?
I motivi per cui l’oro, sin dall'antichità, è sempre stato considerato una materia prima così preziosa sono diversi. L’oro e l’argento divennero rapidamente i metalli preferiti dai governi che avevano la necessità di creare valuta. La malleabilità e il basso punto di fusione di questo metallo lo rendevano ideale per essere forgiato in monete. Quindi un primo motivo è la facile lavorazione.
Il colore e la lucentezza unici, oltre al fatto di non annerire, conferivano all’oro un vantaggio unico rispetto agli altri metalli. L’argento e il rame, per esempio, dopo un po' diventano scuri, l’oro no. È inerte dal punto di vista chimico, il che significa che è resistente alla corrosione ed è in grado di rimanere invariato per migliaia di anni. È un buon conduttore termico ed elettrico. È duttile (cioè può essere allungato senza rompersi) e malleabile, così da poter essere steso in fogli sottili senza screpolarsi. Per via della sua morbidezza, l’oro è spesso legato con metalli più duri come l’argento o il rame per migliorarne la resistenza. Quante volte abbiamo sentito "24 carati"; cosa significa? Si tratta della purezza dell’oro: 24 carati equivalgono al 100% di oro puro; 18 carati invece rappresentano una lega (una lega è in mix di metalli) con 75% d'oro e 25% di altri metalli, solitamente argento/rame/nichel/zinco. Inoltre, la sua rarità infondeva e infonde fiducia: si poteva contare sul fatto che l’oro avrebbe mantenuto il suo valore, visto che la difficoltà di estrazione comportava l’impossibilità di svalutare questo metallo come una valuta. Tutti questi motivi hanno reso l’oro il metallo che meglio riesce a preservare il concetto di ricchezza. L'oro è come l’argenteria di famiglia, è come l’orologio prezioso del nonno, è l’estrema risorsa in caso di crisi, di una qualsivoglia crisi che faccia venir meno la fiducia internazionale nei confronti del Paese.
Perché le riserve auree sono così importanti per i Paesi?
Per uno Stato le riserve auree sono un po’ come un paracadute d’emergenza da aprire nei momenti di seria difficoltà. Possono essere utilizzate come garanzia per ottenere prestiti, ad esempio, come avvenne per l’Italia durante la crisi petrolifera del ‘73: la Germania ci prestò 2 miliardi di dollari che usammo per comprare petrolio e altre fonti di energia, ma chiese come garanzia un quinto delle nostre riserve auree. Le banche centrali dei Paesi, inoltre, possono acquistare o vendere oro con finalità finanziaria, o possono depositarlo per ricavarne un reddito. In assoluto, infine, le riserve di oro contribuiscono a rafforzare la fiducia internazionale verso la stabilità finanziaria di un Paese e la sua moneta, soprattutto in periodi di crisi.
Quali sono i Paesi con le maggiori riserve auree? Dove si piazza l'Italia?
Questa sarà una sorpresa per molti: l'Italia possiede più oro della Russia e della Cina. La Banca d’Italia possiede la terza riserva d’oro più grande del mondo, dietro soltanto agli Stati Uniti, che detengono la più grande riserva aurea del mondo, e la Germania, il secondo Paese nella classifica mondiale di chi possiede più oro al mondo. Le riserve auree italiane ammontano a 2.452 tonnellate per un valore – agli attuali prezzi di mercato – di 90 miliardi di euro. Delle quasi 2500 tonnellate, 4,1 tonnellate sono sotto forma di moneta e le rimanenti sotto forma di lingotti. Solo 1.100 tonnellate (poco più del 44%) di quell’oro si trovano in Italia, custodite presso la Sede della Banca d'Italia, a Roma, in Via Nazionale 91; il resto è detenuto nei caveau di altre banche centrali per ragioni storiche, legate ai luoghi in cui l’oro fu acquistato, ma anche per questioni strategiche finalizzate alla minimizzazione dei rischi e dei costi di gestione. Così il restante 43,29% è negli Usa, il 6,09% in Svizzera e il 5,76% nel Regno Unito.
Quanto oro c’è nel mondo?
Secondo le ultime stime, ad oggi, sono state estratte poco più di 190.000 tonnellate d’oro. Oltre due terzi dell'oro sono stati estratti a partire dal 1950. Per darvi un’idea concreta di quanto sono 190 mila tonnellate, pensate che se fondessimo tutto l’oro in circolazione, entrerebbe in una cassa di 21 metri cubi o riempirebbe poco più di tre piscine olimpioniche. Quanto ne rimarrebbe da estrarne? Molto difficile dirlo. Le stime più attendibili si aggirano intorno alle 50 mila tonnellate. Ogni anno la produzione globale aggiunge tra le 2500 e le 3000 tonnellate di oro supplementare alle forniture esistenti. Se la produzione fosse costante nel tempo, in 25 anni tireremmo fuori tutto quello che rimane.